BENEDETTO da Isernia
Nacque verso la fine del sec. XII a Iseria: sono noti di lui solo pochi particolari biografici. Studiò diritto nell'università di Bologna, dove furono suoi maestri Ugolino e Iacopo Balduini, e con tutta probabilità va identificato con lui quel "Benedictus qui fuit de Benevento" che nel 1221 vi si addottorò.
Secondo quanto propose il Meyers, anche quel "Petrus de Hybernia" ricordato nelle lettere di Pier delle Vigne, che nel 1224, in occasione della fondazione dell'università di Napoli, fu nominato professore di diritto civile da Federico II, sarebbe da identificarsi con lui. In tal modo B. dovrebbe considerarsi uno dei primi insegnanti di diritto all'università di Napoli. Certo è che in una sentenza emanata a Melfi nell'agosto del 1231 B., che aveva fornito una consulenza giuridica ai maestri giustizieri, viene indicato con il titolo di "magister" e in una sottoscrizione di testimonianza dello stesso anno con quello di "professor legum".
Eminente giurista, B. non poteva non seguire il consueto iter dei giuristi napoletani che la corte usava utilizzare nell'amministrazione del Regno e in attività politico-diplomatiche: nel dicembre del 1232 fece parte di un'ambasceria che, sotto la direzione del maestro giustiziere Enrico de Morra e di Pier delle Vigne, si recò da Gregorio IX ad Anagni per trattare a nome di Federico II la questione lombarda. Con lo stesso Enrico de Morra nel luglio del 1233 B. condusse un processo a Sulmona con il titolo di "iudex magne imperialis curie". Intervenne infine nel 1240 presso l'imperatore in favore del monastero di S. Maria di Isernia, al quale, su richiesta di B., furono confermati gli antichi privilegi.
B. viene ricordato per l'ultima volta nel 1252 in occasione del temporaneo trasferimento dell'università di Napoli a Salerno ad opera di re Corrado IV. La data della sua morte non è nota.
Una parte delle opere giuridiche di B., glosse e somme, delle quali per lungo tempo si conoscevano solo i titoli, è stata pubblicata dal Meyers (Iuris interpretes saeculi XIII, pp. 6-76). Sempre fedele seguace della scuola bolognese dei glossatori, scrisse un intero "apparatus", cioè una regolare e ininterrotta interpretazione del Corpus iuris civilis, secondo un metodo che fu abbandonato dai giuristi napoletani successivi a causa della generale diffusione della glossa di Accursio. Le sue glosse, che abbondano di casi pratici introdotti a scopo chiaramente didattico, rivelano inoltre una considerevole dimestichezza con la pratica della Magna Curia. Sono da notare infine, come una sua speciale caratteristica, le frequenti citazioni bibliche nelle sue Somme.
Gli allievi più noti di B. furono Giovanni Faseolo e Nicola Rufulo, ambedue più tardi professori di diritto civile nell'università di Napoli.
Fonti e Bibl.: J. L. A. Huillard-Bréholles, Historia diplomatica Friderici secundi, II, 1, Paris 1852. pp. 449, 451; J. F. Böhmer, Regesta Imperii, V, a cura di J. Ficker e E. Winkelmann, Innsbruck 1881-1901, nn. 1537, 1889, 3105, 6934, 13140; Ex Honorii III et Gregorii IX registris, a c. di C. Rodenberg, in Mon. Germ. Hist., Epist. saec. XIII e regestis pontif. Rom. selectae per G. H. Pertz, I, Berolini 1883, p. 405; Codice diplom. barese, VI, a cura di F. Nitti di Vito, Bari 1906, p. 85; Ryccardi de Sancto Germano notarii Chronica, in Rer. Ital. Script., 2 ediz., VII, 2, a cura di C. A. Garufi, p. 184; P. Albino, Biografie e ritratti degli uomini illustri della provincia di Molise, I, sezione seconda, Campobasso 1864, pp. 35 s.; E. M. Meyers, Iuris interpretes saeculi XIII, Neapoli 1926, ad Indicem;E. Kantorowicz, Kaiser Friedrich der Zweite, Ergänzungsband, Berlin 1931, pp. 267-269, 271; W. Heupel, Der sizilische Grosshof unter Kaiser Friedrich II., Berlin 1940, pp. 90. 142; E. Besta, Il primo secolo della scuola giuridica napoletana, in Scritti di storia giurid. merid., Bari 1962, pp. 452 s., 457.