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ALFIERI, Benedetto

di Giovanni Chevalley - Enciclopedia Italiana (1929)
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ALFIERI, Benedetto

Giovanni Chevalley

Primo architetto civile di Carlo Emanuele III re di Sardegna, primeggiò fra i creatori e maestri della raffinata ed elegante decorazione barocca che fiorì in Piemonte nel sec. XVIII. Vittorio Alfieri lo ricorda nella Vita dicendolo suo semi-zio e lo descrive già avanzato in età "veramente degno uomo", ottimo "di visceri, appassionatissimo dell'arte sua, alle cui facoltà architettoniche mancava forse soltanto più larga borsa di quella che si fosse quella del re di Sardegna". Nacque nel 1699, in Roma, dove una vita avventurosa aveva portato il padre, Antonio Alfieri Bianco, del ramo cadetto detto di Cortemilia della nobile ed antichissima famiglia astigiana degli Alfieri (v. sopra). Ebbe a padrino papa Innocenzo XII: e alle cure di lui restò affidato quando il padre, continuando a viaggiare, lasciò Roma. Qui dove visse e studiò sino alla maggiore età, Benedetto sentì le prime impressioni artistiche, subendo il fascino dell'architettura e soprattutto della decorazione barocca romana. Accolto ventiduenne nel Collegio dei nobili a Torino, si addottorò in legge ed esercitò l'avvocatura in Asti. Naturale inclinazione lo trasse ad occuparsi di architettura, pur tra le cure giuridiche, e in Asti poté fare le sue prime prove quale architetto, con le decorazioni del coro di S. Bernardino, e col campanile di S. Anna, opere di cui non rimane traccia. Ben più importante occasione di dedicarsi all'arte favorita si presentava a questo architetto autodidatta quando verso il 1730 ebbe ad occuparsi del grandioso palazzo che il marchese Tommaso Ghilini, suo zio, stava erigendo in Alessandria e che oggi è il palazzo della prefettura. Carlo Emanuele III apprezzando l'opera architettonica dell'A. lo incaricava nel 1736 di disegnare il nuovo teatro regio di Torino, il cui studio era già stato iniziato dal Juvara, morto in quell'anno a Madrid. L'A. corrispose appieno ai desiderî del re, costruendo un teatro (circa nel 1740) che fu giudicato fra i più nobilmente decorati e i meglio studiati del tempo; ma nell'odierno teatro regio di Torino, profondamente rimaneggiato nella decorazione e nella struttura, ben poco può ritrovarsi del capolavoro dell'A. Il re frattanto, a dimostrare la sua soddisfazione, fin dal 1° giugno 1739 aveva nominato l'A. suo primo architetto civile. Progettò l'elegantissimo teatro del principe di Carignano; ma anche di questa fabbrica, dopo l'incendio del 1787 e la ricostruzione che ne fece il Ferroggio, resta il solo prospetto. L'A. profuse tesori di buon gusto nelle decorazioni di molti palazzi di Torino, e specie delle sale di parata. Basti ricordare quelle del palazzo reale (le pareti delle gallerie Beaumont e del Danieli, la cappella privata, il gabinetto di toletta e la camera di lavoro della regina), e quelle del palazzo Caraglio, oggi Accademia filarmonica. Proseguì i lavori del palazzo del senato, oggi Corte d'appello, iniziati dal Juvara, disegnò l'Istituto della Divina Provvidenza ampliò il palazzo comunale di Torino, opera del Lanfranchi, e diede forma regolare ed elegante alla piazza antistante, eresse la grandiosa Cavallerizza reale, rimasta incompiuta. In Asti restaurò il palazzo Alfieri, disegnò la facciata del palazzo municipale e il seminario. La costruzione chiesastica più notevole e originale dell'A. è il duomo di Carignano, con la pianta a forma di ventaglio: sono pure sue opere le facciate della chiesa di S. Pietro a Ginevra, del duomo di Vercelli, la decorazione interna a marmi della chiesa del Corpus Domini a Torino, e il caratteristico campanile di S. Gaudenzio a Novara. Gli sono attribuite le parrocchiali di Stupinigi, della Veneria reale e una chiesa a Savigliano. Molti disegni studiati dall'A. non ebbero esecuzione: la ricostruzione del castello di Chambery, la decorazione della facciata del palazzo reale di Torino, l'ampliamento del palazzo Madama, la sistemazione della Piazzetta reale, la ricostruzione del duomo di Torino, ecc.

L'A. quale architetto si mostrò forse un po' freddo e compassato, e più vivace e gustosa appare l'opera sua nelle decorazioni degli ambienti; ma purtroppo molte delle sale che egli aveva adornate, sono oggi distrutte o manomesse.

Bibl.: L. Mina, Del Palazzo reale di Alessandria e del suo architetto, Alessandria 1904; G. Chevalley, Un avvocato architetto, il conte B. A., Torino 1916 (con la bibl. precedente).

Vedi anche
Vittóne, Bernardo Architetto (Torino 1702 - ivi 1770). Tra i più originali architetti del tardo barocco ed esponente di primo piano dell'architettura piemontese, realizzò, secondo criteri di leggerezza di gusto rococò, una sintesi originale delle lezioni di G. Guarini e di F. Iuvara. Fra le opere si ricorda il santuario ... Filippo Juvarra Architetto (Messina 1678 - Madrid 1736). Allievo a Roma di C. Fontana, si occupò dapprima di architettura teatrale e di scenografia. Assunto al servizio di Vittorio Amedeo II, come primo architetto civile del re, fu molto attivo a Torino: facciata di S. Cristina e castello di Rivoli (1715); quartieri ... Carlo Albèrto re di Sardegna Figlio (Torino 1798 - Oporto 1849) di Carlo Emanuele principe di Carignano e di Maria Cristina di Sassonia-Curlandia, ebbe genitori di tendenze apertamente liberali e, educato a Parigi e a Ginevra, fu sottotenente dei dragoni nell'esercito napoleonico. Tornò nel Piemonte nel maggio 1814 e, erede presuntivo ... Alfièri, Ogerio Cronista di Asti (m. 1294 circa); della famiglia A. di Magliano (v. Alfieri). Archivista del Comune, si deve a lui l'iniziativa della raccolta di documenti relativi al Comune di Asti che va sotto il nome di Codex Astensis. Ad essa premise una Chronica, riassunto della storia di Asti dal 1070 al 1094, ...
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  • Alfièri, Benedetto
    Enciclopedia on line
    Architetto (Roma 1699 - Torino 1767) della famiglia Alfieri Cortemilia (v. Alfieri). A Roma trascorse varî anni della giovinezza; si trasferì in Piemonte nel 1722. Lavorò dapprima in Asti; in Alessandria disegnò nel 1730 per lo zio, marchese Ghilini, il palazzo ora della Prefettura. Nel 1736 ebbe l'incarico ...
  • ALFIERI, Benedetto
    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 2 (1960)
    ** Architetto, nato a Roma nel 1699, dal conte Alessandro Niccolò Alfieri Bianco, del ramo cadetto degli Alfieri di Asti, detto di Cortemiglia. Secondo il Paroletti ebbe a padrino il papa Innocenzo XII, che poi si occupò della sua educazione, facendolo studiare a Roma presso i gesuiti. Nel 1722 l'A. ...
Vocabolario
benedétto
benedetto benedétto agg. [part. pass. di benedire]. – 1. a. Che ha avuto la benedizione divina: acqua b.; l’ulivo b., nella ricorrenza della Pasqua. b. estens. Che ha avuto la benedizione del cielo, quindi ricco di doni, ben dotato e sim.:...
alfieriano
alfieriano agg. – Del poeta e tragediografo Vittorio Alfieri (1749-1803): il verso a., le tragedie a.; l’antitesi a. tra l’eroe e il tiranno; lo stile a., caratterizzato da una stringatezza secca e spesso aspra; anche, che imita i caratteri...
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