BONFIGLI (Buonfigli), Benedetto. (Benedetto di Bonfiglio, Benedetto di Buonfiglio)
Mancano notizie sulla prima giovinezza di questo pittore perugino nato probabilmente intorno al 1420. Il primo documento che lo riguarda èdel 7 marzo 1445 (Manzoni, 1897), allorché si impegna a dipingere una Madonna con due angeli per una cappella attigua alla chiesa di S. Pietro in Perugia (perduta). Nei primi mesi del 1450 riceve pagamenti (Rossi, 1877) per decorazioni pittoriche nel palazzo Vaticano - iniziate il 18 genn. dello stesso anno - oggi non identificabili ma ricordate dal Vasari. Nel 1453 il 11-, di nuovo a Perugia, stima un restauro eseguito da Battista di Baldassarre Mattioli per il duomo (Gualandi). Nel 1454 gli venne affidata un'importante commissione: la decorazione di metà della nuova cappella dei Priori nel palazzo pubblico di Perugia con il Crocifisso tra la Vergine e i santi Giovanni, Ercolano e Ludovico, sulla parete dell'altare, e Storie di s. Ludovico sulle altre pareti; il saldo del pagamento gli sarebbe stato versato a lavoro ultimato, e in relazione alla stima che di esso avrebbe fatta un maestro da scegliersi tra Filippo Lippi, Domenico Veneziano e l'Angelico. Si stabiliva anche che la decorazione della restante metà della cappella gli sarebbe stata affidata se il lodo gli fosse stato favorevole (Manzoni, 1900). Dal febbr. 1455 fino al 1461 i pagamenti per gli affreschi della cappella si susseguono numerosi (Manzoni, 1900; Gnoli); l'11 sett. 1461 Filippo Lippi, chiamato a Perugia, redige un lodo favorevole al lavoro del B. (Manzoni, 1900); nello stesso giorno i Priori incaricano il B. di affrescare le restanti pareti con Storie di s. Ercolano, che egli si impegna a dipingere una ogni sei mesi (Manzoni, 1900). Viceversa i lavori per questa seconda parte procedettero con grande lentezza: in base ai pagamenti possiamo stabilire che il lavoro si svolse con una certa regolarità dal 1461 fino al 1465, fu ripreso nel 1469 e ancora, dopo otto anni, nel 1477 (Manzoni, 1897); proseguì successivamente senza un continuo impegno dell'artista se, nel suo testamento (6 luglio 1496), il B. lasciò un legato perché gli affreschi fossero ultimati: il lavoro ancora mancante doveva tuttavia riferirsi a parti non figurate e secondarie (Manzoni, 1900, pp. 313-316).
La cappella, oggi incorporata nella Galleria Naz. dell'Umbria, conserva del B. le Storie della vita di s. Ludovico e di s. Ercolano;la parete con la Crocefissione è stata totalmente ridipinta nel sec. XVI.
Tra la fine del 1458 e del 1464 il B. sarebbe stato, secondo l'Alessi (1652), a Siena, chiamato da Pio II (la notizia non è confermata da documenti). A Perugia, nel 1462, era chiamato a stimare, con Angelo di Baldassarre Mattioli, le sculture di Agostino di Duccio per la facciata di S. Bernardino (Rossi, 1875); nel 1464 gli venne affidata da Luca di Nanni la pittura di una tavola per la cappella della Trinità in S. Domenico (per la quale nel 1494 ebbe luogo un processo; v. Ansidei). Sempre al 1464 è datato il gonfalone della chiesa perugina di S. Francesco al Prato; dell'anno seguente è il gonfalone per l'oratorio di S. Bernardino, oggi nella Galleria Nazionale di Perugia. Nel primo semestre del 1466 il B. ricopre la carica di priore, ma non può assistere alle sedute perché malato; nel 1467 rilascia quietanza, insieme a Bartolomeo Caporali, per un polittico con Madonna con Bambino, quattro santi. Annunciazione e angeli, dipinto in collaborazione per la cappella di S. Vincenzo nella chiesa di S. Domenico (oggi nella Galleria Nazionale); nel 1471 è nominato camerlengo per il secondo semestre. Del 1472 sono i gonfaloni per la chiesa di S. Maria Nuova a Perugia e per la parrocchiale di Corciano, del 1476 un altro per S. Fiorenzo a Perugia (tutti e tre in loco). Altri documenti - non riferentisi tutti alla sua attività di pittore - lo seguono negli ultimi anni della vita, fino al 6 luglio 1496, quando fa testamento, lasciando - come si è detto - un legato al fine di ultimare gli affreschi della cappella del palazzo pubblico, e indicando, tra l'altro, la sua volontà di essere sepolto nella chiesa di S. Domenico (Manzoni, 1900).
Il B. morì a Perugia, due giorni più tardi, l'8 luglio 1496. La moglie Gioliva di Menicuccio - con la quale aveva avuto controversie giudiziarie nel 1468, e ancora nell'83 e nell'86 - morì nel 1503 (Manzoni, 1897).
In mancanza di indicazioni documentarie e di opere datate, una ricostruzione degli anni giovanili del B. e la necessaria definizione delle esperienze culturali cui egli si informa possono basarsi solo sull'esame della Natività della Collez. Berenson e dell'Adorazione dei Magi della Pinacoteca di Perugia (proveniente dalla chiesa di S. Domenico) da collocarsi nel decennio 1440-50, precedenti, in ogni caso, agli affreschi del palazzo pubblico; in esse l'aderenza ai modi senesi - sulla quale si è molto insistito - appare come un fatto generico e limitato a consonanze di esterna calligrafia (con Domenico di Bartolo in particolare), mentre risultano più determinanti i rapporti con il gusto "internazionale" timidamente aggiornato di Gentile da Fabriano e con la pittura di Domenico Veneziano. Si potrebbe allora avanzare l'ipotesi che il B., entrato in rapporto con Domenico Veneziano, durante il soggiorno di questo a Perugia (1438), lo abbia poi seguito a Firenze (1439), partecipando forse da modesto aiuto ai lavori della chiesa di S. Egidio; si spiegherebbe così la conoscenza della Adorazione di S. Trinita di Gentile da Fabriano (ora agli Uffizi) da cui mostra di dipendere nella tavola con l'Adorazione per S. Domenico, dipinta subito dopo il ritorno a Perugia, forse tra il 1442 e il 1445. Il soggiorno romano del 1450, per lavori in Vaticano, gli proponeva poi la diretta lettura dei recentissimi affreschi dell'Angelico nclla cappella Nicolina; così che quando, quattro anni più tardi, intraprendeva la serie degli affreschi nella cappella del palazzo pubblico di Perugia, la cultura del B., se si aggiunge che nel frattempo egli dovette conoscere l'arte di Piero della Francesca, doveva essere decisamente formata. Come è stato sostenuto (Longhi, Zeri), pure per le Storie di s. Ludovico, e poi per quelle di S. Ercolano, la fonte andrebbe ricercata piuttosto negli esempi, purtroppo perduti, che Domenico Veneziano aveva lasciato a Perugia; la caratterizzazione, e, s'intende, i limiti del B. andranno tuttavia ricercati nel tono favoloso con il quale racconta gli episodi, nel fiorire delle fantastiche architetture, nella mancanza di una rigorosa intelaiatura prospettica e quindi di una "naturale" articolazione dei personaggi nello spazio. Caratteri che ritornano - assieme ad una maggiore chiarità del colore - in un gruppo di tavole dipinte a Perugia nel settimo decennio, ed oggi conservate nella Pinacoteca di quella città: la Madonna col Bambino, angeli e santi e L'Eterno nella lunetta (da S. Francesco al Prato), l'Annunciazione (dal Collegio dei Notari), la Madonna col Bambino, santi e l'Annunciazione (da S. Domenico), datata 1467 ed eseguita in collaborazione con Bartolomeo Caporali (cui sembra debba spettare solamente l'Annunziazione).
La ricordata attività relativa alla pittura di stendardi processionali, il pagamento del 1467 per una finestra della sacrestia di S. Pietro (nel quale è ricordato come "dipintore di vetri"), vari pagamenti ricevuti negli ultimi anni della sua vita (per es. nel 1488 dal monastero di S. Pietro, alcuni dei quali riscossi da un suo aiuto di nome Filippo) fanno pensare che il B. avesse organizzato una bottega specializzata nell'esecuzione e nel restauro di gonfaloni (oltre ai già citati ricordiamo quelli nella chiesa di S. Francesco a Montone presso Umbertide, del 1482, nella parrocchiale di Civitella Benazzone e nella chiesa di S. Giuseppe a Pacciano presso Panicale), in pitture e sistemazioni di vetrate, in restauri ed interventi vari a complessi chiesastici; si spiegherebbe così la lentezza e lo scarso interesse nel completamento della seconda serie degli affreschi nella cappella del palazzo pubblico e la mancanza, negli ultimi venti anni della sua vita, di documenti ed opere in relazione alla sua attività di pittore.
Le poche altre opere che possono riferirsi al B. (Madonna, già coll. Lazzaroni, oggi El Paso [Texas], Museum of Art, coll. Kress, patte di polittico di cui in Berenson [tav. 683] è pubblicato un altro pannello con S.Sebastiano e un santo vescovo;quattro tavole con Due angeli ciascuna, nella Gall. Naz. di Perugia, provenienti due dalla Confraternita della Giustizia e altre due da S. Francesco al Prato) andranno collocate infatti intorno al 1450-65.
Fonti e Bibl.: G. Vasari, Le vite... a cura di G. Milanesi, III, Firenze 1878, pp. 505 s.; C. Alessi, Elogia civium perusinorum, II, Roma 1652, p. 69; L. Pascoli, Vite de' pittori... perugini, Roma 1732, pp. 21-23; A. Taia, Descrizione del palazzo... vaticano, Roma 1750, pp. 93, 269, 385, 407, 409 (erroneamente identifica il B. con un aiuto del Pinturicchio e, senza fondamento, gli attribuisce lavori di decoraz. nell'appartamento di Innocenzo VIII); A. Mariotti, Lettere pittoriche Perugine, Perugia 1788, pp. 72, 77, 121, 129-142; [M. Gualandi], Memorie originali italiane..., V, Bologna 1844, pp. 8 s.; A. Rossi, Prospetto cronologico della vita e delle opere di Agostino d'Antonio, in Giornale di erudizione artistica, IV (1875), pp. 47 s., 214; Id., Spogli vaticani, ibid., VI (1877), p. 265; L. Manzoni, Spogli dell'archivio notarile distrettuale di Perugia, in Boll. della R. Deputaz. di storia patria per l'Umbria, III (1897), pp. 374-379; Id., Ricerche sulla storia della pittura in Perugia..., ibid., VI (1900), pp. 289-316; Id., Appunti e documenti per l'arte del pinger su vetro in Perugia, in Repertorium für Kunstwissenschaft, XXVI (1903), p. 127; W. Bombe, B. B., Berlin 1904; Id., Die Tafelbilder, Gonfaloni und Fresken des B. B., in Repertorium für Kunstwissenschaft, XXXII (1909), pp. 97-114, 231246; V. Ansidei, Di un documento inedito su B. B., in Nozze Nuti-Scalvanti, Perugia 1912, pp. 9-15; E. Jacobsen, Umbrische Malerei, Strassburg 1914, pp. 15 s., 43-45, 46-52; U. Gnoli, Documenti inediti sui pittori Perugini, in Bollettino d'arte, IX (1915), p. 122; R. van Marle, The develement of the Italian Schools of Painting, XIV, The Hague 1933, pp. 99-128; R. Longhi, Il maestro di Pratovecchio, in Paragone, III (1952), 35, pp. 18 s.; F. Zeri, Appunti nell'Ermitage e nel Museo Pusckin, in Bollettino d'arte, XLVI (1961), pp. 226-231; B. Berenson, Ital. Pictures of the Renaissance - Central Ital. and North Ital. schools, London 1968, I, p. 58; II, tavv. 683-687; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, pp. 284-286 (con ult. bibl.); Encicl. Ital., VII, p.400.