CHIAVELLI, Benedetto (Benedictus, Benedictus de Fabriano)
Nato a Fabriano nei primi decenni del sec. XIV da Amoroso, era nipote di Gioioso e pronipote di Crescenzio ed apparteneva a una nobile e importante famiglia che, nei primi anni del sec. XIV, era riuscita, con il capostipite Alberghetto (I), a inserirsi nelle lotte per la conquista del potere cittadino. Tuttavia scarse sono le notizie riguardanti il C. giunte sino a noi: sappiamo solo, per il periodo anteriore alla sua consacrazione episcopale, che era decretorum doctor e canonico della collegiata di S. Venanzio di Fabriano. Nel maggio del 1378 venne eletto vescovo di Camerino, succedendo al già citato Gioioso Chiavelli. Tale, elezione rispondeva alla politica perseguita dalla famiglia, di mantenere le proprie posizioni di potere nella città attraverso il controllo delle istituzioni ecclesiastiche. Il 10 genn. 1379 il C. dette al canonico Rainaldo Cicchi facoltà di riscuotere i diritti vescovili; il 13 maggio del 1381, accogliendo la richiesta di Offreduccio di Castro Piri, affidò ai vescovi competenti l'incarico di consacrare la chiesa di S. Francesco, dei frati minori, e quella di S. Salvatore. Il 17 maggio dello stesso anno il vicario del C., Antonio di Pucciolo di Rocchetta, rilasciò quietanza di cinque lire di moneta corrente, versate da Vanne di Picardo, a titolo di porzione canonica; l'11 maggio riscosse la quarta parte dei beni del defunto Francesco di Vanne d'Alberto - quota spettante all'episcopio per antica consuetudine - e ne rilasciò ricevuta ai sindaci della Confraternita di S. Maria del Mercato e dell'Ospedale dei calzolai, eredi universali.
Il C., grazie alla protezione dei da Varano, signori della città, poté sempre svolgere in gran tranquillità il suo ministero pastorale, che sembra essere stato comunque non particolarmente brillante; l'energia del vescovo appare piuttosto tesa ad una scarna seppur redditizia politica di saggia amministrazione. Con i signori di Camerino il C. fu sempre in ottimi rapporti, tanto che viene ricordato nel testamento di Rodolfo (II) da Varano, morto il 19 nov. 1384, e in quello del fratello di questi, Giovanni (I), scomparso l'anno seguente. Erra il Turchi quando afferma (p. 269) che l'ultima notizia relativa al C. sia del 22 ag. 1387, allorché è ricordato il suo vicario generale in una lettera pontificia; il 26 apr. 1389 il C. concesse infatti ai monaci del Corpus Domini di edificare una chiesa a Camerino. L'anno seguente, poiché, come riferisce il Lilli (II, p. 108) era ritenuto un gran canonista, fu da Bonifacio IX nominato referendario delle due Segnature e successivamente (20 marzo del 1390) inviato nella Marca d'Ancona quale nunzio apostolico.
La morte del C. è da collocarsi in questo stesso anno 1390, in un periodo compreso fra il 21 marzo e il 28 ottobre, poiché il suo successore, Nuccio Salimbeni, ascese al soglio di Camerino il 29 ott. 1390. Ignoriamo su quali basi l'Ughelli possa affermare che la morte del C. è avvenuta nel 1394.
Fonti e Bibl.: R. Sassi, Docum. chiavelleschi, in Fonti per la storia delle Marche, Ancona 1955, pp. 26 n. 1, 71 s. n. 50; C. Lilli, Dell'historia di Camerino, Macerata 1652, II, p. 105; O. Turchi, De Ecclesiae Camerinensis pontificibus libri VI..., Romae 1762, pp. 264 ss. e App., pp. CXXXIX n. XCV, CXL ss. n. XCVI; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, I, Venetiis 1717, col. 561; V. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, IV, Venezia 1846, pp. 286 ss.; L. Jadin, Benoît de Fabriano,évêque de Camerino, in Dict. d'Hist. et de Géogr. Eccl., VIII, Paris 1935, col. 196; B. Katterbach, Referendarii utriusque Signaturae..., Città del Vaticano 1931, p. XXXI; C. Eubel, Hierarchia catholica..., I, Monasterii 1913, p. 161.