Bencelare (Buon-Celare)
Personaggio allegorico del Fiore che raffigura l'accorta opera di occultazione che deve presiedere all'amore cortese (‛ celare ' è tecnico in questo senso nei siciliani). Il suo ruolo narrativo è identico a quello di Bien Celers del Roman de la Rose. Vassallo dell'armata di Amore (LXXIX 10), gli viene assegnato il compito di sconfiggere, insieme a Diletto, Vergogna (LXXXIV 9). Nella grande battaglia finale Ben-Celare porge aiuto a Diletto, che sta per essere sopraffatto da Vergogna, e batte quest'ultima, ma è a sua volta vinto da Paura (CCV-CCXII): cioè, fuori di allegoria, la riservatezza del commercio amoroso riesce a sconfiggere un ordine di riserve sociali (Vergogna), ma soccombe di fronte a forze puramente emotive e irrazionali (Paura). Alla battaglia allegorica corrisponde, quasi svelamento letterale, il confronto in rima dei nomi comuni ‛ celare ' e ‛ vergogna ' (Tu non temi aver vergogna / di me; chéd e' non ha di qui a Bologna / nessun, ch'un fatto saccia me' celare / che saprò io, e per ciò porto il nome, CCXI 6-9). In CCXI 1 ricorre la variante Buon-Celare, per parallelismo con buon guerrier dello stesso verso (Molt'era buon guerrier quel Buon-Celare).