BELGIO (VI, p. 505; App. I, p. 251; II, 1, p. 372)
Il Belgio ha una popolazione di 9,2 milioni di abitanti su una superficie di km2 30.507, con una densità media di 300 ab./km2; nell'ultimo decennio si è avuto, pertanto, un aumento di poco più di mezzo milione di abitanti, cioè del 6% circa rispetto alla popolazione del 1948.
Dei 3.050.700 ettari della superficie territoriale, 926.000 (30,4%) sono dedicati alle colture, 695.000 (22,8%) ai prati e ai pascoli, 591.000 (19,4%) sono coperti da boschi e il resto da terreni incolti e da suolo improduttivo.
Quasi il 57% delle terre coltivate è dedicato ai cereali (522.000 ha), fra i quali il grano (215.000 ha e 7,8 milioni di q) e l'orzo (94.000 ha e 3,2 milioni di q) risultano notevolmente aumentati rispetto al periodo prebellico, mentre l'avena (139.000 ha e 4,4 milioni di q) e la segala (63.000 ha e 2 milioni di q) hanno subìto una forte contrazione. Altre notevoli produzioni, quasi tutte aumentate nel corso dell'ultimo decennio, sono quelle delle patate (20 milioni di q), dei legumi (piselli 210.000 q, fave 90.000 q, fagioli 10.000 q), della barbabietola da zucchero (28 milioni di q) e da foraggio (50 milioni di q), della cicoria (560.000 q), del lino (200.000 q di fibra e 2 milioni di q di paglia) e del tabacco (30.000 q). Le colture in serra si estendono su oltre 1000 ha e dànno grandi quantità di ortaggi, di fiori e di frutta.
La scarsezza di mano d'opera agricola - alla quale si cerca di ovviare con lo sviluppo della meccanizzazione (oltre 40.000 trattori e altrettante mietitrici nel 1959) - e il maggior consumo di carni e di latticinî hanno determinato un forte aumento dell'allevamento dei bovini (2,6 milioni nel 1959 contro 1,7 nel 1946), dei suini (1,3 milioni nel 1959 contro 700.000 nel 1946) e degli ovini-caprini (250.000 nel 1959 contro 210.000 nel 1946), mentre è diminuito quello degli equini (180.000 nel 1959 contro 300.000 nel 1946), per il minore impiego dei cavalli nei lavori agricoli e nei trasporti militari. In lieve diminuzione è anche la pesca (circa 600.000 q di pesce sbarcato, per 1/4 aringhe), che dispone di una flotta di battelli e di motopescherecci della stazza complessiva di 30.000 tonnellate.
Ma, nonostante il carattere intensivo e i recenti progressi dell'agricoltura e dell'allevamento, l'economia del B. è fondata prevalentemente sulle industrie, che hanno oggi, in quasi tutti i settori, indici di produzione notevolmente superiori a quelli prebellici, pur dovendosi registrare nell'ultimo biennio una lieve diminuzione nella produzione carbonifera, siderurgica, metallurgica e tessile a causa della recessione mondiale e dell'alto costo della mano d'opera, che pone il Belgio in condizioni di inferiorità rispetto agli altri stati aderenti alla CECA e al MEC.
La produzione del carbone, dopo aver superato i 30 milioni di t nel 1952 e nel 1953, si è in seguito contratta fino a 27 milioni di t nel 1958, per gli alti costi e le difficoltà dell'estrazione, mentre è aumentata l'importazione dei carboni grassi, di cui il sottosuolo belga è povero, e che arrivano dalla Ruhr e dai Paesi Bassi a prezzi notevolmente inferiori a quelli dello stesso carbone belga. In aumento è, invece, la produzione di energia elettrica (12,2 miliardi di kWh nel 1958, per il 98% di origine termica), che si è quasi raddoppiata nell'ultimo decennio. Sono in progetto due centrali elettronucleari da 15.000 kWh l'una, che saranno alimentate con l'uranio ricavato dai minerali radioattivi del Congo Belga (1000 t di ossido di uranio prodotte nel 1958).
La produzione attuale della ghisa (5,5 milioni di t) e dell'acciaio (6 milioni di t), pur essendo più che doppia di quelle del 1938 e del 1948, è lievemente diminuita rispetto al livello massimo toccato nel 1956 (5,8 milioni di t di ghisa e 6,4 milioni di t di acciaio). Pure diminuita nell'ultimo biennio è la lavorazione dello zinco (236.000 t. nel 1956, 215.000 nel 1958) e del piombo (100.000 t nel 1956, 96.000 nel 1958), mentre è in aumento quella del rame (155.000 t nel 1958). La produzione del cemento, dopo aver raggiunto i 4,7 milioni di t nel 1957, è diminuita a 4,1 milioni di t nel 1958. Anche la produzione delle industrie tessili si è contratta ed è scesa fra il 1957 e il 1958 da 111.000 a 86.000 t per i filati di cotone, da 47.000 a 38.000 t per quelli di lana, da 11.000 a 8.000 t per quelli di lino e da 13.000 a 10.000 t per quelli di raion.
Fra le altre produzioni industriali, quasi tutte in continuo aumento, sono ancora da ricordare quelle della carta (370.000 t), delle calzature (10 milioni di paia), delle pantofole (7,5 milioni di paia), delle pelli, del vetro, del tabacco, della margarina (i milione di q), della birra (10 milioni di ettolitri), dello zucchero (3,8 milioni di q), dell'alcole (270.000 ettolitri), dei latticinî, delle conserve alimentari, della gomma, dei concimi chimici, dei prodotti chimici e dei derivati del petrolio, lavorato nelle grandi raffinerie del porto di Anversa.
Nell'ultimo decennio si è avuto un notevole potenziamento delle vie e dei mezzi di comunicazione, il cui traffico è considerevolmente aumentato rispetto al periodo prebellico, soprattutto nel settore marittimo ed in quello aereo. Attualmente il B. dispone di una rete stradale di 46.000 km, compresi 11.000 km di vie di grande comunicazione, fra cui l'autostrada Bruxelles-Ostenda, di una rete ferroviaria di 4860 km, più 7000 km di linee secondarie e vicinali, e di 1570 km di vie acquee interne (canali e fiumi navigabili). Gli autoveicoli in circolazione sono oltre 800 mila, con un rapporto elevatissimo di un autoveicolo ogni 11 abitanti.
Nel 1958 le merci trasportate dalle ferrovie ammontano a quasi 60 milioni di t e quelle trasportate dalla navigazione interna a 52 milioni di t. Nei porti del B. si è avuto in totale, nel 1958, un movimento di 24 milioni di t di merci sbarcate (di cui 21 milioni nel solo porto di Anversa) e di 17 milioni di t di merci imbarcate (di cui 15 milioni ad Anversa). La flotta mercantile si compone di 200 navi con una stazza complessiva di 600.000 t, notevolmente superiore a quella del 1948.
Grande sviluppo hanno avuto di recente i trasporti aerei, gestiti dalla SABENA (Société Anonyme Belge d'Exploitation de la Navigation Aérienne), la cui rete si estende su tutta l'Europa, sull'Africa, sul Medio Oriente e sul Nord America, con 190.000 km di linee. Nel 1958 il traffico aereo della Sabena è stato di 1200 milioni di passeggeri/km e di 35 milioni di t/km di merci, posta e bagagli; nello stesso anno il grande aeroporto di Bruxelles (Melsbroek) ha registrato un movimento totale di 53.000 aerei, di 1,1 milioni di passeggeri e di 36.000 t di merci. Da alcuni anni la Sabena ha istituito anche dei servizî aerei a mezzo di elicotteri, la cui rete si irradia dall'eliporto Allée Verte di Bruxelles fino a quelli di Rotterdam, Eindhoven, Lilla, Parigi, Bonn, Colonia e Dortmund.
Il B., già unito dal 1922 al Lussemburgo nell'Unione Economica Belga-Lussemburghese (UEBL), ha costituito nel 1948, insieme al Lussemburgo e ai Paesi Bassi, un'unione doganale, trasformata in unione economica nel 1958 (vedi benelux, in questa App.). Il commercio estero dell'UEBL è fortemente aumentato nell'ultimo decennio, sia per la quantità che per il valore delle merci.
Fra il 1948 e il 1958 (i cui valori presentano una lieve diminuzione rispetto a quelli massimi toccati nel 1957) le importazioni sono salite da 29,2 milioni a 57 milioni di t e da 87 miliardi a 156,5 miliardi di franchi belgi, e le esportazioni sono aumentate da 15,1 milioni a 27,7 milioni di t e da 75 miliardi a 152,3 miliardi di franchi belgi. Le esportazioni coprono attualmente il 97% delle importazioni, ma la bilancia dei pagamenti è senz'altro attiva per l'apporto dei capitali investiti all'estero e del movimento turistico, che nel 1958, in occasione dell'Esposizione Universale di Bruxelles, ha registrato oltre 16 milioni di presenze di stranieri.
Nel 1958, in valore, le importazioni sono costituite per il 21% da articoli manifatturati (filati, tessuti, carta, metalli preziosi, articoli in metallo), per il 19% dalle macchine e dal materiale da trasporto, per il 18% da combustibili fossili, per il 13% da prodotti alimentari, per il 7% da prodotti chimici e per il restante 8% da prodotti varî. Il valore delle esportazioni è dato per il 55% da articoli manifatturati (metalli, pietre preziose, filati, tessuti, cemento), per il 14% da macchine e materiale da trasporto, per l'8% da prodotti chimici, per il 6% da combustibili fossili e prodotti petroliferi, per il 6% da materie prime (soprattutto lino), per il 5% da prodotti alimentari e per il restante 6% da prodotti varî.
Nel 1958 le importazioni dell'UEBL provenivano, in valore, per oltre tre quinti da soli cinque paesi: Germania Occidentale 17,3%, Paesi Bassi 16%, Francia 11,6%, S.U.A. 10%, Congo Belga 5,3%; seguivano la Svezia col 3,1%, l'Italia e la Persia col 2,2% ciascuno, e, con percentuali fra l'1% e il 2%, la Svizzera, l'Australia, l'Argentina e il Canada. Nello stesso anno le esportazioni dell'UEBL erano destinate principalmente ai Paesi Bassi (21,2% del valore complessivo), alla Germania Occidentale (11,5%), alla Francia (10,5%), agli S.U.A. (9,5%), al Congo Belga (4%), alla Svizzera (2,9%), alla Svezia (2,7%), all'Italia (2,3%) e all'Argentina (2,1%). Per il commercio all'interno del Benelux vedi anche Benelux, in questa App.
Gli scambî commerciali fra l'UEBL e l'Italia si sono più che raddoppíati, in valore, nell'ultimo decennio ed hanno raggiunto i 3360 milioni di franchi belgi (pari a circa 42 miliardi di lire italiane) per le importazioni dall'Italia (frutta, legumi, ortaggi, riso, tessili artificiali, automobili) e i 3450 milioni di franchi belgi (pari a 43 miliardi di lire) per le esportazioni verso l'Italia (ferro, acciaio, carbone, metalli non ferrosi, lana, prodotti chimici, macchine tessili, cemento).
Finanze. - Dato il carattere prevalentemente industriale e l'alto grado di dipendenza dall'estero dell'economia belga, le vicende finanziarie del paese in quest'ultimo decennio sono state caratterizzate da un movimento alterno di stasi e di tensione monetaria. La politica di disavanzo nel bilancio statale, connessa anche al finanziamento pubblico degli investimenti nel territorio nazionale e nel Congo Belga, e i movimenti di capitali da e per l'estero sono stati altrettanti fattori autonomi di squilibrio monetario.
L'azione della banca centrale intesa a contrastare lo sviluppo eccessivo dei mezzi di pagamento all'interno e a salvaguardare la posizione valutaria del paese si è manifestata con frequenti variazioni dei margini di riserva delle banche e del saggio ufficiale di sconto, in modo da livellare i saggi d'interesse rispetto a quelli prevalenti all'estero. Attraverso il Fonds de Rente è stato possibile ripristinare una politica più attiva al fine di regolare l'offerta di fondi mediante l'acquisto e la vendita di titoli pubblici sul mercato aperto; e ciò con l'intervento diretto della banca centrale a favore delle operazioni del Fondo.
In seguito alla svalutazione generale del 1949 la parità ufficiale del franco belga, dichiarata al Fondo Monetario Internazionale, è stata fissata in 50 fr. b. per 1 dollaro S.U.A. sulla base di tale parità il contenuto aureo del franco è stato definito nel 1957 in 19,75 milligrammi di oro fino. Secondo il nuovo statuto monetario approvato il 12 aprile 1957 la facoltà di una modificazione del contenuto in oro del franco è stata riservata al Parlamento, dopo la sospensiva che era stata deliberata nel 1944. Analoga deroga era stata allora fatta per la banca centrale circa l'obbligo di copertura dei suoi impegni a vista. Con le nuove disposizioni tale obbligo è stato nuovamente introdotto, e la copertura in oro è stata fissata ad un terzo di detti impegni. La conversione in oro dei biglietti bancarî rimane tuttavia sospesa ma, al fine di facilitare il passaggio dalla convertibilità di fatto, a quella di diritto, la legge ha conferito al sovrano il potere di rimuovere in qualunque momento quella sospensiva legale, che è stata accordata alla banca di emissione.
Storia. - Il malessere politico in Belgio, espresso dai contrasti di indirizzo economico e scolastico tra i due maggiori partiti, cristianosociale e socialista, pur uniti in una coalizione governativa di necessità, si aggravò nel 1949 in seguito al riemergere della questione reale. Ritenendo sanati dal tempo i motivi che lo avevano escluso temporaneamente dal trono, in virtù della legge del luglio 1945 che decretava la sua impossibilità a regnare, Leopoldo III dal suo esilio elvetico accentuò le pressioni per un suo ritorno sul trono, in seguito all'incontro di Berna con il reggente principe Carlo di Fiandra dell'aprile 1949. La coalizione cristiano-sociale e socialista non resse all'urto delle nuove avvisaglie della questione leopoldina: in seguito a nuove elezioni nel giugno 1949, fu costituito il gabinetto G. Eyskens, cristiano-sociale e liberale, più favorevole al ritorno del re.
Per superare le difficoltà costituzionali di un'abrogazione della legge del 1945, fu concordato tra re e governo, nell'ottobre, la convocazione di un referendum consultivo, che avrebbe dovuto orientare il Parlamento nella decisione che solo ad esso spettava. Il referendum del 12 marzo 1950 diede il 57,68 dei voti a favore del ritorno di Leopoldo e 43,22% di voti contrarî. Ma l'aspetto più grave dei risultati, accentuato nelle nuove elezioni legislative fatte nel giugno successivo, fu l'approfondimento del dissenso tra Fiamminghi e Valloni, i primi favorevoli a Leopoldo e gli altri contrarî, mentre la regione mista di Bruxelles si era pronunciata anch'essa contro.
Il nuovo Parlamento abrogò il 20 luglio la legge del 1945. Leopoldo tornò a Bruxelles due giorni dopo. Violente furono le reazioni socialiste e di una parte dei liberali, non senza estremismi repubblicani, fino allora mancati nella controversia leopoldina. Il re fu quindi costretto a cedere i poteri sovrani al figlio Baldovino il 1° agosto, e nel giugno 1951 abdicò: Baldovino fu proclamato sovrano il 17 luglio 1951. Il malessere serpeggiò ancora perché Leopoldo rimase nella residenza reale di Laeken: accusato di influire sul figlio, nella primavera 1959 Leopoldo dovette abbandonare Laeken, incolpato tra l'altro di aver indotto la Corte a predisporre il matrimonio del principe ereditario Alberto in Vaticano anziché a Bruxelles.
Dopo quattro anni di governo cristiano-sociale, le elezioni del 1954 diedero vita al gabinetto A. van Ackers, socialista-liberale, che nel 1958, in seguito alla vittoria elettorale cristiano-sociale, fu seguito da un nuovo gabinetto Eyskens, cristiano-sociale e liberale. Ma i contrasti sulla politica scolastica e sulla politica economica, aggravatasi quest'ultima in seguito alla crisi carbonifera del 1958-1959, continuarono a caratterizzare la vita politica belga. A quei problemi si aggiunse nel 1959 l'insorgere del nazionalismo nel Congo e i contrasti sulle modalità dell'avviamento del Congo verso l'indipendenza: l'intransigenza dei partiti congolesi al fabianesimo belga non si affievolì neppure dopo la visita fatta nel Congo da re Baldovino nel dicembre 1959.
La politica estera belga ebbe frattanto una costante continuità occidentalistica. Associato nel Patto di Bruxelles del marzo 1948 alla Gran Bretagna, alla Francia, all'Olanda ed al Lussemburgo, il Belgio firmò l'alleanza atlantica. Si associò alla CECA, malgrado le difficoltà tecniche della sua produzione carbonifera, ed alla CED, che il Parlamento belga ratificò prima che quel trattato fosse respinto dall'Assemblea nazionale francese (agosto 1954). Successivamente il Belgio aderì all'UEO, sostituto della CED, e ai trattati di Roma della Comunità economica europea e dell'EURATOM.
Per quanto riguarda il problema del Congo, al programma moderato di Van Bilsen del 1955 fu preferito il piano di una emancipazione accelerata e la conferenza della Tavola rotonda conclusasi il 20 febbraio 1960 decise di condurre il Congo all'indipendenza il 30 giugno 1960. Per il distacco della ricca colonia e le sue fasi drammatiche e confuse di lotte interne e di interventi internazionali, v. congo, in questa App.
Bibl.: J. Tilmont, La Belgique et le Congo belge, Namur 1952; A. H. Tandy, Belgium and Luxembourg, Londra 1953; F. Dussart, R. Contreras, Géographie de la Belgique et du Congo, Bruxelles 1955; J. Wullus Rudiger, En marge de la politique belge, 1914-1956. Bruxelles 1957; F. Baudhuin, Histoire économique de la Belgique, Bruxelles 1958.