BECKET, Tommaso, Santo
Arcivescovo di Canterbury nato il 21 dicembre 1118 o 1120 a Londra da famiglia borghese normanna. Compiuti gli studi a Parigi, Tommaso B., dopo aver prestato servizio nell'amministrazione a Londra e dopo un apprendistato di dodici anni presso la curia dell'arcivescovo Teobaldo di Canterbury, fece una rapida carriera come cancelliere, dal 1154, divenendo anche intimo amico del re d'Inghilterra Enrico II. Questi, nel 1162, nonostante l'opposizione dello stesso B., lo obbligò ad accettare la sede arcivescovile di Canterbury, attribuendogli così la massima responsabilità nelle questioni ecclesiastiche inglesi. La circostanza portò ben presto a tensioni e al conflitto tra B. e il re, poiché Tommaso, che come cancelliere aveva in tutto condiviso la posizione della corona anche nella politica ecclesiastica, si trovò ora a difendere contro di essa la libertas ecclesiae. Il conflitto, in cui il clero inglese assunse posizioni diverse, si accentuò nei concili di Clarendon e Northampton, assumendo proporzioni tali da spingere Tommaso a fuggire, nel 1164, in Francia, ove trovò rifugio, grazie al papa Alessandro III, prima nell'abbazia cistercense di Pontigny, e quindi, per non coinvolgere l'Ordine cistercense inglese nelle rappresaglie di Enrico II, in quella benedettina di Sainte-Colombe a Sens. Tuttavia anche dall'esilio, insieme ai chierici del suo ristretto entourage (fra cui Giovanni di Salisbury) fuggiti con lui dall'Inghilterra, continuò a difendere i diritti della Chiesa inglese. Gli sforzi per una riconciliazione fra B. ed Enrico II, sostenuti con grande energia dal papa e dal re Luigi VII di Francia, portarono nel luglio 1170 a un precario successo che, se consentì all'arcivescovo il rientro in patria, lo espose al tempo stesso alle rappresaglie del re. All'inizio del dicembre 1170, Tommaso rientrava a Canterbury, inviso ai funzionari reali ma accolto entusiasticamente dalla popolazione. Il suo rifiuto di annullare le censure papali contro tre vescovi inglesi spinse Enrico II a parole di minaccia interpretate da quattro cavalieri della sua cerchia come un invito alla eliminazione fisica di B.; il 29 dicembre 1170 essi si presentarono con i loro complici al cospetto dell'arcivescovo e, dopo una violenta disputa, seguirono B. nella cattedrale dove lo uccisero presso un altare laterale nel transetto settentrionale (Materials, 1875-1885; Knowles, 1970; Barlow, 1986).B. fu mecenate delle lettere (Giovanni di Salisbury, Policraticus e Metalogicon) e delle arti figurative (Nilgen, 1986). Con ogni probabilità va riferita alla sua committenza la decorazione, nel 1163, della cappella intitolata a s. Anselmo nella cattedrale di Canterbury; se ne è conservata in situ solo la notevole pittura murale con S. Paolo e la vipera (Nilgen, 1980). Durante il suo esilio in Francia, dal 1165 al 1170, Tommaso fece redigere una bibliotheca, cioè una Bibbia glossata in molti volumi, da lui lasciata in dono alla biblioteca del monastero della cattedrale di Canterbury (Materials, 1875-1885, 1, pp. 86-87; 3, pp. 77, 358-359, 379). Alcuni di questi volumi sono conservati nella Bodl. Lib. di Oxford e nel Trinity College di Cambridge; essi costituiscono esempi precoci di quel tipo di libro con una ben precisa impostazione di pagina (de Hamel, 1984, pp. 38-45, tavv. 13, 14b, 18c, e) e una caratteristica decorazione dell'iniziale, prevalentemente ornamentale, che predominò nelle miniature del tardo sec. 12° in Francia e Inghilterra (Channel style). I Vangeli glossati di Cambridge (Trinity College, B.5.5), da identificare probabilmente con uno dei volumi commissionati da B., presentano, nell'iniziale I del testo del Vangelo di Giovanni al di sotto delle immagini di Cristo in trono e dei principi degli apostoli, il busto di un arcivescovo con la croce episcopale, identificabile con lo stesso B. (Nilgen, 1986, pp. 150-154, tav. 43). Non si è conservata alcuna impronta del sigillo arcivescovile di B.; quello per uso privato era costituito da una gemma antica con l'immagine di Mercurio (Nilgen, 1986, tav. 41a).La popolarità di B. già durante la sua vita, l'eco internazionale che ebbe il conflitto con il re, il generale orrore provocato dall'assassinio nella cattedrale di Canterbury, i miracoli iniziati immediatamente presso la sua tomba e la canonizzazione avvenuta appena due anni dopo la morte, nel febbraio 1173, a opera di papa Alessandro III (la festività cade il 29 dicembre e dal 1220 si celebra il 7 luglio anche la translatio delle reliquie), determinarono nell'intera Europa un'ondata di venerazione per il nuovo martire. Tutto questo si tradusse nella creazione di luoghi di culto (Foreville, 1981) e di rappresentazioni figurative a lui dedicate. Se in Inghilterra, dove il culto si diffuse senza ostacoli a partire dalla penitenza di Enrico II sulla tomba di B. nel luglio 1174 e dove il pellegrinaggio al sepolcro del martire fece di Canterbury una delle più importanti mete di pellegrinaggio europee, sono conservate relativamente poche testimonianze figurative di B., ciò si deve alla sistematica distruzione, ordinata nel 1538 da Enrico VIII (e poi da Cromwell), di tutto quello che ricordasse l'arcivescovo (Borenius, 1932, pp. 109-110); sono soprattutto le miniature a darne testimonianza, in particolare con scene dedicate al martirio di Becket. I più antichi documenti sono costituiti da una miniatura e da un'iniziale di un manoscritto contenente la corrispondenza di B., redatto a Canterbury intorno al 1180 e curato da Alano di Tewkesbury (Londra, BL, Cott. Claud. B. II), fonte questa fondamentale anche per la tradizione testuale (Duggan, 1980, pp. 100-123). I medaglioni inseriti nell'iniziale rappresentano Tommaso a tavola durante la disputa con i cavalieri, il suo assassinio e la sua sepoltura; la miniatura mostra, nella parte superiore, Tommaso che, a tavola, riceve l'annuncio dell'arrivo dei cavalieri e, in quella inferiore, l'assassinio e alcuni pellegrini in preghiera sulla tomba del santo (Kauffmann, 1975, p. 116, tav. 257). La scena dell'assassinio, di cui esistevano racconti dettagliati nelle numerose vite coeve di Tommaso (Materials, 1875-1885, 1, pp. 128-136; 2, pp. 1-14, 316-320, 430-9; 3, pp. 132-143, 488-509; 4, pp. 70-77, 128-132; 7, pp. 462-470), rivela già alcuni tratti tipici delle future raffigurazioni, in parte autonome rispetto alle fonti: i cavalieri armati, uno dei quali è Reginald Fitzurse, riconoscibile dallo scudo con l'orso, entrano da sinistra e colpiscono B., volto verso di loro con il capo piegato e in ginocchio, con un fendente sulla testa, mentre il copricapo e un frammento del cranio cadono a terra. Alle spalle di Tommaso è rappresentato il suo crocifero, identificabile con Edward Grim per via della ferita al braccio che il fendente gli procura; nelle fonti Grim non è mai indicato come crocifero, ma questo particolare resta un elemento caratteristico della successiva iconografia. Nell'iniziale, Tommaso è raffigurato, come vuole il racconto storico, in tunica e mantello, nella miniatura invece, secondo un'iconografia in seguito molto diffusa, con la veste liturgica. Il luogo dell'assassinio è spostato nella zona antistante la porta aperta della chiesa, da cui si scorge l'altare, un altro dettaglio che non corrisponde alle cronache; nella maggior parte delle raffigurazioni B. crolla però proprio davanti all'altare (preparato per la messa), particolare ugualmente non corretto, dal punto di vista storico, ma suggerito dalle parole di forte drammaticità usate nella prima cronaca dell'assassinio da Giovanni di Salisbury (Materials, 1875-1885, 7, pp. 464-465).Raffigurazioni della vita di Tommaso, e in particolare del suo assassinio, sono documentate già a partire dagli anni settanta del sec. 12° anche nei manoscritti che non hanno diretto riferimento a B., soprattutto in salteri e libri d'ore. Il primo esempio è costituito da un salterio, miniato nell'ambito di Corbie (Amiens, Bibl. Mun., 19), dove, a un precedente ciclo figurativo con scene del Vecchio e Nuovo Testamento, viene aggiunta una pagina con la raffigurazione dell'assassinio di B. ai piedi dell'altare e tre monaci in venerazione di fronte all'arcivescovo in trono (Clausberg, 1986, p. 70, fig. 11). Su alcuni fogli più antichi inseriti in un salterio dell'inizio del sec. 13°, dove sono rappresentati l'assassinio e la sepoltura di B., Tommaso, contrariamente a quanto si legge nelle cronache, è inginocchiato verso l'altare e verso Grim, mentre i cavalieri gli stanno alle spalle (Londra, BL, Harley 5102; Borenius, 1932, p. 92, tav. 37, 1; Morgan, 1982, pp. 88-89, tavv. 137-138).La più antica immagine monumentale pervenuta di B. è costituita dal mosaico absidale di Monreale, eseguito negli anni ottanta del sec. 12°; nel secondo registro, decorato con figure di santi, l'arcivescovo è ritratto insieme ad altri chierici che soffrirono l'esilio o il martirio nel conflitto con l'autorità laica. Nel 1177 Guglielmo II di Sicilia aveva sposato Giovanna d'Inghilterra, figlia di Enrico II, che, analogamente a quanto fecero le sue sorelle in Germania e in Spagna, promosse il culto di B.; la scelta di raffigurare i chierici santi nell'abside potrebbe essere stata concepita proprio in funzione del nuovo santo inglese (Borenius, 1932, pp. 13-14, tav. 2, 1; Demus, 1949, pp. 115, 128-129, tav. 59).Una cappella annessa alla cripta del duomo di Anagni fu dedicata al nuovo martire e decorata, intorno al 1200, con pitture - oggi poco visibili - che presentano, tra l'altro, la figura di Tommaso B. accanto a quella del Cristo. Il santo in trono accanto alla scena del suo martirio appare in una pittura murale del primo Duecento nella chiesetta di S. Maria del Regimento presso Casamari (Farina, Fornari, 1981, pp. 58-61).In Spagna, nel tardo sec. 12°, gli affreschi dell'abside del transetto sud di Santa Maria de Tarrasa, presso Barcellona, rappresentano nella fascia figurativa inferiore la disputa di B. con i cavalieri, la sua uccisione e la sua sepoltura, e danno della morte dell'arcivescovo una riproduzione storicamente più affidabile di quella delle miniature: Tommaso è in piedi, mentre Edward Grim, che lo abbraccia da dietro tentando di proteggerlo, viene ferito al braccio dal fendente che colpisce B. (Materials, 1875-1885, 2, p. 437; 3, p. 141). Nella calotta absidale Cristo incorona B. e Grim (Borenius, 1932, pp. 48-51, tavv. 15-16; Demus, 1968, p. 163, tavv. LXXII, 177).Una scena con il martirio, raffigurata su una parete della chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo di Spoleto e risalente probabilmente al 1230, mostra Grim a cui viene staccata di netto la mano sinistra protesa in avanti, secondo il racconto storico, in un gesto di difesa, nell'atto di abbracciare da dietro l'arcivescovo; B., con la veste liturgica, e Grim sono però alle spalle dell'altare preparato per la messa, particolari che non corrispondono ai fatti, ma che rendono con pregnante evidenza l'empietà dell'azione compiuta (Borenius, 1932, p. 96, tav. 41, 1; Demus, 1968, p. 124, tav. 48). Queste raffigurazioni monumentali erano probabilmente connesse, oltre che alla fortuna della devozione, anche, talora, all'acquisizione di reliquie del santo e alla consacrazione di altari a lui dedicati.A Canterbury, dove il coro della cattedrale bruciò nel 1174 e la sua riedificazione si protrasse per decenni, la costruzione della Trinity Chapel creò un ambiente di grande effetto, rialzato rispetto al coro e al presbiterio e destinato ad accogliere il reliquiario del nuovo martire. Nelle vetrate dei dodici finestroni del deambulatorio, completate solo nel secondo decennio del sec. 13°, erano raffigurati, in due finestre, la vita di B. e soprattutto i suoi miracoli postumi (Caviness, 1977, figg. 115, 120, 159-211; 1981, pp. 157-164, 175-214, figg. 238-366); del ciclo relativo alla vita si è conservato soltanto un tondo (Cambridge, MA, Fogg Art Mus.; Caviness, 1977, tav. 4) con una scena singolare, probabilmente il commiato di Herbert di Bosham da B., pochi giorni prima della sua uccisione (Materials, 1875-1885, 3, pp. 485-486). Dei cicli figurativi relativi a miracolose guarigioni e salvataggi a opera del santo è sfuggita alla distruzione solo metà ca. del patrimonio originario: singolari raffigurazioni di grande vivacità e capacità descrittiva degli avvenimenti così come dei miracoli narrati dai monaci Guglielmo e Benedetto in raccolte redatte tra il 1172 e il 1180 e diventate le fonti iconografiche delle vetrate (Materials, 1875-1885, 1, pp. 137-546; 2, pp. 21-281; Caviness, 1977, p. 143).Ricorre più volte, nelle vetrate delle finestre, la raffigurazione della tomba di B., posta nella cripta della cattedrale con la sua struttura soprastante alta cm. 40 ca. e con due aperture laterali ovali attraverso le quali i pellegrini potevano prendere contatto con la lastra sepolcrale: questa descrizione corrisponde alla situazione anteriore alla traslazione delle reliquie nella Trinity Chapel, avvenuta il 7 luglio 1220, in un reliquiario d'oro posto su di un alto zoccolo. Lo scrigno in oro collocato su un basamento ad arcate, raffigurato due volte nelle finestre, può essere peraltro considerato solo un'anticipazione del reliquiario che venne in seguito effettivamente realizzato, soprattutto perché le delicate arcate non corrispondono affatto al basamento di quest'ultimo, in origine sicuramente massiccio, secondo quanto è stato tramandato da disegni e descrizioni (Stanley, 190410; Urry, 1975, p. 201; Coldstream, 1976, pp. 28-29; Caviness, 1977, pp. 33-34).Mentre il tema dei miracoli rimase evidentemente limitato a Canterbury, ampi cicli sulla vita di B. si diffondono fin dai primi anni del sec. 13°, in particolare nelle vetrate francesi: per es. una finestra nel lato nord del deambulatorio della cattedrale di Sens con dodici scene (riconciliazione e ritorno in patria fino alla sepoltura; Caviness, 1977, pp. 87-96, fig. 186); la finestra, donata dai conciatori, nella cappella sud-est del deambulatorio della cattedrale di Chartres (Delaporte, Houvet, 1927, pp. 247-254, tavv. 62-66) con ca. venti scene; le finestre molto restaurate del transetto settentrionale della cattedrale di Coutances e della parete sud del coro della cattedrale di Angers (Borenius, 1932, pp. 44-48; Brisac, 1975, tavv. 2-4).Motivi simili potrebbero aver determinato la creazione di cicli sulla vita di B. nella pittura monumentale e nella scultura. La collegiata (od. duomo) di St. Blasius a Braunschweig, grazie a Matilde di Inghilterra (m. nel 1189), moglie di Enrico il Leone e figlia di Enrico II, aveva ottenuto probabilmente alcune reliquie di Tommaso, dato che già nell'Evangeliario di Enrico il Leone, realizzato nel 1188-1189 per la chiesa di St. Blasius, nella scena dell'incoronazione appare il santo raffigurato in cielo sopra la dinastia dei Plantageneti, riunita al di sotto (Gosebruch, 1980, p. 79); nel 1226 B. è elevato al rango di terzo patrono della collegiata (accanto a s. Biagio e a s. Giovanni Battista). La decorazione pittorica risalente alla metà del sec. 13° conserva, sulla parete sud del coro, resti fortemente restaurati di un ciclo dedicato a B. che inizia con la scena della sua consacrazione a vescovo (Borenius, 1932, pp. 51-54, tav. 17, 2). Nella cattedrale di Bayeux il timpano del portale del transetto meridionale venne decorato nel tardo sec. 13° con un ciclo, disposto su tre livelli, dedicato alla vita di Tommaso (Borenius, 1932, p. 65, tav. 24, 1) e connesso alla vicina cappella intitolata al santo.Ampi cicli sulla vita di Tommaso con scene per certi aspetti molto insolite si trovano soprattutto nelle miniature del 13° e 14° secolo. Di una vita illustrata, in versi francesi, redatta a Londra intorno al 1230-1240, si sono conservati quattro fogli con dodici scene (dalla cacciata dei parenti di B. al ritorno dell'arcivescovo in Inghilterra) in uno stile narrativo di aggressiva vivacità che rinuncia a ogni abbellimento di carattere leggendario (coll. privata; Borenius, 1932, pp. 41-42, tavv. 11-12; Morgan, 1982, pp. 107-108, tavv. 206-208; Sotheby's London, Sale Catalogue June 24th, London 1986, lotto 40, pp. 33-48). Un ciclo molto ampio, redatto probabilmente a Londra intorno al 1310-1320, con ventidue scene, fortemente arricchito di elementi leggendari (Farmer, 1976, col. 486), si trova nei marginalia del Salterio Queen Mary (London, BL, Royal 2.B.VII; Borenius, 1932, pp. 40-41, tav. 10; Dickinson, 1975, tavv. 13-18; Sandler, 1986, pp. 64-66), dove è anche raffigurata la leggenda, attestata per la prima volta nel Quadrilogus I (un compendio del sec. 13° di quattro delle più importanti vite di Tommaso), relativa alla nascita di B. da una donna saracena (Materials, 1875-1885, 2, pp. 453-458; Barlow, 1986, p. 8).Anche nell'ambito della pittura su tavola e della scultura tardogotiche è conosciuto il tema della vita di B.; nel 1424 il maestro Franke dipinse per la confraternita amburghese degli Englandfahrer un altare dedicato a Tommaso che presentava sugli sportelli esterni quattro scene raffiguranti la consacrazione a vescovo, la derisione, l'assassinio e Luigi VII di Francia sulla tomba di B. (solo la seconda e terza scena sono conservate nella Hamburger Kunsthalle di Amburgo); riveste un particolare interesse la scena della derisione, in cui compare il motivo non comune, riscontrabile solo nel Tardo Medioevo, del taglio della coda del cavallo di B. (Borenius, 1932, pp. 57-61, tavv. 18-19). Sono noti anche altri altari tardogotici con scene della vita di Tommaso, conservatisi specie nelle zone costiere della Germania settentrionale, nonché rilievi inglesi in alabastro relativi allo stesso argomento (Borenius, 1932, pp. 61-63, 66-69, tavv. 20-22, 25-26).In ambito gotico sia francese sia inglese furono realizzate statue monumentali di B.; da ricordare quella (tardo sec. 12°), di grandezza inferiore al naturale, che rappresenta l'arcivescovo in trono, oggi nel lato nord del deambulatorio della cattedrale di Sens (Borenius, 1932, p. 20, tav. 6, 1), ma di ignota provenienza. Di grande importanza è la figura posta sullo stipite sinistro del portale est del transetto meridionale della cattedrale di Chartres, convincentemente interpretata da Maines (1973) come immagine di Tommaso che, con nobile tranquillità, conficca un bastone nella bocca di Enrico II, che spunta fuori, a mo' di gnomo, dalla mensola sottostante. Sulla facciata della cattedrale di Wells l'arcivescovo è raffigurato (senza pallio) con in mano il proprio cranio fracassato (Borenius, 1932, pp. 36-37, tav. 3, 1), un modello figurativo che si ritrova anche in una delle poderose statue frammentarie della facciata del transetto sud di Notre-Dame, del 1260-1265 ca. (Parigi, Mus. de Cluny; Sauerländer, 1970, tav. 266). In linea generale, nelle raffigurazioni isolate di B., frequenti fino al Tardo Medioevo, come attributi caratterizzanti bastano per lo più le vesti arcivescovili e la croce primaziale; sono rare le raffigurazioni con la spada conficcata nella testa (Borenius, 1932, tavv. 1-9; Farmer, 1976, coll. 484-486).A partire dal tardo sec. 12° il martirio e la sepoltura di B. sono stati spesso raffigurati su oggetti di oreficeria, specie reliquiari e ampolle contenenti la c.d. acqua di Tommaso, distribuita a Canterbury ai pellegrini. Una cassetta del tardo sec. 12° con raffigurazioni niellate si trova al Metropolitan Mus. of Art di New York (Borenius, 1932, pp. 78-79, tav. 29, 1). Molto diffusi sono gli scrigni con questo tema prodotti a Limoges (Borenius, 1932, pp. 84-92, tavv. 33-36; Caudron, 1975, pp. 233-241, tavv. 5-8). Anche sui distintivi dei pellegrini sono spesso raffigurate scene dell'assassinio di B., sue immagini a cavallo o busti; fino al sec. 16° questo motivo appare sui sigilli degli arcivescovi e del monastero della cattedrale di Canterbury (Borenius, 1932, pp. 74-76, tavv. 27-29). Ricami in opus anglicanum su vesti liturgiche presentano di frequente il motivo dell'assassinio di B.; di grande interesse, anche per le evidenti connessioni, sono le mitrie ricamate dei secc. 12° e 13°, che raffiguravano il tema sulla fronte del vescovo che le indossava (Borenius, 1932, pp. 83-84, tav. 32, 2).
Bibl.:
Fonti. - Thómas saga erkibyskups. A life of Archbishop Thomas Becket, in Icelandic, a cura di E. Magnússon, in Rer. Brit. MAe. SS, LXV, 1-2, 1875-1883; Materials for the history of Thomas Becket, ivi, LXVII, 1-7, 1875-1885.
Letteratura critica.
Storia. - A.P. Stanley, Historical Memorials of Canterbury, London 1904 (1855); D. Knowles, Thomas Becket, London 1970; A. Duggan, Thomas Becket. A Textual History of his Letters, Oxford 1980; R. Foreville, Thomas Becket dans la tradition historique et hagiographique, London 1981; F. Barlow, Thomas Becket, London 1986.
Arte. - Y. Delaporte, E. Houvet, Les vitraux de la cathédrale de Chartres, Paris 1927, I, pp. 247-254; T. Borenius, St. Thomas Becket in Art, London 1932; id., Some Further Aspects of the Iconography of St. Thomas Becket, Archaeologia 83, 1933, pp. 171-186; O. Demus, The Mosaics of Norman Sicily, London 1949; id., Romanische Wandmalerei, München 1968 (trad. it. Pittura murale romanica, Milano 1969); W. Sauerländer, Gotische Skulptur in Frankreich 1140-1270, München 1970; C. Maines, A Figure of St. Thomas Becket at Chartres, ZKg 36, 1973, pp. 163-173; C.M. Kauffmann, Romanesque Manuscripts 1066-1190, London 1975; W. Urry, Some Notes on the two Resting Places of St. Thomas Becket at Canterbury, in Thomas Becket, a cura di R. Foreville, "Actes du Colloque International, Sédières 1973", Paris 1975, pp. 195-209; C. Brisac, Thomas Becket dans le vitrail français au début du XIIIe siècle, ivi, pp. 221-231; S. Caudron, Les châsses de Thomas Becket en émail de Limoges, ivi, pp. 233-241; J.C. Dickinson, Some Medieval English Representations of St. Thomas Becket in France, ivi, pp. 265-271; N. Coldstream, English Decorated Shrine Bases, JBAA 129, 1976, pp. 15-34: 28-29; D.H. Farmer, s.v. Thomas Becket von Canterbury, in LCI, VIII, 1976, coll. 484-489; M.H. Caviness, The Early Stained Glass of Canterbury Cathedral, circa 1175-1220, Princeton 1977; U. Nilgen, Thomas Becket as a Patron of the Arts. The Wall Painting of St. Anselm's Chapel at Canterbury Cathedral, AHist 3, 1980, pp. 357-374; M. Gosebruch, Der Braunschweiger Dom und seine Bildwerke, Königstein 1980; M. H. Caviness, The Windows of Christ Church Cathedral Canterbury, in CVMAe. Great Britain, II, London 1981; F. Farina, B. Fornari, L'architettura cistercense e l'abbazia di Casamari, Casamari 1981; N.J. Morgan, Early Gothic Manuscripts [I] 1190-1250 (A Survey of Manuscripts Illuminated in the British Isles, 4), Oxford 1982; C.F.R. de Hamel, Glossed Books of the Bible and the Origins of the Paris Booktrade, Woodbridge 1984; U. Nilgen, Intellectuality and Splendour: Thomas Becket as a Patron of the Arts, in Art and Patronage in the English Romanesque, a cura di S. Macready, F.H. Thompson (The Society of Antiquaires of London, Occasional Papers, n.s., 8), London 1986, pp. 145-158; L.F. Sandler, Gothic Manuscripts 1285-1385 (A Survey of Manuscripts Illuminated in the British Isles, 5), 2 voll., London 1986; K. Clausberg, Der Erfurter Codex Aureus, Wiesbaden 1986.U. Nilgen