Bellaccoglienza
Personaggio allegorico del Fiore; corrisponde a Bel Acueil del Roman de la Rose. Nel sistema di simboli che è l'allegoria del poemetto, il valore di B. oscilla tra quello di ipostasi della propizia disposizione della donna (è infatti figliuol' a Cortesia, XV 9-10; cfr. XXXI 7, CCXXVI 3-4, CCXXVII 1; e ha facoltà di disporre del fiore: dama del fiore, XV 10), e di rappresentazione della donna stessa (donna mia, CXLI 1). L'ambivalenza si rafforza nel Fiore rispetto al romanzo francese anche per il cambiamento di genere (da maschile a femminile).
B. simpatizza per l'Amante fin da quando è accesa del fuoco di Venere (XV 12 ss., XVII-XIX; e cfr. XXVII 12-14); dopo avergli concesso di baciare il fiore (XX), viene duramente rimproverata da Gelosia (XXIII), che la rinchiude nel castello sotto la sorveglianza della Vecchia (XXVII 5-6, XXXI; e cfr. XXI 9-11, XXIII 5-7, LI 3-4, LII 1, CXXXIII 13-14, CXXXIV 5-9). B. è la destinataria delle gioie recate da Falsembiante alla Vecchia (CXXXVIII-CXXXIX; CXLI-CXLIV), ed è oggetto dell'opera di indottrinamento di quest'ultima, alla cui esaltazione dell'amore mercenario oppone la ferma difesa di costumi e valori cortesi (CXCV-CXCVI). Per intercessione della Vecchia, ad Amante è di nuovo concesso di incontrarsi con lei (CXCVI-CXCVII; CCI), ma mentre questi cerca di sottrarle il fiore, è aggredito dalle potenze psicologiche antagoniste di Schifo, Paura, Vergogna, che di nuovo e più duramente imprigionano B. (CCIII-CCV). Solo un secondo intervento di Venere permetterà di sconfiggere le forze ostili ad Amante e di liberare definitivamente B. (CCXXVI). Per la mediazione di Franchezza, Pietà e Cortesia, B. si dona infine completamente all'Amante (CCXXVI-CCXXVII). Linguisticamente, la parlata di B. pare caratterizzata da una grazia mondana, non immune da eleganti tinteggiature oitaniche (cfr. i sonetti CXCV-CXCVI). Il nome ricorre inoltre in XV 13, XXXI 1 e 10, LI 4, LXX 8, LXXI 11, LXXII 5, CXCIV 2, CXCIX 3, CCXXXI 9, CCXXVII 12.