Tarr, Bela
Tarr, Bela. – Regista cinematografico ungherese (n. Pécs 1955). Fin dagli esordi ha conquistato l’interesse della critica internazionale per il suo stile volto a promuovere l’idea di un cinema specchio della crisi comunicativa che affligge l’umanità. Riflesso stilistico di un'insanabile solitudine, lenti carrelli e lunghi piano-sequenza osservano nei suoi film i protagonisti muoversi in un'estrema dilatazione temporale. Nella sua ultima filmografia T. ha confermato di prediligere l’impatto fotografico del bianco e nero, oltre che rinnovare il sodalizio con i suoi collaboratori di fiducia: il compositore Mihàly Vig, la moglie e co-regista Agnes Hranitzky, lo scrittore e sceneggiatore Laszlò Krasznahorkai e l’operatore Fred Kelemen. La ripetizione della stessa simbologia, della stessa struttura figurativa, affidata a ritmi dilatati, acquisisce un risultato diverso nei differenti contesti filmici, pur se continua a farsi carico dell’indagine su personaggi svantaggiati, moralmente e socialmente, come la compagnia circense in Werckmeister harmóniák (2000; Le armonie di Werckmeister) e il manovratore ferroviario di una stazione marittima in A Londoni férfi (2007; L’uomo di Londra). Con A Torinói ló (2011; Il cavallo di Torino), T. sembra voler chiudere un percorso iniziato con il monumentale Sátántangó (1994) e proseguito con Werckmeister harmóniák; opera cupa e visionaria dove protagoniste sono figure esemplari di un’esistenza che scivola nell’oblio lentamente, il film ha ottenuto l’Orso d’argento al Festival del cinema di Berlino.