BEAUGENCY
(lat. Balgentiacum)
Città della Francia centrosettentrionale (dip. Loiret) situata sulla riva nord della Loira tra Orléans e Blois, già abitata in epoca celtica e divenuta stazione in età gallo-romana. L'esistenza di un castrum a B. è attestata dall'epoca carolingia sulla base di un denaro con l'iscrizione Karolus sul dritto e Belgenti[aco] castro sul rovescio. Il castrum, che faceva parte di un insieme di fortificazioni a difesa del passaggio sul fiume, fu sede di una signoria incuneata nel territorio della contea di Blois sino al 1291, quando fu venduta al re di Francia.Della cinta muraria urbana di B., ampliata più volte, si conservano resti risalenti al sec. 13° (la Tour du Change a N), ma sono significative soprattutto le rovine del mastio, edificato probabilmente alla fine del sec. 11° o agli inizi del 12° e ancora ben conservato alla metà del sec. 19°, quando alcuni interventi intempestivi comportarono il crollo di tutte le strutture interne. Il piano superiore e il suo coronamento sono quasi completamente scomparsi. Si trattava di un grande donjon di forma rettangolare (m. 23,7719,75; alto ancor oggi m. 36), in origine a cinque piani. La sala inferiore, su un terrapieno alto m. 6 ca., era accessibile solo dal primo piano, tramite una scala ricavata in spessore di muro; di conseguenza l'ingresso si trovava a questo piano, dove una porta si apriva sul lato orientale. Senza dubbio l'accesso ai piani superiori doveva essere assicurato da scale lignee interne. Ciascun piano era diviso nel senso della lunghezza da una fila di tre arcate, come nel donjon di Nogent-le-Rotrou (dip. Eure-et-Loir), a differenza della maggior parte dei donjons a pianta rettangolare, scanditi in due vani da una parete divisoria. Solo la sala inferiore e quella superiore erano voltate, probabilmente mediante due volte a botte parallele. Camini e finestre si devono a interventi di età gotica ma, se il sistema primitivo di riscaldamento è difficile da ricostruire, delle aperture originali si possono viceversa individuare tracce sufficienti a suggerire un'illuminazione scarsa, fornita da finestre strette, con strombature interne profonde quanto l'intero spessore dei muri (m. 3,65-3,80 ca.); questi ultimi si assottigliano peraltro progressivamente, a mano a mano che la torre sale, rinforzati agli angoli e sui lati da larghi contrafforti piatti.Va ricordato inoltre il ponte sulla Loira, le cui parti più antiche sembrano risalire al sec. 14°; caratterizzato da una serie di archi acuti di eccezionale regolarità, il ponte di B. è uno dei migliori esempi di ponti medievali conservati in Francia.Entro la cinta del castello fu edificata agli inizi del sec. 12° la chiesa di Notre-Dame, una collegiata di Canonici regolari di s. Agostino sorta sul luogo di un edificio più antico dedicato alla Vergine e ai santi martiri Firmino, Fusciano, Vittorico e Genziano. Nel corso delle guerre di religione la chiesa e gli edifici monastici furono incendiati dai protestanti (1527), per essere in seguito restaurati solo a partire dal 1642, quando i Canonici regolari della congregazione di Francia (Genoveffani) sostituirono gli Agostiniani. Ai lavori del sec. 17° risalgono le false volte in legno della navata e del coro. Sembra peraltro che questo superbo edificio, dotato di un'ampia abside con deambulatorio e tre cappelle radiali, fosse fin dalle origini a copertura lignea a vista, anche nel presbiterio. È senza dubbio alla scelta di una copertura leggera anziché di una volta in muratura, come era comune in quest'epoca nella vallata della Loira, che si devono le proporzioni slanciate delle colonne dell'emiciclo absidale e l'ampiezza delle fonti di luce del coro, le cui pareti inoltre sono ulteriormente alleggerite da un ordine di arcate aperte al culmine delle navatelle e del deambulatorio. L'alzato a tre ordini del presbiterio e l'ampiezza delle aperture che illuminano le cappelle radiali e il deambulatorio inseriscono il capocroce di Notre-Dame nella corrente più innovatrice della prima metà del 12° secolo. Di conseguenza stupisce l'accento scopertamente tradizionale degli alti muri lisci del transetto non aggettante, delle massicce colonne in muratura della navata e, soprattutto, dell'ornato plastico dei capitelli, semplice e quasi inesistente, sia nel coro sia nella navata: una contraddizione che non è l'ultima ragione dell'interesse di questo edificio, di grande originalità.B. conserva, inoltre, un altro monumento importante per la storia dell'architettura romanica, la chiesa di Saint-Etienne, oggi sconsacrata. Anche in questo caso le strutture dell'edificio, databili al terzo quarto del sec. 11°, presentano forme molto originali: stretta navata unica a tre campate terminante in un presbiterio della medesima larghezza, anch'esso di tre campate, transetto fortemente aggettante, campata di incrocio quadrata. Tutto l'edificio è coperto da volte, a botte su archi trasversali nella navata e nel coro, a botte semplice nel transetto, a crociera nella campata d'incrocio. Nei muri, di notevole spessore, si aprono finestre piccole e poco numerose e l'altezza del complesso è poco sviluppata. L'assenza di contrafforti attesta un'architettura ancora arcaica nelle sue tecniche costruttive.
Bibl.: G. Vignat, Cartulaire et histoire de l'abbaye de Notre-Dame de Beaugency, Orléans 1879; J. Vallery-Radot, Beaugency. Eglise Notre-Dame, CAF 93, 1930, pp. 322-332; F. Deshoulières, Eglise Saint-Etienne, ivi, pp. 332-335; J. Vallery-Radot, Donjon, ivi, pp. 335-351; A. Chatelain, Donjons romans des Pays d'Ouest. Etude comparative sur les donjons quadrangulaires de la France de l'Ouest, Paris 1973, pp. 132-133; Architectures en Région Centre. Val de Loire, Beauce, Sologne, Berry, Touraine, a cura di J. M. Pérouse de Montclos, Paris-Orléans 1988, pp. 133-136.E. Vergnolle