belva
. Nel senso proprio di " bestia feroce ", " fiera ", il sostantivo sembra usato in Pg XIV 62 poscia li ancide come antica belva, cioè, secondo l'interpretazione dell'Ottimo, " Come antica fiera crudele, vaga di sangue umano ", che è da intendere riferito a Fulcieri. Altri commentatori antichi (Benvenuto, Anonimo, Landino) e molti moderni (Del Lungo, Porena, Sapegno, Chimenz) intendono invece: " come si fa con le bestie vecchie che vengon mandate a macellare " (Sapegno), mentre i più (Torraca, Scartazzini-Vandelli, Pietrobono, Casini-Barbi, Momigliano, Grabher, ecc.) intendono " come vecchia belva, abile per lunga esperienza e sicura nel suo inferocire " (Vandelli), salvando così il riferimento a Fulcieri.
Una riesumazione dell'interpretazione dell'Ottimo ha compiuto con valide ragioni il Pagliaro (Ulisse 609, nota): " L'interpretazione del paragone ‛ come antica belva ' come riferito non al soggetto, Fulcieri, bensì all'oggetto, cioè alle sue vittime, la quale, proposta dagli antichi, prevale presso i commentatori moderni (‛ li fa uccidere come una bestia vecchia che viene mandata al macello '), a parte la difficoltà del termine belva usato per l'animale domestico divenuto bestia da macello (belva è parola nobile), urta appunto contro la qualifica di ‛ antica ' che per il suo particolare livello espressivo non può considerarsi sinonimo di ‛ vecchia '. Palesemente la ferocia sanguinaria di Fulcieri è paragonata a quella delle belve del mito antico alle quali si attribuivano stragi di uomini e di animali, come il cinghiale di Caledonia, e i mostri che ricevevano vittime umane dei racconti romanzeschi medievali ".
Con valore metaforico il sostantivo è usato invece in Pg XXXII 160 mi fece scudo / a la puttana e a la nova belva, dove la nova belva è il mostruoso carro che simboleggia la Chiesa corrotta (per l'allegoria, il Pézard [ad l.] rinvia a Le chevalier à la charrette et la dame du char).