believing without belonging
<bilìiviṅ u̯idħàu̯t bilòṅiṅ> locuz. sost. ingl., usata in it. al masch. – Teoria elaborata dalla sociologa inglese Grace Davie secondo la quale la religione predominante in Occidente non è più il cristianesimo ma il «credere senza appartenere». Davie sostiene che la maggioranza degli occidentali si dichiara ancora credente in Dio, o almeno in un potere superiore, ma non si può dire che 'appartenga' ad alcuna religione in quanto frequenta molto raramente i luoghi di culto a causa di una forma di disimpegno o per una pratica della delega, e non per una critica articolata della religione istituzionale. Il fenomeno di 'religione vicaria' coinvolgerebbe più della metà degli europei per i quali le Chiese sono utili istituzioni sociali, di cui avranno probabilmente bisogno in un’occasione o due durante la vita, per es. per il funerale; per il resto dell'esistenza si accontenteranno di lasciare che le Chiese e chi va in chiesa mantengano viva una memoria per loro conto. Dal momento che appartenere costa, la maggioranza che crede senza appartenere delega alla minoranza impegnata il compito di di andare in chiesa. Il fenomeno, tipico delle democrazie europee, non è diffuso negli Stati Uniti, dove l’appartenenza sarebbe ancora molto forte, mentre nei Paesi totalitari – come in Polonia o nella regione baltica prima della caduta del comunismo – si sarebbe verificato il suo opposto, 'appartenere senza credere', vale a dire la frequentazione delle chiese come protesta politica anche da parte di persone non veramente credenti. La teoria di Davie ha ricevuto numerosi consensi, mentre le critiche si appuntano sulla nozione di 'appartenenza', che può essere evidentemente declinata in modi diversi.