BONO, Benedetto
Nato a Belgirate il 10 luglio 1765, da Bernardo e Margarita Berta, in un'agiata famiglia di commercianti, compì i suoi studi a Masnago, ad Ascona, al Collegio elvetico di Milano e quindi, dal 1784, a Torino, dove conseguì la laurea in giurisprudenza. Iniziò la professione presso l'Ufficio dell'avvocato generale dei poveri in Torino, ma ben presto, in seguito agli avvenimenti politici del 1797, ritornò a Novara, dove sposò Francesca Pizzi e si dedicò al patrocinio forense.
Nel 1798, invaso il Piemonte dai Francesi e proclamato il governo provvisorio, il B. fu nominato dapprima reggente del Consiglio di giustizia e d'alta polizia in Novara e successivamente presidente della Corte civile e criminale per i due dipartimenti di Sesia e Agogna. Ritiratosi a Belgirate durante l'invasione austro-russa, ritornò alla vita pubblica nel luglio del 1800 come commissario di governo nel dipartimento d'Agogna; e venne confermato in questa carica anche dopo il 7 sett. 1800, quando il dipartimento venne annesso alla Cisalpina.
Il B. dovette affrontare allora la difficile situazione determinatasi a Novara a causa dei gravosi oneri tributari imposti dalla Repubblica. I suoi appelli all'ordine risultarono vani: il 31 maggio 1801 scoppiò un tumulto che raggiunse il culmine nell'assalto al dazio. Ritornata la calma, il B. fu destituito, accusato di negligenza per non aver fatto ricorso alle armi francesi e di violazione delle leggi per aver acconsentito al ribasso dei dazi.
Il B. ritornò ai pubblici uffici soltanto nel 1802, quando venne attivata la direzione interinale delle Finanze e del Tesoro, presso la quale fu nominato segretario centrale. Pochi mesi dopo il Prina lo volle come proprio collaboratore; e poiché godeva della stima di molti, fra cui anche il Melzi, per la sua probità di amministratore e per la sua posizione politica di "repubblicano saggio ma pronunciato", fu nominato (aprile 1802) segretario generale del ministero delle Finanze.
In questo ufficio il B. partecipò alla elaborazione della politica finanziaria del Prina. La sua azione non si indirizzò ad alcun settore specifico; né è possibile attribuirgli particolari decisioni e iniziative. Tuttavia è certo che ebbe una parte di primo piano nella riorganizzazione del ministero, ed è ampiamente provato lo zelo con cui seguiva quotidianamente sia i più minuti affari sia le iniziative di maggior portata concepite in quegli anni: dalla riorganizzazione delle imposte indirette alla valorizzazione delle privative di Stato, dalla alienazione dei beni nazionali al mantenimento del precario equilibrio nei rapporti finanziari con la Francia.
Dopo la proclamazione del Regno italico, il B. venne nominato il 25 luglio 1805 consigliere uditore al Consiglio di stato e fu tra i primi ad essere insignito, il 10 maggio 1806, dell'Ordine della Corona di Ferro. In Consiglio partecipò al lavoro di numerose commissioni: particolare rilievo ebbe, nei primi mesi del 1807, la sua attività nell'ambito della commissione per la verificazione della nuova moneta e di quella incaricata di regolare l'amministrazione dei comuni. Il 4 ag. 1807 il B. fu creato direttore generale presso la nuova Direzione dell'amministrazione dei comuni.
Egli prese allora a raccogliere tutte le disposizioni legislative emanate dal nuovo regime in seguito alla ristrutturazione del sistema amministrativo. Frutto di questa sua fatica fu il Codice dei Podestà e dei Sindaci del Regno d'Italia, pubblicato nel 1811 e dedicato al viceré Eugenio: un compendio vasto ed esauriente, nei suoi ventotto capitoli che abbracciano ogni ramo dell'attività dei comuni e dell'organizzazione degli istituti locali.
Nel 1809 il B. fu promosso al Consiglio legislativo, di cui fu presidente fino alla morte. Venne inoltre creato conte del Regno italico e commendatore della Corona di Ferro. Morì il 24 nov. 1811. Ebbe tre figlie, di cui una, Adelaide, sposò Carlo Cairoli e un'altra, Ernesta, fu madre del deputato Carlo Cavallini.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Milano, Archivio Melzi,vicepresidenza, 33, V; Ibid., Archivio Melzi restituito dall'Austria, buste 2, 3, 5, 7, 9, 10; Ibid., Archivio Aldini, busta 2, fasc. XIX, n. 407; Memoria giustificativa di B. B. di Belgirate…, destituito dalla carica di commissario Governativo appresso l'Amministrazione Dipartimentale dell'Agogna con decreto del Comitato di Governo delli 12 Pratile,anno IX rep., Novara; Memoria giustificativa dell'Amministrazione Dipartimentale d'Agogna destituita dal Comitato di Governo con la determinazione delli12Pratile,anno IX rep., Novara; Giornale italiano (Milano), 27 nov. 1811, pp. 1323 s.; 28 nov. 1811, pp. 1327-28; I carteggi di Francesco Melzi d'Eril,duca di Lodi, a cura di C. Zaghi, I, Milano 1958, p. 260; II, ibid. 1958, p. 230; III, ibid. 1959, p. 44; VII, ibid. 1964, pp. 20, 44, 357; F. Coraccini, Histoire de l'Administration du Royaume d'Italie pendant la domination française, Paris 1823, p. XLII; C. Tivaroni, L'Italia durante il dominio francese, Roma-Torino-Napoli 1889, I, pp. 194, 228; S. Pellini, Aproposito di un documento novarese del 1799, in Boll. stor. per la prov. di Novara, I (1907), pp. 58-62; Id., Un'agitazione novarese contro il dazio nel 1801,ibid., pp. 214-226; M. Roberti, Milano capitale napoleonica. La formazione di uno Stato moderno, Milano 1946, I, p. 85; E. Cognasso, Novara nella sua storia, in Novara e il suo tempo, Novara 1952, pp. 464, 465, 466, 468, 471, 475; Diz. del Risorg. naz., II, p. 226.