beauty contest
<bi̯ùuti kòntest> locuz. sost. ingl., usata in it. al masch. – Locuzione usata per indicare un sistema di selezione di imprese per l’affidamento di servizi complessi o di particolari beni. La procedura del b.c. (letteralmente «concorso di bellezza») si caratterizza per il criterio su cui è basata la selezione che non è il prezzo offerto dai concorrenti, ma l’esperienza maturata nella gestione del bene o del servizio, nonché la capacità tecnica acquisita; per tale motivo è utilizzato prevalentemente per la selezione di base tra le imprese interessate cui, di regola, seguono per la definitiva aggiudicazione procedure competitive, quali per es. la licitazione privata o l’asta pubblica. Il b.c. viene adottato spesso per quanto riguarda il mercato della telecomunicazioni e segnatamente per l’assegnazione delle frequenze. In Italia nel 2000 si è fatto ricorso in prima battuta al b.c., e poi a un’asta competitiva, per l’assegnazione dei servizi di telefonia mobile di terza generazione UMTS. Per il rilascio a operatori di rete dei diritti d’uso delle frequenze individuate dal piano nazionale di assegnazione per il servizio di radiodiffusione televisiva terrestre in tecnica digitale (delibera 300/10/Cons) – bando pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, serie speciale, n. 80 dell’8 luglio 2011, successivamente annullato con il d.l. 16/2012, convertito nella l. 44/2012 – si è preferito, in luogo dell’utilizzazione dell’esclusivo meccanismo del b.c., procedere all'assegnazione dei predetti diritti d’uso per frequenze in banda televisiva mediante pubblica gara con il sistema dell’offerta economica più elevata mediante rilanci competitivi.