BELLUNO (VI, p. 574; App. I, p. 256; II, 1, p. 380)
La città, nel suo sviluppo, tende a collegarsi coi sobborghi di S. Gervasio (a SO) e di Cavarzano (a NE). Un'altra direttiva di sviluppo è rappresentata dalla strada di Ponte delle Alpi, lungo la quale sono sorti soprattutto alberghi e ristoranti. Nella provincia la manodopera continua ad essere esuberante e il movimento demografico risulta stazionario o in regresso per la forte emigrazione, mentre la saturazione demografica è causa di una forte disoccupazione. In parte essa ha trovato occupazione in opere pubbliche e soprattutto nei grandiosi lavori idroelettrici, in corso di effettuazione (v. Piave). Lo sfruttamento dei pascoli e dei boschi, che dovrebbe costituire la base economica locale, non ha fatto invece progressi di rilievo. Anche l'allevamento degli animali da pelliccia (volpi argentate, visoni, pecore karakul) non ha dato grandi risultati. Invece si è andata ancor più sviluppando, soprattutto nel Cadore, l'industria degli occhiali (60 fabbriche con 1600 addetti). Un'altra attività che ha avuto nell'ultimo decennio un sensibile incremento è stata l'industria turistica, sia estiva sia invernale, potenziata mediante l'impianto di funivie, seggiovie, ecc. In occasione delle Olimpiadi invernali, svoltesi a Cortina nel 1956, sono stati creati appositamente moderni impianti per gli sport invernali, soprattutto un modernissimo stadio del ghiaccio (per pattinaggio e hockey su ghiaccio) e un trampolino olimpionico per i salti con lo sci. Dopo Cortina maggior numero di presenze hanno Auronzo e Pieve di Cadore. Più recente è lo sviluppo turistico del Nevegal, presso Belluno.