BEATRICE d'Aragona, regina d'Ungheria
Figlia del re di Napoli Ferdinando I e d'Isabella di Chiaromonte, nacque il 14 novembre 1457 in Napoli e quivi passò la sua fanciullezza fino al 7 settembre 1463, quando, fidanzata al figlio del principe Marino Marzano, fu condotta nella residenza di quest'ultimo. Ma per discordie sorte il matrimonio non si fece, e B. tornò alla corte di Napoli, mentre voci non confermate la dicevano oggetto di avventure amorose. Dopo vani disegni di matrimonio con principi della casa di Francia e di Savoia, Ferdinando si accordò nel 1474 col re d'Ungheria Mattia Corvino, per dargli in isposa B. A causa della guerra contro il Turco, il matrimonio venne però differito alla fine dell'anno 1476. Un'ambasceria ungherese si recò allora a Napoli; e dopo fantastiche feste a Napoli e a Ferrara, la giovane regina fu condotta nella sua nuova patria. Era con lei anche il fratello minore Francesco. Gli sposi s'incontrarono il 10 dicembre presso Székesfehérvár (Alba Reale); il matrimonio venne celebrato a Buda. Il re d'Ungheria era appassionatamente innamorato della sua bella moglie, più giovane di lui di 17 anni. Si spiega così che B. potesse occupare in breve la posizione di correggente. Essa accompagnava dovunque il re, persino nelle spedizioni guerresche; curava l'amministrazione di alcune città che erano state riservate al governo della regina. La vita e i costumi di corte cambiarono radicalmente sotto molti aspetti per l'influenza della regina, la quale promosse la venuta in Ungheria di artisti, di letterati e di diplomatici italiani e cercò di assicurare laute prebende ai suoi parenti e ai suoi cortigiani. Suo fratello Giovanni d'Aragona, cardinale già a 23 anni, fu creato arcivescovo di Strigonio (Gran) e principe primate d'Ungheria; morto Giovanni nel 1485, B. indusse Mattia a conferire lo stesso arcivescovato al settenne nipote Ippolito d'Este, figlio della sorella Eleonora. E nuove schiere di Italiani vennero in Ungheria col piccolo arcivescovo (1487). Ma aumentarono anche le gelosie degli Ungheresi e il loro odio per la regina straniera e noncurante dei loro diritti e dei loro interessi. La posizione della regina si mantenne tuttavia salda fino a tanto che ella godette la confidenza e l'amore - spesso cieco - del re. Le prime discordie sorsero invece fra i due coniugi quando divenne evidente che il loro matrimonio era sterile: ché la politica nazionale inaugurata da re Mattia esigeva la fondazione di una dinastia nazionale, e perciò il re pensava di destinare a suo successore il bastardo Giovanni e di ottenergli la mano di Bianca Maria Sforza sorella di Lodovico. B., offesa nella sua ambizione e minacciata nell'avvenire, mirava ad assicurarsi il potere anche nel caso della morte del re, o come regina vedova, o come moglie del successore di Mattia. Questi, per evitare serî conflitti con la regina, differiva sempre la soluzione definitiva della questione della successione al trono. In tali circostanze lo colse il 6 aprile 1490 improvvisamente la morte a Vienna. Sembrò allora per un momento che B. fosse pervenuta a dominare la situazione in Ungheria. Mandò a vuoto la successione di Giovanni Corvino, collegandosi a questo fine con Vladislao re di Boemia, il quale per attirarla dalla sua parte, contrasse con lei un matrimonio segreto. Ma B. dovette accorgersi ben presto di essere stata tratta in inganno. Infatti, non appena Vladislao si sentì ben sicuro del trono d'Ungheria, rinnegò il matrimonio; e la regina, straniera e malvista, non riuscì a formarsi un partito che sostenesse le sue pretese. Con tutto ciò B. passò, dopo la morte di Mattia, ancora dieci anni in Ungheria lottando senza posa contro Vladislao, cercando d'indurlo a riconoscere la validità del loro matrimonio e tentando di guadagnare alla sua causa or l'una or l'altra corte straniera, e soprattutto la Santa Sede. Altri eventi aggravavano nel frattempo la sua situazione: la morte della sorella, la duchessa di Ferrara, nel 1492, e nel 1493 del padre, Ferdinando I di Napoli; e, nel 1494-95, l'invasione francese nell'Italia meridionale. In ultimo, papa Alessandro VI, prima favorevole alla causa di B., si risolse nel 1500 a terminare il lungo processo e ad annullare il matrimonio di Vladislao con B.; e questa si vide costretta a lasciare l'Ungheria e a ritornare nella sua patria, contando sempre sull'appoggio del fratello, Federico re di Napoli. Ma ella venne soltanto per assistere alla caduta definitiva della sua casa (1501). B. si ritirò con Isabella, regina vedova di Napoli, e con l'altra Isabella, la duchessa di Milano, nel castello dell'isola d'Ischia; le "tristi regine" fecero ritorno a Napoli, tenendo corte modesta in castel Capuano, soltanto quando, nel 1502, gli Spagnoli occuparono la capitale.
Gli Spagnoli si dimostrarono particolarmente premurosi nei riguardi delle regine; e quando Ferdinando il Cattolico venne a Napoli nel 1506, andò a far visita a Beatrice. Essa passò gli ultimi suoi anni lottando invano per riavere la sua dote d'Ungheria e attendendo alla beneficenza. Morì il 13 settembre 1508, e fu sepolta nella piccola chiesa di San Pietro martire.
Bibl.: A. Berzeviczy, Beatrix királyné (La regina Beatrice), Budapest 1908 (ed. francese, Parigi 1911-12); ed. spagnola, Madrid 1913).