LUNELLI (Lunelli Spinola), Benedetta Clotilde
Nacque il 6 ott. 1700 a Cherasco dal conte Giovanni Francesco Lunelli (Lunel) di Cortemilia e da Maria Teresa Tapparelli di Lagnasco. G.F. Lunelli apparteneva a un'antica famiglia della nobiltà civile di Cherasco, entrata nella feudalità sabauda solo nella generazione precedente con suo padre, Ottavio, un avvocato che aveva ottenuto nel 1659 parte del feudo di Cortemilia come dote della moglie, Anna Paola Scarampi del Cairo e ne era stato investito nel 1661 con il titolo di vassallo. La madre proveniva, invece, da una delle più antiche famiglie della feudalità del Piemonte meridionale. Dal loro matrimonio nacquero, oltre alla L., primogenita, altri cinque figli: Giorgio Ottavio (1703-66), Carlo Antonio (1704-1800), Giuseppe (1709-42), Francesca (1709-29) ed Edvige (1715-27).
Spronata all'apprendimento dalla duchessa Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours vedova di Carlo Emanuele II, che aveva conosciuto nel 1706, studiò con un frate che insegnava nella cittadina, Arcangelo Motta; apprese il francese, il greco e il latino. Il 22 nov. 1714 la L. sostenne l'esame conclusivo dell'iter studiorum di filosofia. Tale verifica, sorta di cerimonia pubblica, ebbe luogo a Torino nella chiesa di S. Tommaso dei minori osservanti, presente la corte; la discussione in latino di ventitré tesi di metafisica, fisica e logica permise alla L. di conseguire il titolo di doctor artium; lo stesso anno furono pubblicati a Torino i capi della dissertazione (Philosophia peripatetica).
Fu celebrata da numerosi tributi e odi di intellettuali piemontesi dell'epoca, e quali espliciti riconoscimenti della stima di Maria Giovanna Battista ricevette disparati doni, preziosi e simbolici: un manto cremisi, gioielli, un ritratto a olio e una medaglia di rame che la raffigurava assisa a una cattedra, in atto di difendere le tesi. La protezione regale le fruttò l'aggregazione a diverse accademie italiane, spesso con il pretesto della pubblicazione delle sue opere: in occasione dell'uscita di Ozio villereccio (Torino 1716) entrò - primo membro di sesso femminile e con il nome di Protetta - nell'Accademia dei Candidati di Torino.
L'Ozio villereccio, dedicato a Madama Reale Maria Giovanna Battista, consta di due sonetti e di una lunga egloga elaborata in forma dialogica. Le ninfe Dafne e Amarilli celebrano, illustrandole, le imprese militari di Eugenio di Savoia contro i Francesi, sfociate nella vittoria sabauda del 1706. La particolarità del componimento risiede nel fatto che il testo, al contrario degli scritti muliebri del tempo, contiene continui riferimenti a eventi militari coevi, detenendo un effettivo primato cronologico in qualità di prima produzione letteraria femminile di argomento bellico.
Le Primizie del Parnaso (Torino 1719) sancirono il definitivo passaggio della L. dal Peripato al Parnaso, dalla filosofia alla poesia, come la stessa L. affermò nella dedicatoria dell'opera. La raccolta poetica le aprì, fra l'altro, le porte dell'Accademia degli Innominati di Bra, dove entrò con il nome di Ricoverata. L'argomento delle Primizie è vario, sebbene sia riconducibile a diverse occasioni - per una buona parte da identificare con i "Problemi", per lo più guerreschi, proposti nelle adunanze dell'Accademia degli Innominati - o avvenimenti pertinenti agli accademici braidensi. La forma è variegata e comprende sonetti di diverso tipo, madrigali, poemetti, componimenti pastorali e canzonette.
Il 24 sett. 1722 la L. sposò per procura il marchese Girolamo Spinola, portando in dote un patrimonio considerevole. In seguito impiegò spesso il doppio cognome, con il quale fu poi usualmente designata. Trasferitasi stabilmente a Savona, città del marito, continuò i propri studi nonostante un'intensa vita familiare (ebbe sei figli: Francesco Maria, primogenito ed erede del titolo, Giuseppe, Remigio, Felice, Luigi e Anna Vittoria). Inoltre, dopo la morte del marito, nel 1738, si occupò di gestire il patrimonio familiare.
Sono probabilmente da ascrivere agli anni Venti del Settecento due interessanti componimenti celebrativi: i sonetti Angiola di costumi, e nome ancora e Dammi musa canora aurato stile, quest'ultimo acrostico, vergati in occasione della morte della monaca Angela (in religione Paola Teresa) de Lunell nel 1723. Si conservano due lettere in francese, del 2 aprile e del 4 giugno 1727, inviate dalla poetessa al padre, da Savona e da Carcare.
Circa le sue attività culturali, risulta un'assidua partecipazione alle "ragunanze" dell'Accademia Sabazia di Savona - colonia dell'Arcadia romana - di cui fece parte come Rosmira Pellanidia. Nel 1736 pubblicò a Genova una corona poetica in onore del vescovo di Savona Agostino Spinola. Nel 1742 la L., quale accademica sabazia, dedicò un sonetto a Laura Molza Viale "per l'eccelso merito dell'illustrissima signora", moglie del governatore di Savona P. Viale, autorità "singolare e giustissima". Segue un vuoto documentario di parecchi anni. Il 6 genn. 1751 la poetessa intervenne a una solenne adunanza di "sabati" a palazzo Gavotti, recitando sonetti, odi, idilli, egloghe in latino e italiano; nel 1756 prese parte alle celebrazioni per la nomina a vescovo di Savona di Ottavio Maria De Mari. L'ultima attestazione dell'attività poetica della L. in seno all'Accademia Sabazia è quella relativa alla partecipazione, con un figlio, a una raccolta di "applausi" dedicati al doge di Genova Francesco Maria Della Rovere, nel 1766.
Stando al corpus delle opere della L., quantitativamente il suo contributo è quello di uno scrittore minore; le perdite più gravi riguardano, oltre alla produzione epistolare, la corona dedicata al vescovo Spinola e una quantità imprecisata di composizioni poetiche di ambito accademico. Un suo grande modello fu il Marino dell'Adone, per il particolare stile figurato e l'aristotelismo letterario; condivise con questo poeta la ricerca di "cose scelte e peregrine" tratte da fonti rare e preziose (Teocrito, Eliodoro, Nonno, Ovidio, Apuleio, Claudiano, Poliziano, Vittoria Colonna, F. Strada) atte a dare forma a una profusa materia erudita, biblica e teologica. Anche Metastasio, a cui l'avvicinò la passione per i generi musicali oltre che l'ethos arcadico, sembra possa aver ispirato la scrittrice con le canzonette musicali, eleganti e frivole, esaltate dalla struttura strofica agile e vivace che nel verso breve trova il medium di espressione ideale per il tema idillico e amoroso. I madrigali della L. appaiono come raffigurazioni di istanti di vita, gentili e aggraziate, caratterizzate dal sentimentalismo tenue e vago dei lirici marinisti. Per il massiccio uso di figure retoriche - la metafora in particolare - oltre che per le forti immagini coloristiche, la sua opera presenta analogie con Luis de Góngora y Argote. La L. aderì perfettamente al "cultismo", con uno scrivere ricchissimo di metafore, caratterizzato dal linguaggio estremamente sofisticato e colto, fatto di continue allusioni ai miti.
La L. morì a Savona nel 1774.
Fonti e Bibl.: Documenti sulla L. sono conservati a Cherasco, Biblioteca comunale G.B. Adriani; A.D. Badinus, Regii montis flores Apollinei, quos duplicem in areolam distributos illustriss. ed adm. rev. domino D. Ioseph Mariae Corderio, Monteregali 1715, p. 72; C. De Rossi, Il ricovero delle muse, Torino 1718, p. 191; M. Alberti, Istoria delle donne scientiate, Napoli 1740, p. 29; G. Ranza, Poesie e memorie di donne letterate che fiorirono negli Stati di s.s.r.m. il re di Sardegna, Vercelli 1769, p. 55; C.M. Arnaud, Vita della marchesa B.C. Spinola nata Lunelli, Torino 1793; G. Canonici Fachini, Prospetto biografico delle donne italiane rinomate in letteratura, Venezia 1824, p. 186; P.L. Ferri, Biblioteca femminile italiana raccolta, posseduta e descritta dal conte Pietro Leopoldo Ferri padovano, Padova 1842, pp. 209 s.; T. Vallauri, Delle società letterarie del Piemonte, Torino 1844, p. 108; C. Novellis, Diz. delle donne celebri piemontesi, Torino 1853, pp. 171-173; G. Casalis, Diz. geografico, storico, statistico, commerciale degli Stati di s.m. il re di Sardegna, Torino 1857, IV, p. 628; A. Bruno, Memoria sull'antica colonia degli Arcadi Sabazi, in Bull. della Società stor. savonese, III (1900), pp. 32-36; M. Maylender, Storia delle accademie d'Italia, III, Bologna 1929, pp. 221, 289; A.M. Giorgetti Vichi, Gli Arcadi dal 1690 al 1800, Roma 1977, p. 223; R. Berardi, L'istruzione della donna in Piemonte, Torino 1991, pp. 5 ss.; Id., La scuola in Piemonte dal 1789 al 1814: gli esempi di Alba e Cherasco, in L'età napoleonica nell'Albese, a cura di G. Griseri - D. Lanzardo, Cuneo 1997, p. 155 n. 11; A. Alacevich, B.C. L. Spinola. Una cheraschese illustre, Cherasco 2001 (biografia e raccolta di scritti); Id., B.C. L. Spinola: un'erudita eclettica, in L'alterità nella parola, a cura di C. Bracchi, Torino 2002, pp. 21-44; Enc. biografica e bibliografica "Italiana", M. Bandini Buti, Poetesse e scrittrici, II, p. 276.