Beatles
La band che ha rivoluzionato la musica e il comportamento dei giovani
Formato da John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr, il gruppo musicale inglese dei Beatles riscosse negli anni Sessanta un clamoroso successo in tutto il mondo, trasformandosi in uno dei più importanti fenomeni della cultura popolare del Novecento
Difficile immaginare la musica moderna senza i Beatles. Non si può pensare al rock senza di loro ma anche al pop, alla canzone d'autore e a quella leggera, tutti generi e stili profondamente influenzati dall'arte, dalla musica, dall'atteggiamento di John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr: i fab four ("favolosi quattro"), i 'baronetti', i 'ragazzi di Liverpool', come sono stati soprannominati nel corso della loro fortunatissima e leggendaria carriera. Hanno inventato la musica beat, sono stati, assieme a Bob Dylan, i padri del rock, hanno scritto alcune delle più belle e famose canzoni del Novecento, hanno contribuito a rendere 'visibili' i giovani, hanno stabilito nuove regole d'abbigliamento, hanno fatto crescere i capelli a un'intera generazione, e molto, ma molto altro ancora. Il tutto in meno di dieci anni, tra il 1962 e il 1970, dando alle stampe una dozzina di album, in milioni di copie, tutti passati alla storia.
L'avventura dei Beatles ebbe inizio al Liverpool institute, dove erano iscritti sia John Lennon sia Paul McCartney e dove arrivò anche il giovane George Harrison. Paul e George prendevano lo stesso autobus per andare a scuola e in breve tempo fecero amicizia iniziando a condividere la loro grande passione per la musica. Nel 1958 Harrison entrò a far parte della formazione dei Quarrymen, dove militavano Lennon e McCartney, formazione che, nel 1961, cambiò il proprio nome in Beatles. I quattro di Liverpool si recarono poi in Germania, dove misero a punto nei club di Amburgo il loro stile musicale. Tornati nella loro città, il batterista Pete Best fu sostituito da Richard Starkey, in arte Ringo Starr; con questa formazione, il gruppo partì da un piccolo locale, il Cavern club, per muovere alla conquista del mondo. Fu il loro manager Brian Epstein a spingere la band verso la formula vincente: un riff ("ritornello"), una linea melodica semplice e piacevole, una strumentazione essenziale, con basso, batteria e due chitarre (una ritmica e una solista) e soprattutto nessun cantante e nessun leader perché tutti e quattro i componenti del gruppo sapevano cantare. Era il 'gruppo' a fare la differenza, la band in quanto tale, una band fatta di giovani che comunicavano, oltre alla loro musica, il loro desiderio di una vita basata su regole completamente nuove rispetto al passato.
Tra il 1963 e il 1965 i Beatles pubblicarono pochi singoli, che però rapidamente scalarono le classifiche da una parte all'altra dell'oceano, conquistando l'America e scatenando quella che venne conosciuta come British invasion, ossia l'invasione dei gruppi del beat inglese che rivoluzionò la musica americana dando vita al rock. Canzoni quali Love me do, I want to hold your hand, A hard day's night, Help! segnano un'epoca; album come Help!, Rubber soul, Revolver (quest'ultimo del 1966) modificano profondamente le abitudini di ascolto e lo scenario della musica popolare occidentale.
Il massimo splendore i ragazzi di Liverpool lo raggiungono con l'album del 1967 Sgt. Pepper's lonely hearts club band, un concept album che, presentando una serie di canzoni legate l'una all'altra da un filo conduttore, abbandona la logica dei 'singoli' che fino ad allora aveva dominato il linguaggio musicale pop e il mercato discografico.
L'anno seguente un'ulteriore svolta: sotto la spinta di George Harrison, i quattro partirono per un viaggio di ricerca spirituale e intellettuale in India e si fermarono dal guru (maestro spirituale) Maharishi Maheshi Yogi. Qui Harrison apprese l'uso del sitar (uno strumento a corde indiano, simile a un grande liuto a manico lungo) e strinse amicizia con il musicista indiano Ravi Shankar. Harrison spinse anche gli altri Beatles sulla strada del misticismo, sebbene poi sarebbe stato l'unico a restare per sempre legato alle filosofie orientali e in particolare al gruppo religioso degli Hare Krishna, da lui spesso aiutato anche in termini economici. L'esotismo nella musica del gruppo e il suono del sitar (suonato da Harrison) saranno segnati per sempre in canzoni come Norwegian wood, Lucy in the sky with diamonds, Across the universe.
Lo straordinario doppio album The Beatles, più noto come White album, pubblicato nel 1968, mise insieme tutte le anime e le ricerche sonore della band, trasformandosi in uno dei più grandi patchwork del pop: un disco al quale ancora oggi moltissimi musicisti fanno riferimento, dove s'incontrano rock, musica psichedelica, avanguardia, canzone melodica e pop.
Ma è proprio nel 1968 che la band inizia il suo percorso verso la dissoluzione, che arriverà definitivamente due anni dopo, nel 1970. Le singole individualità prendevano il sopravvento rispetto all'identità del gruppo: la collaborazione (sebbene ognuno avesse sempre scritto da solo le proprie canzoni) tra Lennon e McCartney iniziava a logorarsi; George Harrison, che fino ad allora aveva avuto una parte di rincalzo nel lavoro compositivo della band, premeva per ottenere un peso diverso, essendo molto migliorate le sue doti di compositore e di interprete; lo stesso Ringo Starr, che era stato fino a quel momento un elemento di coesione all'interno della band, non sopportava più il suo ruolo all'interno della formazione. Harrison fu il primo a incidere da solista un album, Wonderwall, nel 1968, seguito nello stesso anno da Lennon, che mise mano, insieme alla sua futura moglie Yoko Ono, a un singolare progetto, quello di Unfinished music n. 1, completato da ben tre dischi nel 1969: Unfinished music n. 2, Wedding album e Live peace in Toronto (con il leggendario inno pacifista Give peace a chance). McCartney e Ringo Starr aspetteranno il 1970 per pubblicare, il primo con McCartney (l'uscita del quale coincise con la fine ufficiale della band) e il secondo con Sentimental journey e Beaucoup of blues.
Le tensioni e le liti tra il 1969 e il 1970 non impedirono l'uscita di altri due album: Abbey Road, del 1969, da tutti giustamente considerato come l'ultimo vero disco del gruppo (l'album simbolicamente si chiude con The end), e Let it be, del 1970, registrato in realtà ben quindici mesi prima della sua pubblicazione.
A dispetto di molte, inarrestabili voci su una possibile riunione del gruppo, per tutti gli anni Settanta i rapporti, soprattutto tra McCartney e Lennon, rimasero tesi. La morte di Lennon, l'8 dicembre del 1980, assassinato davanti al portone della sua casa newyorkese, fece svanire definitivamente i sogni degli appassionati di tutto il mondo. Nel 1995, dopo aver risolto le innumerevoli beghe legali che vedevano i Beatles e Yoko Ono combattersi da anni, McCartney, Starr e Harrison tornarono a incidere insieme, portando a termine due brani composti da Lennon negli anni Settanta: erano i primi brani inediti dei Beatles in venticinque anni. Harrison morirà poi nel novembre del 2001.
Il contributo della formazione inglese alla storia della musica popolare è incommensurabile: lo stile compositivo dei Beatles ha contribuito al grande rinnovamento della canzone e anche nella storia del costume essi hanno avuto un'influenza determinante. Non sono stati, insomma, solo un gruppo musicale, ma un modello di comportamento e un punto di riferimento per le giovani generazioni (la generazione beat) degli anni Sessanta.
I Beatles hanno rappresentato un vero e proprio fenomeno culturale: le opinioni, i comportamenti, il look, le crisi mistiche e psicologiche della band hanno inciso sulla cultura popolare quanto le canzoni stesse. E le canzoni, da quelle leggerissime degli esordi beat a quelle più complesse dell'ultima fase della band, sono tutte entrate di diritto nella storia della musica.