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Bartók, Béla

di Raffaele Pozzi - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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Bartók, Béla

Raffaele Pozzi

L'incontro tra musica colta e canto popolare nel Novecento

Compositore, pianista, studioso di musica popolare e insegnante, l'ungherese Bartók è tra le figure più importanti della musica moderna. Il suo linguaggio di compositore si fonda su un originale rapporto tra la tradizione colta e i canti popolari contadini, che egli iniziò a raccogliere in Ungheria in un clima di valorizzazione del patrimonio culturale nazionale

Un giovane nazionalista

Béla Bartók nacque a Nagyszentmiklós, un paesino della Transilvania ungherese, oggi Romania, il 25 marzo 1881. Iniziò giovanissimo a studiare pianoforte e terminò i suoi studi all'Accademia di musica di Budapest, mettendosi in luce soprattutto come pianista. A questo periodo risale il poema sinfonico Kossuth (1903), ispirato all'eroe nazionale ungherese Lajos Kossuth che aveva guidato i moti rivoluzionari del 1848 contro il governo asburgico. Anche Bartók condivideva le idee politiche nazionaliste e, in campo musicale, sentiva la necessità di un rinnovamento che liberasse l'Ungheria dal dominio culturale austro-tedesco.

Lo studio del canto popolare

Nel 1905 Bartók avviò le prime ricerche sulla musica popolare. La raccolta e lo studio dei canti contadini magiari furono una svolta nel suo cammino di compositore. Interessandosi alle strutture del canto popolare trovò una risposta alla crisi della tonalità iniziata alla fine dell'Ottocento, dopo che la tonalità (musica, grammatica della) era stata alla base della musica colta europea, per oltre due secoli, da circa metà del Seicento.

Nel canto contadino Bartók riconobbe anche le radici culturali nazionali da opporre ai modelli austriaco e tedesco; con i suoi studi, inoltre, diede un importante impulso allo sviluppo della disciplina che si occupa delle musiche di tradizione orale, cioè non scritte, l'etnomusicologia.

Nelle opere di questo periodo si può constatare come il compositore sappia appropriarsi in modo creativo di elementi del repertorio popolare, quali la modalità e il ritmo irregolare. Ne sono un esempio le quattordici Bagattelle per pianoforte op. 6 (1908) o la raccolta Per i bambini (1908-09), che offre 85 elaborazioni per pianoforte di canti popolari ungheresi e slovacchi.

Primitivismo ed espressionismo

Tra il 19° e il 20° secolo l'arte europea si interessò alle culture delle popolazioni primitive, che venivano riscoperte e apprezzate per la loro diversità. Anche nella musica di Bartók compaiono ritmi selvaggi e sonorità aggressive: l'Allegro barbaro (1911) per pianoforte o il concerto n. 2 per pianoforte e orchestra (1930-31) sono due noti esempi di questo primitivismo musicale bartokiano.

Un altro lavoro importante è la pantomima in un atto Il mandarino meraviglioso (1926), su un soggetto cupo che crea un'allucinata atmosfera espressionistica. In una malfamata periferia di città tre banditi spingono una ragazza ad attrarre uomini per derubarli. Un mandarino cinese, innamoratosi di lei, cade nel tranello ma resiste a tutte le successive torture della banda che lo vuole eliminare. I malviventi tentano di impiccarlo ma egli cade dalla forca. Solo quando la ragazza, impietosita, allontana i banditi e si unisce a lui, il mandarino muore.

Dagli anni Venti all'esilio negli Stati Uniti

Tra gli anni Venti e Trenta Bartók attenuò le sonorità aggressive e dissonanti tipiche della sua produzione precedente, influenzato dalla tendenza neoclassica prevalente in quel periodo nella musica europea. Il neoclassicismo proponeva un ritorno a uno stile più essenziale. Bartók non interpretò tuttavia il neoclassicismo come nostalgia del passato, ma come un'attenzione tutta moderna ai valori della forma, con un richiamo a Ludwig van Beethoven. La ricerca in questo campo è testimoniata dal quarto e dal quinto quartetto per archi (1928 e 1934). Notevole fu inoltre il suo contributo a una nuova didattica del pianoforte con la raccolta di 153 pezzi di difficoltà progressiva intitolata Mikrokosmos (1926-39).

Costretto all'esilio dall'invasione nazista dell'Ungheria, dal 1940 Bartók visse, in una situazione di isolamento umano e culturale, vicino a New York, dove morì il 26 settembre 1945. A questo periodo risalgono importanti opere assai rappresentative del suo ultimo stile, quali il concerto per orchestra (1943) e il concerto n. 3 per pianoforte e orchestra (1945).

Vedi anche
etnomusicologia Ramo della musicologia nato in Gran Bretagna e in Germania alla fine del 19° secolo. Suo oggetto di studio è l’insieme delle tradizioni musicali che non rientrano nella musica colta europea e che comprendono invece tutte le espressioni musicali legate a gruppi etnici o sociali, tramandate principalmente ... Ungheria Stato interno dell’Europa orientale, confinante con la Slovacchia a N, l’Ucraina a NE, la Romania a E, la Serbia e la Croazia a S, la Slovenia e l’Austria a O. 1. Caratteristiche fisiche Il territorio ungherese si presenta per lo più pianeggiante (per oltre il 70% della superficie totale), con rilievi ... Zoltán Kodaly Kodaly ‹kódaal'›, Zoltán. - Musicista (Kecskemét 1882 - Budapest 1967). Direttore del Consiglio dell'Accademia musicale, cui diede il suo valido contributo fino agli ultimi giorni di vita, Kodaly, Zoltan è considerato il capo della moderna scuola nazionale ungherese e insieme a Bartók una delle personalità ... Luciano Bèrio Bèrio, Luciano. - Musicista italiano (Oneglia 1925 - Roma 2003). Figura di primo piano dell'avanguardia musicale del dopoguerra, ha esplorato diverse dimensioni compositive: dall'esperienza seriale alla musica concreta fino alle elaborazioni elettroacustiche e all'attenzione per il folclore, il jazz ...
Indice
  • 1 Un giovane nazionalista
  • 2 Lo studio del canto popolare
  • 3 Primitivismo ed espressionismo
  • 4 Dagli anni Venti all'esilio negli Stati Uniti
Categorie
  • BIOGRAFIE in Musica
  • TEMI GENERALI in Musica
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  • LUDWIG VAN BEETHOVEN
  • ETNOMUSICOLOGIA
  • NAGYSZENTMIKLÓS
  • POEMA SINFONICO
  • ESPRESSIONISMO
Altri risultati per Bartók, Béla
  • Bartók, Béla
    Enciclopedia on line
    Musicista ungherese (Nagyszentmiklós 1881 - New York 1945). Il linguaggio di B. si fonda su un originale rapporto fra la tradizione colta e i canti popolari che raccolse in Ungheria; successivamente egli spinse la sua arte verso conquiste più personali, diventando uno dei maggiori esponenti della musica ...
  • BARTOK, Béla
    Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)
    Musicista, morto a New York il 27 settembre 1945.
  • BARTÓK, Béla
    Enciclopedia Italiana (1930)
    Musicista, nato a Szerb-Nagy-Szent-Miklós (ora Sânmiclauşul-Mare) il 25 marzo 1881, studiò musica dapprima sotto la guida della madre, indi pianoforte e armonia con László Erşel. A diciott'anni aveva già composto una sonata per pianoforte e due quartetti. Si fece notare dapprima come pianista. Le sue ...
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