SAULI, Bendinelli (Bendinello, Bandinello)
– Nacque a Genova nella prima metà del XV secolo, secondogenito di Pasqualotto di Bendinelli senior, mercante e banchiere, e di Clarissa di Pietro Spinola. Allo stato attuale della ricerca non è possibile indicare anno o periodo di nascita, neppure indicativo.
Bendinelli fu personalità di spicco e tra i principali artefici delle fortune dei Sauli nella città di Genova. Ampliò infatti sensibilmente le attività della famiglia non solo in ambito mercantile (tra l’altro, importando tessuti, sete e spezie, soprattutto da Turchia e Chio, anche assieme con i Giustiniani; e inoltre grano, legname e allume) e bancario, ma anche nell’armamento di navi. I notevoli profitti furono reimpiegati in numerose attività e nei più disparati ambiti economici, commerciali e finanziari. Ciò consentì a Sauli non solo l’accumulazione di consistenti capitali, ma anche il raggiungimento di un livello politico, economico e sociale di preminenza nell’ambito della Repubblica genovese, per sé e per la famiglia.
In particolare, Sauli fu annoverato tra gli Anziani tra il 1453 e il 1467, ricoprì funzioni diplomatiche presso la corte del duca di Milano Francesco I Sforza nel 1464, fu eletto tra gli Otto di balia nel 1477 e tra i Protettori del Banco di San Giorgio nel 1479.
Con il medesimo obiettivo di affermazione personale e familiare, proseguendo una strategia già avviata dal padre Pasqualotto, almeno dal gennaio del 1456 Sauli si fece promotore di una decisa e mirata espansione immobiliare tra la piazza di S. Genesio e il vico del Filo, dove i Sauli possedevano da tempo alcune proprietà (probabilmente acquisite già dal nonno Bendinelli senior, in relazione al suo trasferimento da Lucca, alla metà del Trecento circa). Il progetto di creare una coerente isola abitativa permetteva non solo di esaltare l’identità familiare, ma rimarcava altresì la prossimità alla cosiddetta Croce di Canneto, tra la chiesa metropolitana e il vicino Palazzo ducale e la Ripa Maris: una zona con un elevato valore simbolico e altamente strategica per la vita politica, economica e sociale della città. L’impegno di Sauli fu tale che nel 1462 la famiglia risultava possedere presso la piazza di S. Genesio una residenza composta di sei case, tra le quali una con torre stimata in circa 410 lire genovesi. L’immobile fu quindi vincolato dal fedecommesso istituito dallo stesso Sauli il 7 aprile 1481, «cum conditione, et obbligo, quod domus ipsa succedat de primogenito in primogenitum» (Genova, Archivio Durazzo Giustiniani, Archivio Sauli, reg. 388), ma forse la disposizione era già esistente al tempo del padre Pasqualotto.
L’ultimo e maggiore contributo che Sauli diede al successo della famiglia a Genova e in ambito internazionale risulta dal suo testamento, rogato il 16 ottobre 1481 dinnanzi al notaio Bartolomeo Guano. In esso fu disposta l’istituzione di un moltiplico, ovvero una leva finanziaria, di 250 luoghi del Banco di San Giorgio, vincolato a sessant’anni, affidato a fedecommesso individuato nel primogenito Pasquale e nella sua progenie o, in caso di morte, nel secondogenito Antonio e nei suoi discendenti e così a seguire sino all’ultimo erede, per l’edificazione di un complesso ospedaliero – poi non realizzato – e l’erezione di «ecclesia una magnitudinis que sit capax in qua posse facere et construere capellas duodecim pulcras», con annessa canonica, e un’adeguata dotazione di «sacerdotes sive presbiteri tresdecim» che quotidianamente celebrassero una messa «pro anima sua et suorum» (Genova, Archivio Durazzo Giustiniani, Archivio Sauli, 299). La chiesa doveva essere dedicata alla Madonna e ai Ss. Fabiano e Sebastiano, e destinata a divenire la grandiosa e magnifica cappella gentilizia di famiglia: la futura basilica di S. Maria Assunta in Carignano.
Il 17 giugno 1482 venne ufficialmente istituito il suddetto moltiplico. A un conto iniziale di circa 7000 lire che Sauli aveva presso il Banco di San Giorgio si aggiunsero ulteriori acquisti di luoghi fino alla somma di poco meno di 25.000 lire nel 1483; di anno in anno gli eredi Sauli impiegarono i profitti derivati dalla leva finanziaria per acquistare altri luoghi sul mercato, spesso a un prezzo inferiore a quello nominale di cento lire, riuscendo così ad accrescere enormemente il capitale: circa 46.000 lire nel 1495, circa 68.000 lire nel 1505, poco meno di 100.000 lire nel 1515, circa 165.000 lire nel 1525, circa 211.000 lire nel 1535; nel 1545 i discendenti di Sauli poterono disporre di poco meno di 387.000 lire genovesi, con una crescita dell’investimento iniziale valutata al 1.453%.
Nel 1548 il governo genovese ordinò ai Sauli di attuare finalmente le volontà di Bendinelli. Sebbene la somma fosse di rilievo, probabilmente non sarebbe stata sufficiente a realizzare i desideri di magnificenza e grandiosità espressi nelle disposizioni del 1481. Nondimeno, la Repubblica non ammise ulteriori ritardi. Così, nello stesso 1548 fu individuato nella collina di Carignano il luogo più idoneo alla costruzione; e tra l’agosto e il settembre del 1549 fu incaricato della progettazione e della realizzazione del cantiere Galeazzo Alessi (1512-72), conosciuto e apprezzato dai Sauli a Perugia negli anni in cui la famiglia tenne l’appalto della Tesoreria di Umbria e Perugia (dal 1510 al 1531, e poi ancora dal 1546 al 1550), quando il giovane architetto fu impegnato accanto e poi in sostituzione di Antonio da Sangallo il Giovane per la costruzione della fortezza di Perugia. Il 10 marzo 1552 prese infine avvio la fabbrica della basilica di Santa Maria Assunta di Carignano, i cui lavori si prolungarono fino agli inizi dell’Ottocento.
Sauli morì a Genova tra la fine del 1481 (quando fu registrato il suo testamento) e il 6 febbraio 1482, quando la Repubblica riconobbe (trattandosi di opera pia con carattere di pubblica utilità) l’esenzione fiscale al suo lascito.
L’avvenuta morte fu altresì testimoniata da una notazione del 18 aprile 1482 nell’Introitus et Exitus della Camera apostolica, in cui si registrava un versamento da parte del frate francescano Paolo di Clana, commissario per la crociata, di circa 1500 ducati d’oro «per manus heredum Baudinelli Saulli» (Archivio Segreto Vaticano, Camera Apostolica, Introitus et Exitus, vol. 505, c. 106v).
Fu sepolto nella cappella di famiglia nella chiesa-convento di S. Domenico a Genova. La nobiltà e la generosità del personaggio restarono impresse nella memoria genovese e furono onorate dalla Repubblica, che fece realizzare due sue statue da collocare una presso l’ospedale di Pammatone, l’altra presso il Salone del Maggior Consiglio di Palazzo ducale. Le volontà di Sauli per la costruzione di una magnifica chiesa rappresentarono non solo una chiara affermazione della posizione sociale, del prestigio e del potere che la famiglia aveva raggiunto nel contesto genovese, ma finirono per orientare in modo decisivo le successive scelte politiche e le iniziative economiche dei Sauli in ambito locale e internazionale, tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Genova, Archivio del Banco di San Giorgio, Colonne S. Lorenzo, 1482, n. 333, c. 56v; 1483, n. 341, c. 67v; 1495, n. 437, c. 54v; 1505, n. 516, c. 48v; 1515, n. 598, c. 49v; 1525, n. 688, c. 66v; 1535, n. 778, c. 60v; 1545, n. 865, c. 56r; Archivio segreto Vaticano, Camera Apostolica, Introitus et Exitus, vol. 505, c. 106v; Archivio Spinola di Tassarolo, Registri Sauli aggregati, reg. 2; Genova, Archivio Durazzo Giustiniani, Archivio Sauli, regg. 7, 64, 66-73, 145-148, 299, 353, 388, 428-434, 675-688.
C. Cuneo, Memorie sopra l’antico debito pubblico, mutui, compere e Banca di San Giorgio in Genova, Genova s.d. [ma 1842], p. 308; A.W. Ghia, Il cantiere della basilica di Santa Maria di Carignano dal 1548 al 1602, in Atti della Società ligure di storia patria, n.s., XXXIX (1999), 1, pp. 263-393; M. Bologna, L’archivio della famiglia Sauli di Genova. Inventario, ibid., n.s., XL (2000), 2, pp. 11-16, 38-48 e ad ind.; A.W. Ghia, I disegni di Galeazzo Alessi per la Basilica di Santa Maria di Carignano in Genova, in Studi di storia delle arti, XI (2004-2010), pp. 169-180; Id., «Casa con villa delli Signori Sauli». Piante e disegni dell’Archivio Sauli: catalogo, in Atti della Società ligure di Storia Patria, n.s., XLIX (2009), 2, pp. 87-377; H. Hyde, Cardinal Bendinello Sauli and Church patronage in Sixteenth century Italy, Woodbridge 2009, pp. 3-7; C. Altavista, Il palazzo di Bendinelli I Sauli e la casa Scaniglia in piazza San Genesio a Genova tra valore simbolico e identità familiare. Spigolature dai cantieri architettonici (XV-XIX secolo), in Atti della Società ligure di storia patria, n.s., LIII (2013), pp. 153-198; A. Fara, Banca, credito e cittadinanza: i Sauli di Genova tra Roma e Perugia nella prima metà del Cinquecento, in Mélanges de l’École française de Rome - Moyen Âge, CXXV (2013), pp. 421-430 (http://mefrm.revues.org/ 1346), passim; Id., Credito e cittadinanza: i Sauli, banchieri genovesi a Roma tra Quattro e Cinquecento, in Reti medievali Rivista, XVII (2016), pp. 71-104, passim.