BELGRADO (VI, p. 537)
Lo sviluppo edilizio e demografico di Belgrado è stato molto intenso nel decennio 1930-40, tanto che la città tendeva ormai a formare un unico organismo urbano con Semlino (Zemun), cui era congiunta da un grande ponte sulla Sava. Anche Pančevo, unita a Belgrado con una linea ferroviaria, poté trarre vantaggio dalla vicinanza alla capitale. Pur tuttavia l'aspetto di Belgrado rispecchiava per più riguardi la sua storia e accanto ai piccoli caffè e alle antiche piccole case erano sorti ministeri ed edifici statali, che dovevauo servire a uno stato unitario di 15 milioni di abitanti.
Il bombardamento aereo dell'aprile 1941 (v. appresso), arrecò danni assai gravi alla città, malgrado la sua considerevole estensione dovuta all'esistenza di molte case basse. A causa della distruzione dei ponti sulla Sava e sul Danubio, Belgrado venne inoltre separata dal suo contado. Nel 1942 contava 295.718 abitanti.
Sorta la repubblica federale iugoslava, di cui Belgrado continua ad essere la capitale, essa adempie ora anche le funzioni più modeste di capoluogo della Serbia, in gara per il primato culturale con Zagabria, capoluogo della Croazia, e con Lubiana, capoluogo della Slovenia. La ricostruzione è in corso secondo un nuovo piano regolatore.
Storia. - La capitale del regno di Iugoslavia, che era stata dichiarata città aperta, fu soggetta, nei giorni 6 e 7 aprile del 1941, all'inizio delle ostilità, a violenti bombardamenti aerei tedeschi. Subito dopo, Belgrado apparve essere il probabile punto d'incontro delle colonne tedesche e ungheresi, che con movimento concentrico invadevano la Iugoslavia dalla Stiria, dall'Ungheria, dalla Romania e dalla Bulgaria. L'attacco diretto fu portato dal corpo d'armata del generale P.L. von Kleist, il quale partito dalla regione a nordovest di Sofia, raggiunse, il 9 aprile, l'ampia valle della Morava e la risalì rapidamente, puntando decisamente su Belgrado. Incontrò una notevole resistenza solo nelle immediate vicinanze a sud della città, sul M. Avala, il 12. Nel frattempo, distaccamenti del 1° corpo d'armata (gen. von Weichs), che dalla Stiria erano scesi in Slovenia, avevano varcato la Drava e la Sava e dopo aver oltrepassato la capitale ad occidente, si erano accodati al corpo d'armata del generale von Kleist. Questi entrò a Belgrado il 13 aprile 1941.
Durante il corso della controffensiva sovietica nel 1944, mentre i Tedeschi ripiegavano verso nord, sotto la minaccia di essere tagliati fuori dalle armate sovietiche provenienti da oriente, le forze partigiane rinnovavano i loro attacchi verso la capitale, nella quale entrarono da sud pressoché contemporaneamente ai Russi, il 20 ottobre 1944. Fra i primi reparti di partigiani entrati in Belgrado, erano i battaglioni italiani "Matteotti" e "Mazzini", che subito dopo la conquista della città formarono la divisione "Italia".