BELLESMANZA (Blasmanta)
Originario di Verona e, come sembra, colà residente "in domo Gerardelli a Glara", fu vescovo cataro della Chiesa di Desenzano (anche detta Albanese, forse perché derivata dall'Albania) tra il 1210 ed il 1250. In questo periodo B. continuò l'indirizzo della Chiesa dualista radicale detta di Drugunthia (Dragowitza?), nella quale residui pauliciani, si erano fusi con elementi bogomili; in B. l'adesione al mito del dualismo radicale continuò anche quando si verificò, verso il 1230, la diffusione delle idee opposte di Giovanni di Lugio, principale esponente del gruppo e successore dello stesso B. dal 1250 al 1260.
B. succedeva ad una serie di vescovi a noi noti esclusivamente per il nome, che coprono l'arco cronologico che va dal celebre concilio di Saint-Félix de Caraman al 1210-20: Giovanni Bello, Marchisio da Soiano, Arnizone di Soiano, Albano (eponimo della Chiesa Albanese?) e Filippo.
Dalla meditazione religiosa e dai sicuri rapporti col mondo balcanico questo gruppo elaborò un suo nùto, secondo il quale il mondo della luce e quello delle tenebre sono identici e contrastanti, e per organizzazione e per struttura: "entrambi con i loro angeli, il buono con i buoni ed il principio cattivo con i malvagi, erano nei loro regni: l'uno nella sua patria celeste, l'altro... nella macchina del mondo, machina mundialis" (Manselli, L'eresia..., p. 204). Lucifero, figlio del re malvagio, sali al mondo della luce, riuscendo a trasfigurarsi in angelo buono e a divenire capo degli stessi angeli buoni, che poi sollevò in ribellione. Sconfitto, fu precipitato nella terra, trascinando la terza parte delle stelle e cioè degli angeli che vi abitavano. Avendo in comune col gruppo cataro di Concorezzo l'elemento della identificazione di Satana come villicus di Dio, il gruppo di Desenzano se ne distacca proprio per la concezione dell'inserimento doloso di Satana fra gli angeli buoni, presso i quali, secondo i Concorezziani, invece, Satana avrebbe avuto un posto di preminenza sin dall'origine. Le anime degli angeli caduti - non il loro corpo e spirito rimasti negli originari abitacoli celestiali - furono imprigionate da Lucifero nei corpi terreni: la salvezza sarà possibile mediante l'invio sulla terra di Gesù Cristo, Figlio del Dio buono. Per la venuta del Cristo la sconfitta del Principe del mondo, cioè Lucifero, è certa: ma gli uomini, corpi animati o da spiriti creati dal principio malvagio o dalle anime degli angeli buoni sedotti, devono attendere che si compia il loro destino. La Redenzione avverrà nei fedeli catari, i quali riusciranno a vivere secondo i dettami della fede.
Al di là di questi punti essenziali del mito loro proprio, i catari di Desenzano accettavano completamente le altre credenze, consuetudini e riti del catarismo.
La scomparsa di B. cui successe, come si è detto, nel 1250 Giovanni di Lugio, avvenne in un momento di crisi del catarismo, accentuato dalla coincidenza della crisi del ghibellinismo in Italia (nel 1250 moriva Federico II) e del trionfo della corrente di Giovanni di Lugio, sfociata in scisma.
Fonti e Bibl.: Fonti e completa bibl. si trovano in A. Dondaine, La hiérarchie cathare en Italie. II. Le 'tractatus de hereticis' d'Anselme d'Alexandrie O. P., in Archivum Fratrum Praedicatorum, (1950), pp. 236-258, 286-288, 306, 310; A. Borst, Die Katharer, Stuttgart 1953, p. 236; R. Manselli, L'eresia del male, Napoli 1963, pp. 204-207.