BELLUNO (VI, p. 574 e App. I, p. 256)
Mentre la città (28.718 ab. nel dicembre 1947) ha subito scarsi danni durante la seconda Guerra mondiale, la linea ferroviaria che segue il corso del Piave è stata interrotta tra Feltre e Sedico, in seguito alla distruzione d'un lungo viadotto sul torrente Viera, per cui le comunicazioni tra Venezia e la parte settentrionale della provincia (Cadore, Ampezzano) vennero disimpegnate dalla nuova linea Vittorio-Ponte nelle Alpi (inaugurata nel 1938).
Storia. - Dopo la proclamazione dell'armistizio (8 settembre 1943) la provincia di Belluno, con quelle di Trento e di Bolzano, passò sotto il controllo germanico: le tre provincie costituirono la zona dell'Alpenvorland, retta da un commissario, che aveva sede in Bolzano. Detta zona veniva a formare un corpo del tutto distinto dal resto dell'Italia posta ancora sotto la giurisdizione della "repubblica sociale", tanto che le misure militari e di polizia di esso governo non vi avevano corso. Le spese relative all'amministrazione erano però sostenute dal governo fascista. Da parte germanica si ricorse a un richiamo in massa alle armi che però rimase nella provincia di Belluno lettera morta. Assai più vasta fu invece la precettazione di lavoratori per l'organizzazione Todt.
A partire dal giugno 1944, cominciò ad esplicarsi l'attività di resistenza partigiana, cui i Tedeschi risposero con rastrellamenti in massa quali quelli del Grappa e del Cansiglio nel settembre 1944. Con l'avvicinarsi delle truppe alleate la lotta crebbe di vigore e non ebbe termine che il 1° maggio 1945. La città di Belluno fu di conseguenza insignita della medaglia d'oro al valor partigiano.