BÉARN (A. T., 35-36)
Antica provincia francese, che costituisce i due terzi del dipartimento dei Bassi Pirenei. È una regione che presenta varî aspetti, e dà un'impressione generale di ricchezza agricola e di benessere. Allo sbocco del Gave di Pau, si nota una grande conoide d'alluvioni antiche, ricoperta di lande, in cui crescono giunchi, eriche, querce e castagni. Vivo è il contrasto tra queste regioni e le colline calcaree fertili e ridenti, che s'innalzano in direzione dei Pirenei. Ivi appaiono qua e là le fattorie, tra una lussureggiante vegetazione; ma la ricchezza del paese risiede soprattutto nelle valli dei gaves, nelle quali i campi di frumento e i grossi villaggi sono disposti a terrazze.
Il Béarn è una regione principalmente agricola, dove si alternano il frumento, il granturco, le piante da foraggio e la vite (vini di Jurançon). Vi si pratica anche l'allevamento dei suini, delle oche, e specialmente dei bovini, che sono di tale forza e sobrietà da sopportare i più forti calori e le più rudi fatiche. Le mandre che svernano nelle valli, transumano verso le Lande e l'Armagnac.
Le industrie sono localizzate nei punti dove i gaves sboccano nella pianura: a Oloron (berretti, cinture), a Nay (panni), a Oloron, Nay, Navarrenx, Pontacq, Orthez (fabbriche di mobili, di chiodi, concerie, officine). L'attività economica del Béarn consiste soprattutto in scambî tra la pianura e la montagna.
Storia. - Pare che nell'epoca gallo-romana il paese fosse abitato da varie popolazioni, distinte di valle in valle, tutte affini agli Aquitani. Crasso, luogotenente di Cesare, le sottomise nel 56 a. C. Molte rovine e iscrizioni romane, e specialmente musaici, resti di antiche città, sono stati ritrovati un po' da per tutto. È molto probabile che l'antica Beneharnum (donde Béarn) si trovasse dove è ora Lescar. Dopo le invasioni le civitates del Béarn passarono ai Visigoti, poi ai Franchi. Infine, probabilmente per le distruzioni dei Baschi o degli Arabi, delle due città di Béarn e d'Oloron si perde ogni traccia fino al sec. X, quando appaiono i primi visconti di Béarn. Da allora si trova una successione regolare di visconti, i quali nel secolo XI godono di vera sovranità, non rendendo più omaggio ai duchi di Guascogna, esercitando l'alta giustizia sulle loro terre, battendo moneta, regolando mediante i fors, carte di diritto consuetudinario, le relazioni con i sudditi. C'era un for generale per tutto il Béarn, e dei fors particolari per le città (dapprima per quelle di Oloron e Morlaas) che furono estesi a poco a poco a tutti i luoghi più importanti e riuniti poi in un corpo di leggi, che rimase in vigore fino verso la metà del sec. XVI, comprendendo anche le sentenze più notevoli della cour majeur, tribunale feudale del Béarn sorto nel sec. XIII. Fra i visconti di Béarn, quasi tutti animati da alti spiriti cavallereschi, buoni amministratori, gelosi dell'indipendenza del loro paese, minacciata specialmente dai re d'Aragona, si distingue Gastone VIII (1229-1290), che lottò contro gl'Inglesi e realizzò l'unità territoriale del Béarn; egli trasferì la sua residenza da Morlaas a Orthez.
Col matrimonio di Margherita, figlia di Gastone VIII, con Roger-Bernard III conte di Foix, il Béarn fu unito con la contea di Foix (1290). Gli anni successivi e tutto il sec. XIV furono pieni delle lotte fra i Foix e gli Armagnac, che per certi diritti matrimoniali contestavano ai primi il possesso del Béarn. Il dominio dei conti di Foix, specie con Gaston-Phoebus, segna il periodo più brillante della storia del Béarn (1343-1391). Il Béarn, posto tra Francesi e Inglesi, poté conservare durante la guerra dei Cent'anni una neutralità che gli procurò lunghi anni di pace. Al tempo dello stesso visconte la cour majeur dovette cedere l'amministrazione della giustizia ai balivi viscontei, dei quali Gaston-Phoebus fece i suoi più attivi funzionarî. Convocò pure, per la prima volta, e forse per convalidare le profonde riforme fiscali e finanziarie, gli Stati del Béarn; ma solo dopo la sua morte essi acquistarono una grande importanza. Infatti, passato il Béarn a Isabella di Foix, moglie di Archambaud de Grailly, gli Stati ne riconobbero la sovranità solo dopo che ella ebbe giurati 29 articoli, un vero patto costituzionale. Durante tutto il sec. XV gli Stati, divisi in due corpi, il Grande corpo, composto dai rappresentanti del clero, dei baroni e della nobiltà, e il Secondo corpo, formato dai deputati delle 42 città del Béarn, decisero di fatto delle sorti del paese. Nel 1482, essendo una donna, Caterina, diventata erede dei ricchi dominî del Béarn, della Navarra e della contea di Foix, Carlo VIII incaricò gli Stati di designarle un marito, che fu Giovanni d'Albret, visconte di Tartas. Il potente nucleo feudale così costituito durò poco: passata la Navarra a Ferdinando il Cattolico (1512), solo il Béarn e la Bassa Navarra restarono ai Foix-Albret.
Margherita d'Angoulême, sorella di Francesco I di Francia e moglie di Enrico II d'Albret (1516-1555), tenne nel Béarn una corte brillante, dove attirò dotti, teologi e poeti; per sua iniziativa il Béarn fu un asilo ai riformati. Morto Enrico d'Albret senza figli maschi, l'eredità passò a sua figlia, la celebre Giovanna d'Albret, moglie di Antonio di Borbone. Gli Stati, a quel tempo oramai privi d'ogni influenza, non poterono contrastare la penetrazione del calvinismo nel Béarn, ardentemente promossa dalla regina Giovanna; essa nel 1566 abolì i fors. La popolazione, ancora cattolica in maggioranza, rispose con una spaventosa insurrezione, che fu repressa in poche settimane dal generale protestante Montgomery, e la religione cattolica fu abolita nel Béarn. Il figlio di Giovanna, che fu poi Enrico IV di Francia, nel 1599 ristabilì l'esercizio pubblico del culto cattolico nel Béarn, nominando due arcivescovi.
Con l'editto del 19 ottobre 1620, nonostante le contrarie promesse già fatte da Enrico IV, e la resistenza di una parte del paese, il Béarn fu riunito definitivamente alla Francia e i protestanti privati dei loro privilegi. La storia politica del Béarn era finita: ma gli spiriti autonomistici erano così radicati, che ancora nel 1789 si fecero dei vani tentativi per ristabilire l'indipendenza.
Bibl.: P. de Marca, Hitoire de Béarn, Parigi 1640; 2ª ed., voll. 2, Pau 1914; Mazure e Hatoulet, Les fors de Béarn, Pau 1842 con le aggiunte di J. Brissaud e P. Rogé, Textes additionnels aux anciens fors de Béarn, Tolosa 1905; Mazure, Hist. de Béarn, Parigi 1839; L. Cadier, Les États de Béarn, Parigi 1888; P. Rogé, Les anciens fors de Béarn, Parigi 1908; P. Moulonguet, La souveraineté de Béarn à la fin de l'ancien régime, Parigi 1909 (v. anche foix e navarra).