Bhutto, Benazir
Bhutto, Benazir. – Politica pakistana (Karachi 1953 - Rawalpindi 2007). Figlia di Zulfikar Ali Bhutto (presidente del Pakistan dal 1971 al 1973 e primo ministro dal 1973 al 1977), è stata la prima donna a ricoprire la carica di primo ministro in un paese islamico (1988-90 e 1993-96), in seguito alla vittoria del suo partito, il Pakistan people’s party (dal 2002 Pakistan people’s party-Parliamentarians, PPP-P), nelle elezioni legislative. Implicata nelle vicende giudiziarie del marito Āṣif ̔Alī Zardarī (v.), ministro per gli Investimenti, arrestato con l'accusa di corruzione, nell'aprile 1999 è stata condannata in contumacia (era in viaggio all'estero quando è stata emessa la sentenza) per corruzione a cinque anni di reclusione e all'interdizione per dieci anni dai pubblici uffici. In esilio a Londra, dopo l'amnistia concessa dal presidente Parvez Musharraf, è rientrata in patria nell'ottobre 2007, accolta a Karachi da una folla sterminata. Nel tragitto dall’aeroporto alla sua abitazione ha subito un attentato che ha lasciato sul terreno 193 morti e 550 feriti circa. Nonostante questo, B. ha continuato a comparire in pubblico, cercando di guadagnare consensi popolari. Il 27 dicembre 2007, nel pieno di una campagna elettorale da cui secondo tutti i pronostici sarebbe dovuta uscire vincitrice, è stata assassinata a Rawalpindi, durante l’ennesimo bagno di folla. L’omicidio ha scosso il Paese, scatenando disordini di piazza e proteste, nonché una ridda di ipotesi sulla meccanica dell’attentato, sugli esecutori e sui possibili mandanti. Ma, soprattutto, la morte di B. si è rivelata un disastro politico per Musharraf e per il suo governo che ha subito una dura sconfitta elettorale. Dopo la scomparsa di B. la guida del PP-P è stata assunta dal marito, eletto nel 2008 presidente in seguito alle dimissioni di Musharaff.