bene (avv.)
È largamente presente in tutte le opere di D. con molti dei suoi diversi valori e impieghi, sia nella forma intera sia tronca (l'una e l'altra in prosa e poesia, prevalendo qui la seconda, là la prima), sia in posizione condizionata sia libera (proclitica o enclitica con indifferenza di forma o di significato). Va rilevato che alcune espressioni compaiono più volte nella stessa opera o in più d'una (di questo si dà qui conto occasionalmente a titolo dimostrativo, o quando la cosa sembra più interessante). In non molti casi l'avverbio è usato in rima: If IV 93 Però che ciascun meco si convene / nel nome che sonò la voce sola, / fannomi onore, e di ciò fanno bene; XXXI 50 Natura certo, quando lasciò l'arte / di sì fatti animali, assai fé bene / per tòrre tali essecutori a Marte; Detto 36 quella che d'ogni bene / è sì guernita bene; Rime XL 11 'n ciò provide vostro spirto bene; ecc. Non è usato il superlativo ‛ benissimo ', ma s'incontrano le forme ‛ assai b. ' (per cui cfr. il passo di If XXXI 50 sopra riportato); ‛ troppo b. ', in Fiore CXXXI 4 troppo ben guardava su' passaggio; CCVII 5 Lo Schifo sì ponea troppo ben mente; CCXXIII 11 tropp'era ben tagliata a gran divisa; da notare la forma comparativa ‛ più b. ', in Cv II X 7 nulla cosa sta più bene in donna che cortesia.
1. Con il valore di " in maniera buona, retta; giusta, esatta; perfetta "; " pienamente "; o " in modo conveniente, opportuno, adatto, vantaggioso "; " con cura "; o anche " con profitto ", e simili, comunque nel senso base di " in modo da dare, rendere, ricevere soddisfazione, utilità piena; da rispondere ai doveri, ai desideri, alle attese, alle necessità " (in unione con verbi di azione operativa, o che in genere esprimano o facciano riferimento a una realizzazione). In svariati casi ci troviamo di fronte a verbi sostantivati, ma poiché sostanzialmente le cose non mutano, non abbiamo ritenuto conveniente distinguerli in un inquadramento a parte. Come anche per ragioni di opportunità pratica non diamo conto di particolari toni che l'avverbio stesso determina o contribuisce a stabilire.
In Rime XL 11 e 'n ciò provide vostro spirto bene; LXXXIII 87-88 perché questa [la leggiadria] / conven che di sé vesta / l'un bene e l'altro male, / ma vertù pura in ciascun sta bene, XC 12 sanza te è distrutto / quanto avemo in potenzia di ben fare, e IX 34, XCI 38 e 45 (in entrambi i casi ben servire), 51 (ancora ben fare). In Cv I II 6 del non potere e del non sapere ben sé menare le più volte non è l'uomo vituperato; V 5 E così colui che è ordinato a l'altrui servigio dee avere quelle disposizioni che sono a quello fine ordinate, sì come subiezione, conoscenza e obedienza, sanza le quali è ciascuno disordinato a ben servire; XII 8 E qui è da sapere che ogni bontade propria in alcuna cosa, è amabile in quella: sì come ne la maschietta essere ben barbuto, e nella femminezza esser ben pulita di barba in tutta la faccia; sì come nel bracco bene odorare, e sì come nel veltro ben correre (diamo qui il passo integrale, anche se i due casi della prima parte rientrano in una categoria che vedremo oltre); IV II 8 Per che le parole, che sono quasi seme d'operazione, si deono molto discretamente sostenere e lasciare, [sì] perché bene siano ricevute e fruttifere vegnano, sì perché da loro parte non sia difetto di sterilitade; XIX 9 vergogna non è laudabile né sta bene ne li vecchi e ne li uomini studiosi; XXI 14 E però vuole santo Augustino, e ancora Aristotile nel secondo de l'Etica, che l'uomo s'ausi a ben fare e a rifrenare le sue passioni; XXIV 11 Dà adunque la buona natura a questa etade quattro cose, necessarie a lo entrare ne la cittade del bene vivere; XXV 1 la quale cosa è l'altra che è necessaria in questa etade a bene intrare ne la porta de la gioventude; e ancora I V 11, III VIII 2, IV VII 8, XX 8 e 9, XXII 6 (è da tenere dietro a quello che bene comincia), XXV 11 e 12, XXVII 5 (due volte), XXVIII 8, ecc. (altri casi simili). Naturalmente la documentazione esplicita, nell'ambito di ciascun tipo, non può non essere ampia, in quanto l'avverbio b. viene a costituire una larga varietà di locuzioni con le diverse forme verbali, delle quali si deve in qualche modo dare atto, anche per il loro ventaglio semantico e per le sfumature contestuali. Continuiamo con i casi della Commedia. In If I 41 sì ch'a bene sperar m'era cagione / di quella fiera a la gaetta pelle / l'ora del tempo e la dolce stagione (cfr. Cv II X 5 due cose [pietà e umiltà]... fanno de la persona bene sperare; e si consideri anche Pd XXIV 40 S'elli ama bene e bene spera e crede, / non t'è occulto); If VI 81 e li altri ch'a ben far puoser li 'ngegni (analogamente in XV 64); XI 51 i vostri non appreser ben quell'arte; XV 99 Lo mio maestro... / poi disse: " Bene ascolta chi la nota " (Boccaccio: " bene ascolta, cioè non invano ascolta, chi la nota, con effetto "); XXXIV 82 Attienti ben, ché per cotali scale / ... conviensi dipartir da tanto male; e XVII 33, XXII 121, XXIII 8. In Pg VII 117 e se re dopo lui fosse rimaso / lo giovanetto che retro a lui siede, / ben andava il valor di vaso in vaso; XVI 44 dimmi s'i' vo bene al varco; 78 lume v'è dato a bene e a malizia, / e libero voler; che, se fatica ne le prime battaglie col ciel dura, / poi vince tutto, se ben si notrica; XXII 60 la fede, sanza qual ben far non basta (analogamente, o comunque la stessa espressione, in XIV 115 e 118, XVIII 105 e 108, XXX 60); XXIII 93 Tanto è a Dio più cara e più diletta / la vedovella mia, che molto amai, / quanto in bene operare è più soletta; XXXII 69 qual vuol sia che l'assonnar ben finga; e V 71, VI 141, XIII 150. In Pd V 32 Se credi bene usar quel c'hai offerto, / di maltolletto vuo' far buon lavoro; VI 132 mal cammina / qual si fa danno del ben fare altrui; X 96 Io fui de li agni de la santa greggia / che Domenico mena per cammino / u' ben s'impingua se non si vaneggia (l'espressione u' ben s'impingua e l'intero verso sono ripresi, come è noto, rispettivamente in XI 25 e 139); XV 141 el mi cinse de la sua milizia, / tanto per bene ovrar li venni in grado (analogamente XVIII 59, XX 59), XXII 6 come madre che soccorre / sùbito al figlio palido e anelo / con la sua voce, che 'l suol ben disporre; XXIX 116 Ora si va con motti e con inscede / a predicare, e pur che ben si rida, / gonfia il cappuccio e più non si richiede; e ancora II 13, VII 121, IX 121 (e cfr. XV 95), XXI 48, XXV 44. In Fiore X 12 e' mi metterebbe in alto grado, / sed i' 'l servisse bene e lealmente (per questo tipo d'uso di due avverbi insieme, vedi anche Cv IV VI 18); XXXIII 4 nulla mi valea il ben governare; XXXIV 8 molto m'attenne ben sua promessione!; LVI 4 Il marinaio ... / si va e' ben le sue vele cambiando; LVIII 10 ella s'è ben prima proveduta; LXXXVI 4 no' lo pagherem ben de l'oltraggio; CXIII 13 lor limosina è bene impiegata; CXXVIII 14 come gente di gran penitenza / si mosser per fornir ben lor giornata; CXCIII 7 a ben far non fu anche conoscente; e ancora VIII 6 e 11, XXIII 2 e 14, XXXIV 12, LVIII 14, LXIX 2, LXXVI 7, LXXXV 2, CXIV 12, CLII 8, CLV 8, CLVIII 1, CLIX 2, CLXV 5, CLXX 9, CCXVII 14, ecc. In Detto 5 che sia per tutto detto / ch'i' l'aggia ben servito.
2. Con il valore di " compiutamente ", " pienamente ", " interamente "; " precisamente ", " esattamente "; " distintamente "; " molto accuratamente "; " attentamente "; " profondamente ", " a fondo "; " in maniera chiara "; " in modo giusto "; " appieno "; " sicuramente " (in unione con verbi o locuzioni di percezione o che comunque si riferiscono all'attività razionale, spirituale, a sentimenti, sensazioni, stati d'animo, o alla sfera della comunicazione).
In Vn IX 5 nominollami per nome, sì che io la conobbi bene; XIV 10 propuosi di dire parole, ne le quali, parlando a lei, significasse la cagione del mio trasfiguramento, e dicesse che io so bene ch'ella non è saputa; XVIII 1 certe donne... sapeano bene lo mio cuore; 2 vidi bene che la mia gentilissima donna non era con esse; XXXIII 2 chi sottilmente le mira vede bene che diverse persone parlano. In Rime XI 13 ond'io mi cangio in figura d'altrui, / ma non sì ch'io non senta bene allore / li guai de li scacciati tormentosi; XXV 64 non vi saprei io dir ben quel ch'io sono; L 67 Canzone, il tuo cammin vuol esser corto; / ché tu sai ben che poco tempo omai / puote aver luogo quel per che tu vai; XC 63 tanto quanto conosco ben ch'io sono / là 'v'io non posso difender mia vita; CII 1 Amor, tu vedi ben che questa donna / la tua vertù non cura in alcun tempo; e XXXVII 14, XLII 5, XLIV 3, 5, 6 e 10, L 21, LXVII 76, LXX 12, LXXX 17, CIV 18, CVI 100, CXVI 37 (vedi anche Rime dubbie V 7 e 24). In Cv I I 6 Manifestamente adunque può vedere chi bene considera, che pochi rimangono quelli che a l'abito da tutti desiderato possano pervenire; V 9 Onde vedemo ne le cittadi d'Italia, se bene volemo agguardare, da cinquanta anni in qua molti vocabuli essere spenti e nati e variati; XI 15 E sanza dubbio non è sanza loda d'ingegno apprendere bene la lingua strana; XII 1 non saprei ben giudicare qual di costoro fosse da schernire di più; 13 noi vedemo che in ciascuna cosa di sermone lo bene manifestare del concetto sì è più amato e commendato; II III 4 Veramente elli di ciò si scusa nel duodecimo de la Metafisica, dove mostra bene sé avere seguito pur l'altrui sentenza là dove d'astrologia li convenne parlare; XI 9 Le quali cose in essa si possono belle vedere, per chi ben guarda; III X 9 l'uomo non dee essere presuntuoso a lodare altrui, non ponendo bene prima mente s'elli è piacere de la persona laudata; XIII 8 dicemo l'uomo facundo eziandio non parlando, per l'abito de la facundia, cioè del bene parlare; IV II 10 E tutte le nostre brighe, se bene veniamo a cercare li loro principii, procedono quasi dal non conoscere l'uso del tempo; III 2 altre divisioni fare si convegnono, a bene prender lo 'ntelletto che mostrare s'intende; XVII 8 Bene si pone Prudenza, cioè senno, per molti, essere morale virtude; 11 ciò è manifesto a chi ben vuole porre mente a le evangeliche parole; XXV 10 Per che bene appare, vergogna essere necessaria in quella etade; XXVI 13 Per che bene appare questa [la cortesia] essere necessaria a la gioventute; e ancora I VII 8, IX 2, XII 2, II II 6, III 10 e 13, IV 7, VI 1, X 2, XII 5, XIII 9, 18 e 30, XIV 6, XV 6 e 9, III I 6, IV 3 e 8, VIII 9, IV VI 3, XIII 11, XXII 9 e 14, ecc. (altri casi simili). Ora gli svariati casi, anche, della Commedia. In If I 10 Io non so ben ridir com'i' v'intrai; II 43 S'i' ho ben la parola tua intesa; III 129 ben puoi sapere omai che 'l suo dir suona; XI 68 assai chiara procede / la tua ragione, e assai ben distingue / questo baràtro e 'l popol ch'e' possiede; 85 Se tu riguardi ben questa sentenza (e 88 vedrai ben); XIV 7 A ben manifestar le cose nove, / dico che arrivammo ad una landa; XV 57 se ben m'accorsi ne la vita bella; XVIII 120 se ben ricordo, / già t'ho veduto coi capelli asciutti; 129 si che la faccia ben con l'occhio attinghe; XXIV 24 Le braccia aperse, dopo alcun consiglio / eletto seco riguardando prima / ben la ruina, e diedemi di piglio; XXIX 135 si che la faccia mia ben ti risponda; XXXII 66 se fosco se', ben sai omai chi fu; e ancora IX 10, 30 e 43, X 97, XI 101, XII 37, XIII 20 (e vedi anche Pd II 124), XV 57, XX 114, XXV 148, XXIX 138, XXXI 25. In Pg II 27 allor che ben conobbe il galeotto, / gridò; VIII 19 Aguzza qui, lettor, ben li occhi al vero; X 135 così fatti / vid'io color, quando puosi ben cura; XIV 22 Se ben lo 'ntendimento tuo accarno; XVI 103 Ben puoi veder che la mala condotta / è la cagion che 'l mondo ha fatto reo; XVII 112 Resta, se dividendo bene stimo, / che 'l mal che s'ama è del prossimo (Pd I 136 Non dei più ammirar, se bene stimo, / lo tuo salir); XIX 138 Se mai quel santo evangelico suono / ... intendesti, / ben puoi veder perch'io così ragiono; XXVI 93 son Guido Guinizelli, e già mi purgo / per ben dolermi prima ch'a lo stremo; XXXI 75 e quando per la barba il viso chiese / ben conobbi il velen de l'argomento; e inoltre III 126, IV 3 e 119, VI 36, 93 e 148, VIII 34 e 105, XVI 130, XXI 24, XXIV 58 e 149. In Pd II 62 Certo assai vedrai sommerso / nel falso il creder tuo, se bene ascolti / l'argomentar ch'io li farò avverso; III 47 se la mente tua ben sé riguarda; 78 se la natura tua ben rimiri; X 126 dentro vi gode / l'anima santa che 'l mondo fallace / fa manifesto a chi di lei ben ode; XI 27 e qui è uopo che ben si distingua; XIII 1 chi ben intender cupe / quel ch'i' or vidi; 91 perché paia ben ciò che non pare; XIX 28 Ben so io che, se 'n cielo altro reame / la divina giustizia fa suo specchio, / che 'l vostro non l'apprende con velame; XX 92 Fai come quei che la cosa per nome / apprende ben, ma la sua quiditate / veder non può se altri non la prome; XXIX 42 tu te n'avvedrai sebene agguati; XXXII 46 e 48 Ben te ne puoi accorger per li volti / e anche per le voci puerili, / se tu li guardi bene e se li ascolti; e inoltre VII 55, VIII 120, XIII 95, XIV 63 e 85, XXIV 68, XXVIII 15. In Fiore XXIV 2 ben s'avvide ch'ella avea fallato; XXV 12 Ben sa ch'e' non ti move di natura!; XXVI 2 conobbe ben ched egli avea mispreso; LXXIII 14 per ciò che ben in lor non si fidava, LXXXIV 6 quella che sa ben la vecchia danza; LXXXVII 8 ch'i' conoscea ben tu' tradimento; CXXXIV 7 Ben lo dissi e dirò, ch'ella volea / donargli il fior; e questa era sua 'ntenza; CLI 14 i' sarò ancora per te vendicata / se tu ben riterrai la mia lezione; CLXXV 6 altri in cui fidar ben si potesse; CCXXII 9 chéd e' non è più gioia che ben amare; e ancora XXXIX 12, XLI 12, CI 1, CXXXI 9, CXXXIII 10, CXXXVII 12, CXLVIII 3, CLV 5, CLXXI 10, CLXXXI 12, CXCVII 4, CCIX 5, ecc. In Detto 50 ciascun vuole ed ama, / chi di lui ben s'inama; 274 chéd i' ho ben a mente / ciò ched e' m'ebbi in grado / sed i' 'l servisse a grado; 298 ch'i' so ben, chi pro' caccia, / convien che bestia prenda; ecc.
3. 1. Con valore rafforzativo o intensivo (con vario tono e sfumature diverse), per sottolineare o puntualizzare un concetto, o comunque alcunché, con gli usi e i significati di " davvero ", " proprio ", " senz'altro ", " veramente ", " sicuramente ", " certamente ", " piuttosto ", " pure ", e simili, in Vn XXV 10 E questo mio primo amico e io ne sapemo bene di quelli che così rimano stoltamente. In Rime XX 34 Ben converrà che la mia donna mora; XXXI 13 Ben è con quella donna quello Amore; LI 13 e dico ben, se 'l voler non mi muta, / ch'eo stesso li [gli occhi] uccidrò que' scanoscenti!; LXI 3 ch'altro consiglio, ben lo vi protesto, / non vi si può già dar; LXVII 68 parve ben che morte / per lui in questo mondo giunta fosse; LXXI 4 Ben ha le sue sembianze sì cambiate; CI 31 Ma ben ritorneranno i fiumi a' colli / prima che questo legno molle e verde / s'infiammi... / di me; CII 52 entrale in core omai, ché ben n'è tempo; CXI 12 Ben può con nuovi spron punger lo fianco (vedi anche Rime dubbie III 18, V 27, XVI 25). In Cv III IV 3 e quella orazione si può dir bene che vegna da la fabrica del rettorico; IV XIII 6 Ben puote ancora calunniare l'avversario dicendo che, avvegna che molti desiderii si compiano ne lo acquisto de la scienza, mai non si viene a l'ultimo; XV 6 che, perdonimi Aristotile, asini ben si possono dire coloro che così pensano; XIX 8 nobilitade, che bene è vera salute; XXII 12 se da sua naturale radice uomo non ha questa sementa, ben la puote avere per via d'insetazione; XXIX 8 A la seconda questione si può rispondere, che una progenie per sé non hae anima, e ben è vero che nobile si dice ed è per certo modo; e ancora II IX 2, IV XIV 6, XVI 6, XX 6, XXVIII 11 e 16, XXX 6. In If VII 50 tra questi cotali / dovre' io ben riconoscere alcuni / che furo immondi di cotesti mali; IX 85 Ben m'accorsi ch'elli era dal ciel messo; 123 fuor n'uscivan sì duri lamenti, / che ben parean di miseri e d'offesi; XII 85 Ben è vivo, e sì soletto / mostrar li mi convien la valle buia; XXXII 139 Ma l'altro fu bene sparvier grifagno / ad artigliar ben lui; XXXIII 40 Ben se' crudel, se tu già non ti duoli / pensando ciò che 'l mio cor s'annunziava (alcuni casi qui registrati potrebbero forse essere collocati nel paragrafo seguente, dove si considera l'avverbio in unione con aggettivi); infine altri tre casi: XIII 76, XX 128, XXXIV 36. In Pg I 93 Ma se donna del ciel ti move e regge, / come tu di', non c'è mestier lusinghe: / bastisi ben che per lei mi richiegge; XI 34 Ben si de' loro atar lavar le note / che portar quinci; XVI 58 Lo mondo è ben così tutto diserto / d'ogne virtute, come tu mi sone; 66 Frate, / lo mondo è cieco, e tu vien ben da lui; XXIII 33 chi nel viso de li uomini legge ‛ omo ' / ben avria quivi conosciuta l'emme; XXIV 110 per fare esser ben la voglia acuta, / tien alto lor disio e nol nasconde; XXX 73 Guardaci ben! Ben son, ben son Beatrice; XXXI 55 Ben ti dovevi, per lo primo strale / de le cose fallaci, levar suso / di retro a me che non era più tale. In Pd XII 73 Ben parve messo e famigliar di Cristo, e II 13 (va sottolineato che questo tipo di uso, soprattutto intensivo, espressivo, emotivo, non a caso ha una presenza ridottissima nel Paradiso). In Fiore VIII 13 ma ben vorre' che, quando gli piacesse, / e' m'alleggiasse il mal che sì m'ha stretto; XXVI 3 Il diavol ben m'avea sorpreso, / quand'io a nessun uom mostrav'amore; LXXXVI 2 S'uomini ricchi vi fanno damaggio, / vo' avete ben chi ne farà vendetta; CVI 9 E ben avess'egli anima di santo, / il pover, non mi piace sua contezza; CLXXIV 14 e quel che ti sarà assai costato / a l'avvenante caro il ti terrai, / con tutto n'aggie tu ben mal mercato; CCV 7 Allor credetti ben ricever morte, / tanto facean di me gran malmenata; e inoltre XCI 9, CLIV 5, CLXXXI 3, CXCVIII 13, CCIX 7, CCXIX 6. In Detto 254 ben seria foll'o re' / quand'io il pensasse punto; 277 Ben ci ha egli un cammino / più corto, e 352.
In rilievo vogliamo qui mettere il seguente noto caso di tono ironico e sarcastico: Pg VI 127 Fiorenza mia, ben puoi esser contenta / di questa digression che non ti tocca, / mercé del popol tuo che si argomenta; e quindi analogamente al verso 136 Or ti fa lieta, ché tu hai ben onde; e ancora, ma con tono diverso, in Pd VIII 55 Assai m'amasti, e avesti ben onde.
3.2. Con alcuni dei significati dati in 3.1. o con quelli di " molto ", " assai " (talora anche " perfettamente ", " abbondantemente "), con funzione determinativa-rafforzativa, è preposto - pér lo più - a participi passati con valore aggettivale e ad aggettivi (talvolta sentiti, con tale avverbio, come superlativi). Consideriamo qui anche casi come ben nati, ben creato, che potrebbero considerarsi partitamente, in modo speciale, quali aggettivi composti e con particolare interpretazione.
In Rime LXIII 4 va correndo e gittaliti a' piedi, / sì che tu paie bene accostumato; LXVII 20 per forza di lei / m'era la mente già ben tutta tolta; CXVI 22 quando ella è ben piena / del gran disio che de li occhi le tira, / incontro a sé s'adira. In Cv I II 1 Nel cominciamento di ciascuno bene ordinato convivio sogliono li sergenti prendere lo pane apposito; II X 9 La grandezza temporale ... massimamente sta bene accompagnata con le due predette bontadi; XII 8 né li uditori erano tanto bene disposti, che avessero sì leggiere le [non] fittizie parole apprese; III VIII 19 E però è più laudabile l'uomo che dirizza sé e regge sé mal naturato contra l'impeto de la natura, che colui che ben naturato si sostiene in buono reggimento; IV XXVII 18 lo avversario è grande, e lo tempo da dare è, bene avventuroso e sanza escusa. In If XX 28 Qui vive la pietà quand'è ben morta; XXI 40 Mettetel sotto, ch'i' torno per anche / a quella terra, che n'è ben fornita; XXIV 36 E se non fosse che da quel precinto / più che da l'altro era la costa corta, / non so di lui, ma io sarei ben vinto; XXXI 62 la ripa... ne mostrava ben tanto / di sovra, che di giugnere a la chioma / tre Frison s'averien dato mal vanto (aggettivo o che altro sia tanto; e cfr. Pg VIII 20). In Pg III 73 O ben finiti, o già spiriti eletti; V 60 ma s'a voi piace / cosa ch'io possa, spiriti ben nati, / voi dite (si consideri anche in altra cantica Pd V 115 O bene nato a cui veder li troni / del triünfo etternal concede grazia); VI 33 o non m'è 'l detto tuo ben manifesto?; XII 85 Io era ben del suo ammonir uso; 107 così s'allenta la ripa che cade quivi / ben ratta; XIII 43 Ma ficca li occhi per l'aere ben fiso (dove fiso è avverbio, e quindi ben si accompagna con un altro avverbio, della quale particolarità tratteremo poco oltre; diversamente dall'edizione Petrocchi, la '21 portava, anziché li occhi, la lezione 'l viso, inteso come " sguardo " - Ma ficca 'l viso per l'aere ben fiso -, e quindi la parola fiso si poteva considerare aggettivo); XIV 30 ma degno / ben è che 'l nome di tal valle pera (dove degno è aggettivo sostantivato con valore neutro; e cfr. qui sotto gli esempi del Fiore); XXV 91 come l'aere, quand'è ben pïorno; XXXIII 21 Vien più tosto / ... tanto che, s'io parlo teco, / ad ascoltarmi tu sie ben disposto. In Pd III 37 O ben creato spirito; X 144 sonando con sì dolce nota, / che 'l ben disposto spirto d'amor turge; XIV 99 fa dubbiar ben saggi (con ellissi del termine ‛ uomini ', sottinteso: " uomini davvero, veramente, molto sapienti ", oppure " davvero dei saggi ", come uso sostantivato); XVII 9 sì che ella esca / segnata bene de la interna stampa; 24 dette mi fuor di mia vita futura / parole gravi, avvegna ch'io mi senta / ben tetragono ai colpi di ventura (dove tetragono è quasi certamente ancora, come nella sua origine, un sostantivo, che qui però esprime, lievita i caratteri insiti nell'oggetto che designa, le qualità che esso ha in sé e suggerisce); XXIV 60 La Grazia... / faccia li miei concetti bene espressi. Nel Fiore XV 2 egli è ben dritto ch'a vostra domanda / i' faccia grazia, e CV 11 ed è ben dritto, ch'i' sono 'l più saggio! (nei due casi dritto è aggettivo sostantivato con valore neutro, come degno in Pg XIV 30); e inoltre: LXXII 13 tu terresti più tosto un'anguilla / ben viva per la coda; XCV 3 fuor divote e ben religīose; CVIII 1 quand'i' truovo un ben ricco usuraio; CXXV 10 gran cappon di muda ben nodriti; CXXX 6 di gran falsità ben ripulita; CXXXV 5 Vo' sete ben certan; CLXVIII 14 ella rimanga ricca e ben calzata; CCXXIV 8 E sì non mi saria paruto oltraggio / ... donarne ancor ben gran logaggio; e ancora XXXII 2, CXL 10, CXLVI 2, CLIX 10, CLXIV 6, CXCI 2, CXCIII 2, CCXVIII 4, CCXXIX 14.
3. 3. Analogamente, preposto ad altro avverbio o a locuzione avverbiale.
In Cv III III 9 vedemo certo cibo fare li uomini formosi e membruti e bene vivacemente colorati; VIII 18 [le passioni connaturali] del tutto non se ne vanno quanto al primo movimento, ma vannosene bene del tutto quanto a durazione. Nella Commedia: in Pg IV 75 se lo 'ntelletto tuo ben chiaro bada; e in Pd VII 89 né ricovrar potiensi, se tu badi / ben sottilmente, per alcuna via, / sanza passar per un di questi guadi (cfr., diversamente, Cv II VIII 13 con ciò sia cosa che immortale convegna essere lo rivelante, [o corporeo] o incorporeo che sia, se bene si pensa sottilmente, e, ancora, II XIV 2 se bene si guardano sottilmente questi tre numeri); inoltre, Pd XIII 115 quelli è tra li stolti ben a basso, / che sanza distinzione afferma e nega / ne l'un così come ne l'altro passo. In Fiore XIX 8 sed e' non fosse notte ben a tardo; XXII 4 i' potre' ben tosto essere adontata; XXV 7 ben poco ti cale / che Gelosia sì forte ne grava! (e CCXXI 13); LXI 2 ben saggiamente e fermo ti contieni (dove rafforza un avverbio e un aggettivo); CLXXXVII 2 ben saggiamente deggian operare; 6 voler ben a modo mantacare; CXCII 8 mi battea la schiena ben sovente; CXCIX 11 all'uscio... / ben chetamente tu te ne verrai.
Possiamo aggiungere qui che si incontra un solo caso della locuzione ‛ di b. in meglio ', in Pd X 38 È Béatrice quella che sì scorge / di bene in meglio; contestualmente: " da un bene minore a uno più alto ".
3.4. Accompagnandosi a quantità numericamente indicate, dà rilievo a un valore particolarmente grande o eccezionale. I casi riscontrati sono solo nella Commedia: in If XXXI 113 e venimmo ad Anteo, che ben cinque alle, / sanza la testa, uscia fuor de la grotta; in Pg IV 15 ben cinquanta gradi salito era / lo sole, e io non m'era accorto; XXIV 131 ben mille passi e più ci portar oltre, / contemplando ciascun sanza parola; XXVII 26 Credi per certo che se dentro a l'alvo / di questa fiamma stessi ben mille anni, / non ti potrebbe far d'un capel calvo; in Pd V 103 sì vid'io ben più di mille splendori / trarsi ver' noi.
4. In correlazione con ‛ ma ' e, con il valore di " sì ", " veramente ", per sottolineare una limitazione, una restrizione, fatti in contrasto, in opposizione. Tale uso è frequente nella lingua antica.
In Vn XIX 22 Dico bene che, a più aprire lo intendimento di questa canzone, si converrebbe usare di più minute divisioni; ma tuttavia chi non è di tanto ingegno che per queste che sono fatte la possa intendere, a me non dispiace se la mi lascia stare; XXXVII 5 Potrebbe bene ancora ricevere più divisioni, ma sariano indarno. In Rime XIX 3 Tu risomigli a la voce ben lui, / ma la figura ne par d'altra gente; XLVII 7 una più ch'altra ben ha più valore / inverso lui, ma ciascuna n'ha parte. In Cv III V 6 Platone... scrisse in uno suo libro che si chiama Timeo, che la terra col mare era bene lo mezzo di tutto, ma che 'l suo tondo tutto si girava a torno al suo centro, seguendo lo primo movimento del cielo; e IX 6. I casi della Commedia sono tutti del Paradiso: V 53 L'altra, che per materia t'è aperta, / puote ben esser tal, che non si falla / se con altra materia si converta. / Ma non trasmuti carco a la sua spalla / per suo arbitrio alcun, sanza la volta / e de la chiave bianca e de la gialla (si potrebbe, forse, modificare la punteggiatura prima del ma, togliendo il punto fermo, troppo reciso; cfr. il caso analogo in XII 121 ss. dello stesso Paradiso, ove si ha un punto e virgola, puramente per comodità di lettura, perché potrebbe essere una semplice virgola; e si osservi anche il passo che qui di seguito riportiamo); V 124 Io veggio ben sì come tu t'annidi / nel proprio lume, e che de li occhi il traggi, / perch'e' corusca sì come tu ridi; / ma non so chi tu se', né perché aggi, / anima degna, il grado de la spera / che si vela a' mortai con altrui raggi (altre occorrenze di io veggio ben con la costruzione che qui ci occupa, in XXI 45 e 73 della stessa cantica; altri casi di io veggio ben fuori di tale costrutto, sempre in Paradiso, in IV 16 e 124, V 7, e XVII 106 ben veggio); e ancora VIII 128, XI 130, XXVII 124. Alcuni casi anche in Fiore: XVI 9, LXXXIII 12, CIV 11.
5. Pare lecito senz'altro, per i casi seguenti della Commedia, affermare secondo quanto sostiene anche l'Aglianò che il termine ha uso di congiunzione avversativa o concessiva, col valore di " tuttavia ", " benché ", " nondimeno ", e simili.
In If XIII 38 Uomini fummo, e or siam fatti sterpi: / ben dovrebb'esser la tua man più pia, / se state fossimo anime di serpi. In Pg XI 85 l'onore è tutto or suo, e mio in parte. / Ben non sare' io stato sì cortese / mentre ch'io vissi, per lo gran disio / de l'eccellenza ove mio core intese; XXVI 91 se forse a nome vuo' saper chi semo, / tempo non è di dire, e non saprei. / Farotti ben di me volere scemo; e inoltre VII 58, XVI 121. In Pd XV 85 ond'io, che son mortal, mi sento in questa / disagguaglianza, e però non ringrazio / se non col core a la paterna festa. / Ben supplico io a te, vivo topazio / che questa gioia preziosa ingemmi, / perché mi facci del tuo nome sazio; e ancora XIV 124, XVI 7, XVIII 133 (vedi anche BENCHÉ).
6. Alcuni casi particolari del Fiore e del Detto che diamo semplicemente di seguito. In Fiore: CLXXVI 4 il fatto suo sarebbe ben e bello; CXCV 2 Bellaccoglienza la parola prese, / e sì rispuose: come ben parlante; CCXVIII 2 Di gran vantaggio fu 'l carro prestato. / Venusso ben mattin v'è su salita; in LXXIX, LXXXIV, CCX, CCXII, abbiamo il nome di una delle personificazioni simboliche nella forma Ben-Celare, in CCXI nella forma Buon-Celare.
In Detto 329-330 vogliamo rilevare: e mostra ben voglienza / d'aver mia benvoglienza.
Bibl. - Cinonio, Osservazioni della lingua italiana, Venezia 1739, 32-35; S. Corticelli, Regole ed osservazioni della lingua toscana, Firenze 1845, 126-127 e 272-273; S. Aglianò, Restauro di Paradiso XVI, 1-15, in " La Bibliofilia " LXIX (1967) II 191-223.