behaviorismo
Teoria e scuola di psicologia (dall’ingl. behaviour, «comportamento»), di cui fu iniziatore lo psicologo americano John B. Watson nel 1914 e che dominò la ricerca sperimentale in psicologia negli USA fino alla fine degli anni Cinquanta del 20° secolo. Il b. pone come unico oggetto della psicologia il comportamento osservabile dell’individuo, cioè le sue reazioni in una determinata situazione, abbandonando i concetti di mente, di Io e di coscienza. Il comportamento prende il posto della sensazione e della percezione della psicologia classica, cosicché il pensiero viene ricondotto all’attività muscolare impiegata per parlare, il sentimento al tono edonico dipendente dai movimenti d’intumescenza e di restrizione degli organi genitali. Pertanto il b. si avvicina molto alla tesi del fisiologo russo Ivan P. Pavlov, riducente la psicologia alla fisiologia, nonostante Watson distinguesse tra la prima, che studia il funzionamento degli organi, e la seconda, che studia il comportamento dell’individuo nel suo complesso.
Secondo uno dei suoi massimi esponenti, lo psicologo sperimentale americano Burrhus F. Skinner, qualunque comportamento umano e animale può essere modificato dal rinforzo (➔) mediante il condizionamento operante (➔ apprendimento); la psicologia scientifica dovrebbe quindi studiare soltanto le correlazioni tra particolari stimoli ambientali (S) e le reazioni motorie o verbali apprese dal soggetto (R) in risposta a tali stimoli. Il modello concettuale del comportamento secondo il b. è perciò rappresentato nell’espressione S➔R. Ulteriori e importanti sviluppi della teoria del b. si sono avuti con Clark L. Hull ed Edward C. Tolman, grazie ai quali il cosiddetto neobehaviorismo recuperò l’interesse per quelle variabili interne dell’individuo (definite variabili intervenienti) che modulano la correlazione tra S e R. Il modello originario venne perciò modificato in S➔O➔R, proprio per accentuare il ruolo dei fattori individuali (abitudini, atteggiamenti, esperienza passata, ecc.) che modificano del tutto o in parte la percezione dello stimolo S e l’organizzazione della risposta R da parte dell’organismo O. Grazie a questo rinnovamento concettuale, dal b. scaturì alla fine degli anni Cinquanta del 20° sec. la rivoluzione che portò alla nascita della psicologia cognitiva (➔).