BENCOVICH, Federico, detto il Federighetto o il Dalmatino
Non si conosce il luogo della sua nascita avvenuta nel 1677.
Secondo un Catalogo della raccolta Conte Algarotti, senza data, nacque a Venezia, da padre dalmata. Una scritta su un disegno raffigurante la Fuga in Egitto nel Museo Correr lo dice "schiavon", mentre un'altra, di mano dello Zanetti, su uno schizzo con la Madonna e s. Francesco, all'Albertina di Vienna, lo chiama "Federighetto da Verona". Secondo Mariette fu suo parente un Gaetano, "fameux musicien... qui le tira de son pays, et qui le fit venir à Venise dans le desscin d'eri faire un peintre".
Verso il 1695 il B. studiava pittura a Bologna con Carlo Cignani (Zanelli). Nel 1707 lavorava accanto al maestro a Forli, dove dipinse, secondo l'Oretti, una Giunone, tuttora esistente nel palazzo Orselli. Altre opere, presurnibilmente giovanili, come la pala di Bregantino (Rovigo) con la Madonna, s. Simeone Stock e s. Antonio da Padova e una Deposizione nel duomo di Vicenza, farebbero pensare anche, secondo l'Arslan, a una educazione lombarda. Verso il 1710 il B. tornò a Venezia dove si legò d'amicizia con Rosalba Carriera. "Alors - dice Mariette - la Rosalba prit des leçons de lui, et peignit même plusieurs miniatures d'après des dessins qu'il lui fournissoit".
A Venezia dipinse per il principe elettore di Magonza Lotario Francesco di Schönborn, vescovo di Bamberga, il grande mecenate della Franconia, quattro dipinti per la galleria che andava costituendo, verso il 1714, nel suo castello di Pommersfelden. Erano Agar nel deserto, Il sacrificio d'Ifigenia, Il sacrificio d'Isacco e Apollo che scortica Marsia. I due primi, considerati fra le opere più significative del B., si trovano tuttora sul posto. Del terzo si conosce una replica autografa nella galleria Strossmayer a Zagabria. Il quarto non è più reperibile.
Nel 1716, sempre per interessamento di Gaetano, il B. fu invitato a Vienna. Vi si recò, passando per Milano, dove lasciò alcuni dipinti citati dal Bartoli, ma oggi smarriti. A Vienna diventò protetto del vicecancelliere dell'Impero Federico Carlo di Schönborn e lavorò per il ramo austriaco di questa famiglia. Ma nemmeno di queste opere è rimasta traccia. Tra il 1725 e il 1728 era di nuovo a Venezia dove dipinse, per la chiesa di S. Sebastiano, il Beato Pietro Gambacorti tuttora sul posto, ma privo degli affreschi in chiaroscuro che originariamente lo circondavano. Il 6 dic. 1733 il B. si trovava di nuovo a Vienna, da dove indirizzò una lettera a Rosalba Carriera, lamentandosi dei pittori veneziani che s'ingegnavano a screditarlo con la calunnia.
Nel 1734 il B. dipinse, per la Residenza di Würzburg, quattro storie: Sacrificio di Jefte, Mosè dinanzi al Faraone, Giudizio di Salomone e Rachele al pozzo. Solo le prime due si trovano tuttora sul Posto. Il 22 maggio 1734 il B. venne nominato "pittore di corte et domestico" di Federico Carlo di Schónbom. In questa occasione gli vennero commissionate due pale, una raffigurante l'Immacolata Concezione e l'altra S. Michele arcangelo. Il B. le dipinse nel 1735 durante un breve soggiorno a Venezia. Nel 1744 i due dipinti si trovavano ancora a Würzburg, ma otto anni dopo vennero sostituiti dalle omonime pale di Giambattista Tiepolo e se ne son perdute le tracce. Nel 1737 il B. dipinse, sempre per il suo protettore, un Sansone e un Davide, egualmente scomparsi; nel 1740 una grandiosa pala d'altare (dispersa) con cento ritratti della famiglia di Schönborn per il castello di Schönborn-Malleborn. Negli ultimi anni la fortuna del B. sembra in declino: disoccupato, si ritirò a Gorizia, presso la famiglia Attems e ivi morì, all'età di 76 anni, nel 1753.
Altre opere del B. sono un Autoritratto, presso il dott. Ivo Benkovic a Lubiana; una Deposizione dalla Croce nel santuario del castello di Verolanuova (Brescia) che la Wittgens propose di datare al 1730; una Fuga in Egitto, probabilmente giovanile, corrispondente al disegno conservato al Museo Correr, nella chiesetta di S. Giuseppe a Tomo (Feltre); un S. Francesco nella Pinacoteca Querini Stampalia a Venezia; una Maddalena e un bozzetto per pala d'altare con Madonna e santi, ambedue a Berlino (Staatliche Museen). Altri dipinti conosciamo solo attraverso incisioni: S. Gaetano, inciso da A. Schmutzer; S. Sebastiano, inciso dallo stesso B., e una Santa in estasi, incisa da Gaetano Bianchi nel 1730, Ina forse opera giovanile. Al B. si attribuiscono vari disegni di carattere piuttosto eterogeneo. Uno dei più interessanti è il S. Francesco di Paola, all'Albertina di Vienna, inciso dal Pítteri e che corrisponde a un dipinto rinvenuto di recente da Prijateli; studi di nudo all'Accademia di Belle Arti di Vienna, alla Biblioteca Marucelliana di Firenze e nella collezione Benkovic a Lubiana; un Santo nella coll. J. Scholz di New York, e vari altri.
La personalità assai spiccata del B. si afferma in pieno nel gruppo dei dipinti di Pommersfelden, caratterizzati da una magica e gelida luce lunare, dalla linea scattante e convulsa nonché dalla forma "d'una consistenza liscia e pulita nella tradizione del Cignani" (Pallucchini). Il pittore vi attua un linguaggio neomanierista rococò di carattere patetico, affermandosi in netto contrasto sia con la pittura sensuosa di tendenze naturalistiche del Piazzetta, sia con le grazie vaporose e l'effuso cromatismo del gruppo Ricci-Pellegrini. Nell'ambiente veneziano le sue novità impressionarono il giovane Tiepolo, come dimostrano le prime opere della chiesa dell'Ospedaletto. Ma il B. influì soprattutto su Giuseppe Bazzani e, in Austria, su Maulpertsch e tutta la pittura viennese e altoatesina "rococò". Più tardi la sua tavolozza si schiarisce, si attenuano l'asprezza e la concitazione lineare, giungendo, nelle tele di Würzburg, a risultati affini a quelli di M. Bortoloni e di G. B. Mariotti.
Gli scrittori d'arte settecenteschi, già di tendenze neoclassiche, non potevano apprezzare l'arte del Bencovich. La sua rivalutazione è pertanto un fatto recente, resa possibile dalle fruttuose ricerche archivistiche di un suo discendente, il dottor Ivo Benkovic di Lubiana, i risultati delle quali furono pubblicati da L. Donati nel 1927.
Fonti e Bibl.: J. Zanelli, Vita del gran pittore Carlo Cignani, Bologna 1722, p. 60; Bologna, Bibl. dell'Archiginnasio, ms. B. 129, M. Oretti, Notizie de' Professori del disegno; P. A. Orlandi-P. Guarienti, Abecedario pittorico, Venezia 1753, pp. 162 s. (sub voce F. Boncorich); P-J. Mariette, Abbecedario, in Arch. de l'Art Franc., I, Paris 1851-1853, pp. 117 s.; A. M. Zanetti, Della pittura venez., Venezia 1771, pp. 450 s.; F. Bartoli, Notizie delle pitture sculture ed architetture delle città d'Italia, Venezia 1776, I, p. 240; G. A. Moschini, Della letteratura veneziana del sec. XVIII, Venezia 1806, II, p. 285; A. De Vesme, Le peintregraveur italien, Milan 1906, pp. 366 s.; L. Donati, F. B., in Arch. storico per la Dalmazia, IV (1927), pp. 106-120; Id., F. B., ibid., VI (1929), pp. 492-94; Id., Ancora di F. B., ibid., VIII (1930), pp. 322-350 (con catal. delle opere e bibl.); R. Pallucchini, F. B., in Riv. d'arte, XIV (1932), pp. 301-320; Id., Contributo alla biografia di F. B., in Atti del R. Ist. veneto di scienze lettere e arti, XCIII (1933-34), pp. 1492-1511 (con docc.); Id., Profilo di F. B., in La critica d'arte, I (1936), pp. 205-220; M. Goering, Unbekannte Werke von F. B., ibid., II (1937), pp. 177-81 (tenta di attribuire un'Annunciazione a Cracovia e un Sacrificio d'Ifigenia del Museo di Bruxelles, opera tipica del Mariotti); F. Wittgens, Un nuovo dipinto di F. B., ibid., III (1938). pp. 113 s.; R. Pallucchini, Nuovo contributo al B., ibid., pp. 114 s.; W. Arslan, Inediti di F. B., in Emporium, XCVIII (1943), pp. 158-163; K. Prijateli, F. B., Zagreb 1952; S. Vitelli Buscaroli, Carlo Cignani (1628-1719), Bologna 1953, pp. 137-141; C. Fiskovic, Tragom Federika Benkovica (Suivant la trace de F. B.), in Anali Historijskog Istituta Jugoslavenske Akademije Znanosti i umjetnosti u Dubrovniku, III (1954), pp. 355-374; R. Wittkower, Art and architecture in Italy..., Harmondsworth 1958, pp. 316, 385 n. 48; R. Pallucchini, La pittura veneziana del Settecento, Venezia-Roma 1960, pp. 63-66; G. Gamulin, Za Federika Bencovica, in Peristil, II (1961), pp. 112-114 (con sunto in ital.); U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, p. 297 (con ulteriore bibl.); Encicl. Ital., App. I, pp. 257 s.