benda
Nella Commedia il termine è usato per indicare il velo che veniva prescritto alle donne maritate dagli statuti comunali: Pg XXIV 43 Femmina è nata, e non porta ancor benda, cioè " è ancora fanciulla " (cfr. Angiolieri Anima mia 6 " par che 'l cuor mi fenda / per la gran pena... / ched i' non t'abbi anzi che porti benda "). Per le vedove gli statuti prescrivevano veli bianchi in segno di lutto: pertanto l'espressione di Pg VIII 74 Non credo che la sua madre più m'ami, / poscia che trasmutò le bianche bende, / le quai convien che, misera!, ancor brami, riferita a Beatrice d'Este, vedova di Nino Visconti, indica le sue seconde nozze. Le sacre bende di Pd III 114 sono il velo monacale di Costanza.
In Rime CVI 57 ché rado sotto benda / parola oscura giugne ad intelletto, il vocabolo viene interpretato figuratamente come " velo allegorico "; ma non pochi studiosi preferiscono intendere, coerentemente al contesto, in senso proprio, e interpretare tutto il passo: " raramente un discorso difficile può essere inteso da donne ".
Bibl. - V. Cian, Chiosa dantesca: " sotto benda ", in " Giorn. stor. " XCIV (1929) 390-391; G. Vandelli, in " Studi d. " XV (1931) 160-161.