BEG o BEY
Il vocabolo Beg (\arabo\), divenuto bey (\arabo\) nel moderno turco osmānli, significa signore, principe (p. es. d'una tribù), capo, nei varî idiomi turchi. Nell'uso ufficiale dell'Impero ottomano aveva parecchie accezioni; fra l'altro designava i sovrani (sia musulmani sia cristiani) di stati vassalli della Turchia, e in questo senso originario appunto è rimasto ancor oggi quale titolo del sovrano della Tunisia, ove esso si scrive \arabo\. Inoltre in Turchia è titolo onorifico che spetta ufficialmente ai figli di pascià (v.), ai militari del 5° e 6° grado (tenenti colonnelli e colonnelli) ed ai membri di famiglie di capi di tribù; in tutti questi casi il titolo è posposto al nome personale, p. es. Meḥmed Bey. Per i gradi dei funzionarî civili non è chiaramente stabilito a quali esso spettî, benché anche ufficialmente si continui a farne uso. Nella conversazione si usa spesso bey rivolgendosi a persone colte di qualche riguardo, le quali non abbiano diritto a questo titolo o ad altro maggiore; è atto di pura cortesia.
Usi analoghi, per influenza del passato dominio turco, si hanno in Palestina, Siria, Mesopotamia ed Egitto; in quest'ultimo paese il grado di bey (pronunziato bēh, pur scrivendosi sempre \arabo\ ufficialmente è di tre classi, in corrispondenza a tre categorie di funzionarî civili, e le prime due classi possono essere conferite anche a notabili egiziani non funzionarî, che abbiano reso servigi al paese (regio decreto 3 del 4 gennaio 1923). In Egitto inoltre il grado di bey, al pari di quello di pascià, si poteva conferire anche ai funzionarî stranieri in servizio permanente egiziano; ma questa facoltà è cessata con le disposizioni del 1923, che escludono gli stranieri da pubblici impieghi permanenti.