BENEDETTI
Famiglia di scultori e architetti attiva nei sec. XVII e XVIII nella regione tridentina e nel Tirolo; era originaria di Castione nel territorio di Mori (Trento), dove nel 1572 già risiedeva da tempo. Il capostipite è Cristoforo (Cristoforo I o il Vecchio). I documenti lo ricordano come autore dell'altar maggiore di S. Maria Maggiore a Trento negli anni 1631-34 e lo chiamano anche architetto, ma egli non lavorava mai su piani o modelli propri; era soltanto un esecutore di progetti altrui, un abile tagliapietra. Morì poco prima del 1647.
Suoi figli furono: Giacomo, che aiutò il padre nei lavori a S. Maria Maggiore e fu anche accanto al figlio Cristoforo III, nei lavori (iniz. 1697), per l'altar maggiore della chiesa delle Grazie presso Arco, Cristoforo II, Sebastiano I e un Benvenuto, che a sua volta ebbe un figlio lapicida, Giovanni.
Abbiamo documenti attestanti che Cristoforo II e Sebastiano I, fratelli di Giacomo, erano pur essi lapicidi: con Sebastiano lavorava anche un Federigo Benedetti, lapicida, nato pure a Castione, probabilmente della stessa famiglia. Figli di Giacomo furono Cristoforo III (Cristoforo il Giovane) e Sebastiano II, il quale collaborò a varie opere del fratello e lavorò per l'architetto A. Brusinello alla costruzione della Madonna delle Laste presso Trento poco dopo la metà del sec. XVII. L'artista maggiore della stirpe è certamente Cristoforo il Giovane, e lo emula in livello estetico il figlio Teodoro.
I Benedetti sono i naturali continuatori dei Carneri, con i quali ebbero senz'altro contatti, e subirono inoltre l'influsso di G. Campagna, G. B. Bianchi, M. Pezzi, O. Marinali, contribuendo così a diffondere nelle valli trentine il barocco veneto.
I B. furono plasticatori di grande abilità tecnica, creatori di una statuaria di settecentesca grazia e dotati di una fantasia particolarmente felice nei partiti decorativi degli ampi drappi volanti e nei ricchi lievitantì panneggi. La loro produzione storicamente certa è circoscritta nelle regioni alpine del Trentino e del Tirolo.
Alle botteghe dei Benedetti e dei loro aiuti risalgono in gran parte gli altari marmorei sparsi nelle chiese delle valli trentine e atesine, dalla metà del sec. XVII a tutto il sec. XVIII. Discepoli e imitatori ne propagarono l'arte nel resto dell'Austria e in Germania.
Bibl.: Trento, Bibl. Comunale, ms. 1207, F. Bartoli, Le pitture, sculture e architetture della città di Trento (sec. XVIII), pp. 7, 17; F. Tschischka, Kunst und Altertum im Osterr. Kaiserstaate, Innsbruck 1836, pp. 144 ss., 148, 336; G. Perempruner, Annali della confrat. della SS. Annunziata di Trento, Ala 1875, pp. 16 s., 35; G. B. Zanella, S. Maria di Trento, Trento 1879, p. 78; A. Lindner, Die Aufhebung der Klöster in Deutschtirol, 1782-87, in Zeitschrift des Ferdinandeum, XXX (1886), p. 20; K. Atz, Kunstgeschichte von Tirol und Vorarlberg, Bozen 1892, p. 397; B. Riehl, Die Kunst an der Brennerstrasse, Leipzig 1908, pp. 78, 144 s.; G. Fogolari, Trento, Bergamo s.d., p. 188; J. Weingartner, Die Kunstdenkmäler Südtirols, II, Wien 1923, pp. 33, 53; I. Dossi, La Madonna delle Laste presso Trento, Trento 1924, pp. 22 s.; G. Vaia, Memorie della chiesa di Civezzano, Trento 1927, pp. 25, 30 ss.; G. Gerola, Artisti trentini all'estero, Trento 1930, pp. 4 s. tavv. 21 s.; S. Weber, Le chiese della Val di Sole nella storia e nell'arte, II, Trento 1936, pp. 12, 17, 31; Id., Le chiese della Val di Non nella storia e nell'arte, II, Trento 1937, pp. 20, 67; O. R. von Lutterotti, Eine Bildhauerwerkstatt des Barocks: Die B. und Dominikus Moling, Bolzano 1941, pp. 7-42 e passim; M. Schrott, L'altar maggiore della chiesa abbaziale di Novacella, in Atesia Augusta, III (1941), 8, pp. 15-17; N. Rasmo, Arte ital. nell'Alto Adige, in Tre Venezie, XVII (1942), pp. 130-134; Id., I Benedetti nell'Alto Adige, in Alto Adige: documenti, III, Bergamo 1942, pp. 118 ss.; Id., Gli scultori B. e Domenico Molin, in Arch. per l'Alto Adige, XXXVIII (1943), pp. 21-105 e tavv. 1-23 (è lo studio più attendibile e compiuto sui Benedetti, v. la recens. di G. B. Emert, in Studi trentini, XXV [1946], pp. 90 s.); U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, p. 306; Encicl. Ital., VI, p. 602.