BENEDETTO da Norcia, Santo
Padre del monachesimo occidentale, B., nato a Norcia nel 480 ca. e morto a Montecassino nel 547, fu il fondatore dell'Ordine benedettino. Dopo aver concluso i suoi studi a Roma si ritirò a vita eremitica presso Subiaco. Nel 529 ca. si spostò a Montecassino dove, insieme ai suoi seguaci, eresse il monastero omonimo, di cui fu anche abate. Le poche notizie storiche relative alla vita del santo sono riassunte nei Dialoghi, scritti da Gregorio Magno intorno al 593 (II, 8-10; SC, CCLX, 1979, pp. 166-168).Iconografia. - Le raffigurazioni di B. compaiono nel Medioevo sia isolate sia in contesti narrativi più complessi. Immagini singole del santo sono documentate già nell'Alto Medioevo: tra le più antiche è quella nel cimitero di S. Ermete a Roma (sec. 8°-9°); a partire dalla fine del sec. 10°, esse si diffondono in Germania, Francia e Inghilterra in parallelo con l'estendersi del culto del santo, favorito dal movimento di crescita della vita monastica.Tra le più antiche pitture murali con l'immagine di B. note in Italia è da ricordare quella della grotta del Salvatore presso Vallerano (sec. 10°): B., affiancato da Mauro e Placido, due dei suoi primi compagni, è rappresentato a figura intera e in atteggiamento orante con le mani giunte dinanzi al busto; il santo, con la tunica e lo scapolare, appare in giovane età e senza barba. Gli affreschi della grotta del Salvatore appartengono a un contesto benedettino, essendo stati commissionati da un Andreas Humilis abbas, come ricorda l'iscrizione ancora leggibile nell'eremo. La più antica rappresentazione di B. databile con assoluta certezza è però quella nel frontespizio del manoscritto della Regola benedettina (Montecassino, Bibl., 175), redatto a Capua, su commissione dell'abate Giovanni I di Montecassino, nel 919-920: B., ritratto con la barba corta, indossa lo scapolare sopra la tunica decorata con due clavi; sul ginocchio sono appoggiate le due bande di una stola che lo connotano come sacerdote.Non è conservata, ma se ne deduce l'esistenza da un'iscrizione, una raffigurazione di B. nello strombo di una finestra nella basilica dei Ss. Martiri a Cimitile; il santo era posto di fronte alla figura di s. Gennaro. Il ciclo è databile alla seconda metà del sec. 10°, quando a Roma B. è rappresentato nell'abside di S. Maria in Pallara; il monastero fu fondato da Petrus Medicus sul Palatino prima del 977, ma l'affresco in questione è databile agli ultimi anni del secolo, intorno al 998. Il santo, raffigurato insieme a s. Sebastiano e s. Zosimo, è presentato a mezzobusto, con cocolla e con un libro chiuso, probabilmente la Regola, nella mano sinistra; è un ritratto giovanile, senza barba. Risulta perciò evidente che nel sec. 10° non si era ancora definita una precisa iconografia di B.; le immagini menzionate si differenziano infatti l'una dall'altra per la foggia dei capelli e degli abiti e per gli attributi.Nelle raffigurazioni italiane più tarde B. viene rappresentato con capelli e barba bianchi, come nel caso dell'affresco in una nicchia del Sacro Speco a Subiaco del sec. 13°: B. indossa lo scapolare sopra una lunga tunica, nella mano destra porta il pastorale e nella sinistra il libro aperto, sul quale sono leggibili le prime parole della Regola benedettina: "Ausculta, o fili, praecepta magistri". Negli affreschi della chiesa di S. Crisogono a Roma (1057-1058 ca.) e nel Lezionario di Desiderio di Montecassino, del 1071 (Roma, BAV, lat. 1202), B. è rappresentato con la barba bianca e talora il cappuccio in testa. È degna di rilievo, infine, la rappresentazione del santo nell'atrio di S. Maria Antiqua a Roma, insieme con s. Basilio e scene della Vita di s. Antonio, i padri del monachesimo orientale, il cui culto era peraltro diffuso anche nei monasteri benedettini. A Montecassino le immagini di B. erano naturalmente numerose e venerate: nella chiesa abbaziale, al tempo dell'abate Desiderio (1058-1087), si ricorda una "lampadem ante imaginem eiusdem Patris Benedicti" (AASS, Martii III, 1865, p. 290). Ma anche a Subiaco, culla dell'Ordine benedettino, il culto del santo era molto sentito; come testimonia il Chronicon Sublacense (RIS2, XXIV, 6, 1927, pp. 3-46), il giorno della festa di B. si svolgeva una processione durante la quale veniva portata un'icona raffigurante il santo. In ambito germanico la prima rappresentazione di B. compare in un contesto particolarmente solenne: l'imperatore Enrico II, che era stato a Montecassino nel 1022, fece rappresentare B. insieme a Cristo e tre arcangeli sull'antependium d'oro dell'altare da lui commissionato per la cattedrale di Basilea; il santo, giovane e senza barba, è ritratto con il pastorale e con un libro. L'iscrizione lo definisce medicus soter Benedictus, ricordando come l'imperatore fosse stato miracolato e guarito da B. (Annales Casinenses, II, 43). Un'altra rappresentazione si trova nel c.d. Regelbuch di Niedermünster del 990 ca. (Bamberga, Staatsbibl., Ed.II. 11), un manoscritto commissionato dal duca Enrico il Litigioso per il convento femminile di Niedermünster a Ratisbona, contenente sia la Regola benedettina sia quella di s. Cesario di Arles. B. è raffigurato seduto su un trono con cuscino e suppedaneo, con un libro e il pastorale; la foggia della capigliatura corrisponde a quella di s. Pietro. È interessante anche l'immagine del frontespizio di un manoscritto contenente la Regola, datato al 1025 ca. e proveniente dall'abbazia di Ringelheim (Berlino, Staatsbibl., Theol. lat. fol. 199). B., che troneggia sul faldistorio, consegna la Regola dell'Ordine alla badessa Aeilika, inginocchiata accanto a lui. Mentre la rappresentazione di B. sull'altare d'oro di Basilea scaturisce da un rapporto personale dell'imperatore Enrico II con Montecassino e il suo santo fondatore, il Regelbuch di Niedermünster e il manoscritto di Ringelheim sono legati alla diffusione del monachesimo benedettino nel 10° secolo.L'immagine di B. è diffusa anche in ambito cluniacense: da Saint-Martial di Limoges proviene un manoscritto, risalente al 1100 ca., con il Martirologio di Usuardo e la Regola di s. Benedetto (Parigi, BN, lat. 5243). Nella rappresentazione del santo che orna quest'ultima, Marziale e B. condividono la visione di Cristo in trono nella mandorla; B. è raffigurato con il cappuccio, il pastorale e il libro della Regola.Anche in Inghilterra le prime rappresentazioni di B. compaiono nel sec. 10°: nel Benedizionale del vescovo Etelvoldo di Winchester (936-984), conservato a Londra (BL, Add. Ms 49598, c. 99), B. è raffigurato in trono sotto un'arcata, con libro e corona, in veste sacerdotale; il capo tonsurato e senza barba è adornato di un diadema d'oro. A un momento successivo appartiene un salterio della Christ Church di Canterbury del 1012-1023 (Londra, BL, Arund. 155); alla c. 133, B., in vesti sacerdotali e in posizione frontale e troneggiante, consegna a un gruppo di monaci il libro della Regola benedettina. Il santo è senza barba, con il pastorale e il diadema, su cui è scritto Timor Dei; il monaco inginocchiato ai piedi di B. indossa una cintola che reca l'iscrizione zona humilitatis.Il primo ciclo noto della vita di B. è conservato a Roma in S. Crisogono (dopo il 1057-1058); ne restano solo due scene (Placido salvato da Mauro mentre sta per annegare e la Guarigione del lebbroso a opera di B.), che presentano stretti legami con il ciclo del Lezionario di Desiderio di Montecassino del 1071 (Roma, BAV, lat. 1202). Il testo è basato su quello dei Dialoghi di Gregorio Magno, che in ambito cassinese venne adattato, diviso in dodici lezioni, a rappresentare la vita del santo. Nel manoscritto di Montecassino ogni lezione è preceduta da una serie di immagini relative ai capitoli in essa riassunti. Storie della vita del santo e scene neotestamentarie decoravano anche un altare d'oro con smalti commissionato a Costantinopoli da Desiderio.Indipendenti dal Lezionario, ma sempre derivate dai Dialoghi di Gregorio Magno, sono le scene della Vita di B. illustrate in alcuni capitelli del coro della chiesa di Saint-Benoît-sur-Loire, degli inizi del 12° secolo. Raffigurazioni molto originali di B., che non hanno corrispondenti altrove, sono conservate nel Liber capituli (1137 ca.) dell'abbazia di Zwiefalten (Stoccarda, Württembergische Landesbibl., Hist. 2° 415); le fonti del testo sono costituite dalla Regola di B. e da un Martirologio di Usuardo. Là dove il testo del Martirologio riporta la nascita e la vita del santo, l'illustratore ha scelto quale prima immagine la visione di un monaco che vede B. ascendere al cielo su veli. La raffigurazione di B. come autore della Regola propone invece due scale sulle quali salgono e scendono angeli, alludendo così ai dodici gradi dell'umiltà imposti dalla Regola. Sulla scala a destra, accanto a B., uomini sono in attesa davanti alle fauci del mostro infernale, catturato con un amo da Cristo: l'illustratore si ispira qui all'immagine letteraria del Leviatano preso all'amo (Gb. 40, 25). Bibl.: A. Bertini Calosso, Gli affreschi della Grotta del Salvatore presso Vallerano, Archivio della R. Società Romana di Storia Patria 30, 1907, pp. 189-241; K. Löffler, Schwäbische Buchmalerei in romanischer Zeit, Augsburg 1928; G. Ladner, Die italienische Malerei im 11. Jahrhundert, JKhSWien, n.s., 5, 1931, pp. 33-160; O. Lehmann-Brockhaus, Schriftquellen zur Kunstgeschichte des 11. und 12. Jahrhunderts für Deutschland, Lothringen und Italien, 2 voll., Berlin 1938; E. 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Orofino, Considerazioni sulla produzione miniaturistica altomedievale a Montecassino attraverso alcuni manoscritti conservati nell'archivio della Badia, in Monastica, III, Scritti raccolti in memoria del XV centenario della nascita di S. Benedetto (480-1980) (Miscellanea Cassinese, 47), Montecassino 1983, pp. 131-185; B. Brenk, Die Benediktszenen in S. Crisogono und Montecassino, AM 2, 1984, pp. 57-66; id., Das Lektionar des Desiderius von Montecassino, Zürich 1987; J. Osborn, The Atrium of S. Maria Antiqua, Rome: A History in Art, PBSR, n.s, 42, 1987, pp. 186-223.B. BrenkArchitettura. - B., profugo da Subiaco, come riferisce Gregorio Magno nei Dialoghi (II, 8-10; SC, CCLX, 1979, pp.166-168), si ritirò con pochi discepoli sulla montagna sovrastante Cassino. Qui, dopo aver abbattuto il tempio pagano dedicato a Giove, iniziò subito la costruzione di un piccolo nucleo conventuale intorno al quale si sviluppò in seguito l'attuale abbazia. Con l'ausilio delle fonti letterarie e delle risultanze archeologiche non solo si è potuto definire l'assetto generale dato all'antico cenobio dal santo fondatore, ma sono state anche individuate le strutture di alcuni suoi edifici.Il primo monastero gravitava intorno a un oratorio principale e comprendeva un refettorio, un dormitorio, una foresteria per gli ospiti e altri ambienti necessari alla comunità (cisterna per l'acqua, forno, ecc.); questa embrionale tipologia monastica risulta peraltro codificata nelle disposizioni che B. impartì di lì a qualche anno ai monaci invitati a costruire un nuovo monastero nei pressi di Terracina. A Montecassino esistevano due oratorî: quello maggiore, eretto sulla cima del monte, in onore di s. Giovanni Battista; l'altro, poco più in basso, in onore di s. Martino. Gli scavi seguiti al bombardamento subìto dall'abbazia nell'ultimo conflitto bellico hanno rilevato che la chiesa del Battista (m. 7,6015,25) presentava uno spazio mononavato con abside, coincidente con l'area del presbiterio dell'attuale basilica; la muratura compatta, realizzata a opera incerta, mostrava sul lato nord alcune lesene nelle quali erano inclusi filari di laterizi. Un altro edificio particolarmente significativo era la torre posta all'ingresso del complesso monastico, di cui costituiva una sorta di baluardo difensivo; la costruzione, ricavata probabilmente da una precedente struttura romana, era articolata su due piani, nel secondo dei quali era sistemata la cella di B., come è illustrato fra l'altro in una miniatura (Roma, BAV, lat. 1202, c. 72), da cui il santo poteva avere il controllo delle persone che entravano o uscivano dal monastero. Tale sistemazione si costituì come modello per la successiva edilizia monastica, dove le abitazioni degli abati occupavano in genere una posizione analoga.È difficile proporre ulteriori considerazioni sull'architettura cassinese del periodo di B. non solo a causa delle continue trasformazioni della prestigiosa abbazia, ma anche delle non poche distruzioni a cui essa fu soggetta. È anche impossibile per ora analizzare le altre imprese edilizie svolte altrove dal santo, in particolare quelle di Subiaco. Non si può però ignorare che quanto B. realizzò a Montecassino è stato in realtà il seme fruttuoso del fervore artistico-culturale attuatosi progressivamente nelle numerose abbazie benedettine del Medioevo europeo.
Bibl.: Fonti. - Gregorio Magno, Vita e miracoli di San Benedetto, a cura di A. Fiorini, Roma 1954; Leone Ostiense, Chronica Monasterii Casinensis, a cura di H. Hoffmann, in MGH. SS, XXXIV, 1980.Letteratura critica. - D. Bartolini, L'antico Cassino e il primitivo monastero di S.Benedetto restituito alla luce dai suoi ruderi, Montecassino 1880; A. Alinari, Il primitivo monastero di Montecassino (contributo alla storia della sua topografia), BISI 47, 1932, pp. 51-81; M. Germain, La plus ancienne basilique encore existente au Mont-Cassin, Studien und Mitteilungen zur Geschichte des Benedictinerordens und seiner Zweige 55, 1937, pp. 154-156; E. Scaccia Scarafoni, La ''torre di S. Benedetto'' e le fabbriche medioevali di Montecassino (Ricerche di topografia), BISI 59, 1944, pp. 137-183; A. Ferrua, E. Kirschbaum, A. Pantoni, C. Venanzi, L'esplorazione archeologica, in Il sepolcro di S. Benedetto (Miscellanea Cassinese, 27), Montecassino 1951, pp. 71-94, tavv. I-XIX; A. Pantoni, Le vicende della Basilica di Montecassino attraverso la documentazione archeologica (Miscellanea Cassinese, 36), Montecassino 1973; id., L'acropoli di Montecassino e il primitivo monastero di San Benedetto (Miscellanea Cassinese, 43), Montecassino 1980.