beltà
. Tale francesismo compare in varie forme: ‛ beltate ', che è presente 2 volte; ‛ bieltate ', 13 volte; ‛ bieltade ', 5 volte, e la forma tronca ‛ bieltà ', 7 volte; inoltre le forme ridotte: ‛ biltade ', 5 volte; ‛ biltate ', 3 volte; ‛ biltà ', 4 volte. In rima compaiono 8 volte la forma ‛ bieltate ', 1 volta ‛ biltate ' e 2 volte ‛ beltate '. Il termine non compare mai nella Commedia, nella quale D. usa la forma ‛ bellezza ' (v.). È detto genericamente del corpo umano, in Cv III IV 7 non dovemo lodare l'uomo per biltade che abbia da sua nativitade ne lo suo corpo, e in IV Le dolci rime 127 [L'anima] Ubidente, soave e vergognosa / è ne la prima etate, / e sua persona adorna di bieltate / con le sue parti accorte, dove D. intende bellezza come ordine delle parti del corpo, come si deduce da IV XXV 11 e 12 la nostra anima... allora opera bene che 'l corpo è bene per le sue parti ordinato e disposto. E quando elli è bene ordinato e disposto, allora è bello per tutto e per le parti.
Con riferimento alla bellezza femminile, il termine appare in Rime XL 6 Disio verace... mosse di valore e di bieltate; LVII 6, LXXX 23, XC 39 e 52, CVI 7, 13, 16, 21, 141 e 145, Rime dubbie XI 5, Vn XII 12 21 Amore è qui, che per vostra bieltate I lo face, come vol, vista cangiare; XIV 11 4, XIX 11 50, XX 5 9 (ripreso ai §§ 6 e 8), XXIV 3 (2 volte) e 6, XXVI 11 5 (ripreso al § 14), XXXIII 7 20. Lo stesso valore ha in Fiore XXVII 11 saria folle se 'llei mi fidasse / per la bieltà ch'ha 'n lei maravigliosa, CXLVI 14, CXLVII 2, CLV 14, e in Detto 178. Il termine è personificato e indica un attributo della giovinezza e della donna, in Rime dubbie XXVI 5 Beltà e Cortesia sua dea la chiama, / e fanno ben, ché l'è cosa si fina / ch'ella non par umana, anti divina, / e sempre sempre monta la sua fama; in Fiore I 9 Bieltà è una delle cinque saette di Amore, e in LXXIX 7 Bieltate è un elemento della baronia di Amore.
Riferito letteralmente all'aspetto della Donna gentile, che è allegoria della filosofia, in Cv III Amor che ne la mente 63 Sua bieltà piove fiammelle di foco, / animate d'un spirito gentile / ch'è creatore d'ogni pensier bono (ripreso in VIII 15, XV 11; e nella forma biltade, in VIII 14, 16 e 20, XV 11), il vocabolo acquista una connotazione morale e intellettuale, come s'intende da XV 12 sua biltà, cioè moralitade, piove fiammelle di foco, cioè appetito diritto, che s'ingenera nel piacere de la morale dottrina; lo stesso valore allegorico in Amor che ne la mente 68 Però qual donna sente sua bieltate / biasmar per non parer queta e umile, / miri costei ch'è essemplo d'umiltate! (ripreso 3 volte in VIII 21 e 2 volte in XV 13), XV 14 li costumi sono beltà de l'anima. Il termine vale concretamente " donna di gran bellezza ", in Rime LXVII 71 m'apparve poi la gran biltate / che si mi fa dolere.