EREDI, Benedetto
Nacque nel 1750 a Ravenna, dove apprese i principi dell'arte dell'incisione; poi si stabilì a Firenze dove lavorò, incise e pubblicò soprattutto insieme con G. B. Cecchi.
Il periodo, grazie alla politica culturale di Pietro Leopoldo, era favorevole ad imprese editoriali di largo respiro; nell'arte incisoria predominava la tendenza al riproduzionismo per lo più da composizioni pittoriche dell'ambiente fiorentino.
Inizialmente l'E. era nel giro di Ignazio Enrico Hugford, pittore e disegnatore inglese, provveditore dell'Accademia del disegno, autore di quasi tutti i disegni a matita e ad acquerello da cui furono tratte le trecento incisioni della Serie degli uomini i piùillustri nella pittura, scultura e architettura, in 12 volumi e un supplemento, a cura di Gaetano Cambiagi (Firenze 1769-1775), a cui l'E. collaborò a partire dal V volume. L'E., sempre in questo periodo, incise una Allegoria della Gloria, con personaggi vari fra cui Dante e Virgilio per gli Elogi degli uomini illustri toscani (Lucca 1771-1774).
L'E. e G. B. Cecchi furono legati da una lunga collaborazione; l'E., meno dotato del Cecchi dal punto di vista artistico, fu più intraprendente come mercante. La loro associazione dette subito felici risultati per cui i due amici furono spinti a mettere una società in proprio non solo come incisori ma anche come mercanti, cercando temi di riproduzionismo a Firenze ed anche in altre città d'Italia. Delle opere firmate "Cecchi & Eredi" ricordiamo per primi i due volumi (1776, 1779) Bonarum artium splendori XII tabulae a praestantissimis Italiae pictoribus expressae, Florentiae, in folio, tavole 24.
Questi due volumi, dedicati a Pietro Leopoldo, riunivano tavole che erano uscite sciolte ed erano state segnalate via via dalla Gazzetta toscana. Le tavole riproducono quadri conservati nelle chiese e nel palazzo reale di Firenze, ed anche di altre importanti città della Toscana. Per poter pubblicare questa opera, il Cecchi e l'E. chiesero un sussidio al granduca (come risulta dall'Archivio delle Gallerie fiorentine, filza IX, n. 19). Si conserva, oltre all'elenco delle tavole intagliate, un delizioso manifestino dell'E. a stampa Agli amatori delle belle arti del 1º febbr. 1776 (ibid.).
Dal dicembre 1779 al 1787 uscirono le incisioni del Cecchi e dell'E. che poi avrebbero fatto parte della Raccolta di 24 stampe rappresentanti quadri copiati da alcune gallerie e palazzi di Firenze, Firenze, con frontespizio inciso. La raccolta era dedicata a Francesco gran principe ereditario ed a Ferdinando, arciduchi d'Austria.
Le 24 incisioni sono per metà opera del Cecchi e per l'altra metà dell'E. e precisamente sono di quest'ultimo le tavole: 2) Leandro e Ero da Giacinto Gimignani; 4) La congiura di Lucrezia romana, da Luca Giordano; 6) Le figlie di Pelia ingannate da Medea, da Simone Pignoni; 7) Lucio Quinzio Cincinnato, da Sebastiano Ricci; 10) La Galatea, da Luca Giordano; 11) Giuditta, da Francesco Furini; 14) Placa Rinaldo Armida, da G. Biliverti; 16) Aci e Galatea, da Francesco Furini; 17) La casta Susanna, da Matteo Rosselli; 20) David placato da Abigail, da Pietro da Cortona; 22) Cerca gl'idoli suoiLaban deluso. Gen. XXXI, 35, da Pietro da Cortona; 23) La morte della moglie di Dario, da Giacinto Gimignani. Tutte queste tavole, a mano a mano che uscivano, venivano segnalate dalla Gazzetta toscana.
Nel 1783 ancora il Cecchi e l'E. pubblicarono nove stampe elegantemente incise in carta papale, rappresentanti lo stato antico e lo stato attuale del Sepolcro di Dante a Ravenna con il ritratto del poeta. Il sepolcro era stato fatto restaurare nel 1780 dal cardinale Luigi Valenti Gonzaga.
Nel marzo 1784 la Gazzetta toscana (p. 56) annunciò un'incisione devozionale, pubblicata sempre dal Cecchi e dall'E., raffigurante la venerata immagine della Ss. Annunziata e derivante non dall'originale, nella omonima chiesa fiorentina, ma da una copia eseguita da Santi Pacini per compiacere Luisa di Francia, carmelitana scalza.
Nel 1785 il Cecchi e l'E. pubblicarono una stampa rappresentante i Reali sovrani della Toscana "insiemecon la Real prole attualmente vivente, cioè nove arciduchi e quattro arciduchesse ..." (da invenzione di G. Piattoli, dis. A. Nistri Tonelli, ritratti copiati da originali di G. A. Fabbrini, cfr. Gazzetta toscana, 1786, 9, pp. 33 s.). Tutto ciò viene anche spiegato in altra piccola stampa che va unita alla grande dove si notano il nome e l'età di ciascheduna figura espressa nell'altra (Gazzetta toscana, ibid.) Due incisioni, una più grande (acquaforte rarissima; cfr. gli esemplari all'Historisches Museum der Stadt di Vienna e alla Biblioteca nazionale di Firenze) e l'altra più piccola (acquaforte di mm. 250 × 400) chiudono la serie di Ritratti "in conversazione" della famiglia granducale di Toscana, iniziata con i ritratti eseguiti da A. Maron nel 1771, da V. Wehrlin e da W. Berczy nel 1781-1782.
Nel 1787, per volontà e premura di Pietro Leopoldo, furono rifatti ed ampliati la facciata ed il loggiato dell'ospedale di Bonifazio (così detto perché fondato da Bonifazio Lupi nel 1387); in questa occasione G. B. Cecchi e l'E. incisero la Pianta di tutto il tenimento del Regio Spedale di Bonifazio di Firenze, dal rilievo e dal disegno dell'ing. Lorenzo Martelli, la Loggia e facciata principale del Regio Spedale di Bonifazio di Firenze per uso degli incurabili, invalidi, dementi, e malati cutanei edificata sotto gli auspici di S. A. R. Pietro Leopoldo I. … l'anno 1787, da invenzione di G. Salvetti, ingegnere, e da disegno di Carlo Cecchi. I due artisti incisero ancora Veduta della fabbrica piazza e annessi del Regio Arcispedale di S. Maria Nova; Veduta del Regio Spedale di Bonifazio; Prospetto e loggia di S. Maria Nova, da invenzione di B. Buontalenti e da disegno di Carlo Cecchi. Un esemplare di tutte queste incisioni riguardanti l'ospedale di Bonifazio è conservato presso la Biblioteca Classense di Ravenna, oltre che presso la Biblioteca nazionale centrale e la Marucelliana di Firenze.
Nel 1794 uscì la serie con La vita di s. Giovanni Battista e le quattro principali Virtù dipinte afresco da Andrea Del Sarto nel chiostro della già Compagnia dello Scalzo ed ora incise in XIV tavole, Firenze, ed. Niccolò Pagni e Giuseppe Bardi. La raccolta è dedicata a Marco Martelli di Urbino.
Le prime due tavole, non numerate (frontespizio e tavola di dedica), da disegno di Pietro Benvenuti, sono firmate "Eredi e Cecchi inc."; rappresentano le quattro virtù Fede, Speranza, Giustizia, Carità. Le tavole 1, 2, 3, 4, 5, 11, sono di esclusiva mano dell'E. da disegni di P. Benvenuti A. Volpini, C. Bozzolini, G. Pera. La tavola 5 è da affresco del Franciabigio. Le prime tre tavole sono datate 1792.
Segno dell'apprezzamento di cui godeva l'E. è la partecipazione a lavori di importanza notevole come l'Etruria pittrice, due volumi (1791, 1795) pubblicati a Firenze da Marco Lastri per gli editori Niccolò Pagni e Giuseppe Bardi.
Sono dell'E. tre incisioni: la tavola CX Gesù Cristo nell'orto da invenzione di Carlo Dolci e da disegno di C. Bozzolini; la tavola CXVIII La presentazione di Maria Vergine, da invenzione di Gio. Camillo Sagrestani e da disegno di P. Ermini; la tavola CXIX Lo sposalizio di Maria Vergine da invenzione di Vincenzo Meucci e da disegno di Carlo Bozzolini.
Sempre del 1795 è una incisione di cui un esemplare è conservato presso la Biblioteca Classense di Ravenna, da invenzione e disegno conservato di G. Cuppini, Catafalco eretto in Ravenna nella Chiesa di s. Giovanni Evangelista ... per l'esequie fatte celebrare il 17 febbraio 1795 alla onoranda memoria del conte Camillo Mangia matematico ed architetto, dai di lui amici (Arrigoni-Bertarelli, 1932, n. 1514).
Fra il 1804 e il 1805 G. R. Cecchi e l'E. incisero per Lorenzo Bardi, succeduto a Giuseppe, otto tavole raffiguranti Isette sacramenti e la Crocifissione da invenzione di Nicolas Poussin. Giuseppe Pera si occupò della preparazione all'acquaforte. L'E. incise a bulino tre tavole dell'edizione italiana dei volumi di Dominique Vivant Denon, Viaggio nel basso ed alto Egitto (I-II, Firenze 1808, presso Giuseppe Tofani), a cui lavorò anche G. B. Cecchi.
L'ultima opera firmata "Cecchi & Eredi", tratta da disegni di Giuseppe Pera e di Emilio Cateni e messa in commercio dall'E., appena completato il ciclo di incisioni, nel 1815 (Arrigoni-Bertarelli, 1932), è un ciclo sulla Vita di papa Pio VII, tema iconografico che ebbe molto successo durante la Restaurazione e che attrasse anche il gruppo fiorentino di Carlo Lasinio e i romani Giuseppe Calendi e Bartolomeo Pinelli.
Non si conosce l'esatta data di morte dell'E. evidentemente successiva al 1815 (non è attendibile dunque la data del 1812 riportata dal Thieme-Becker).
Fonti e Bibl.: M. Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, II, Paris 1856, pp. 200 s.; P. Arrigoni-A. Bertarelli, Le stampe stor. conservate nella raccolta del castello Sforzesco, Milano 1932, ad Indicem; Ubaldo da Montegiberto, L'arte figurativa in alcune chiese... delle Marche, Roma 1965, p. 19 n. 47; F. Borroni, Cecchi, Giovanni Battista, in Diz. biogr. degli Ital., XXIII, Roma 1979, pp. 267-270; Id., Riprodurre in incisione per far conoscere dipinti e disegni: il Settecento a Firenze, in Nouvelles de la Rèpublique des lettres, II (1982), 2, pp. 85, 93, 99, 111 e passim; Curiosità di una reggia. Vicende della guardaroba di Palazzo Atti (catal.), Firenze 1979, p. 124; G. Briganti, Pietro da Cortona, Firenze 1982, pp. 211, 298; F. Borroni Salvadori, A passo a passo dietro a G. Bencivenni Pelli al tempo della Galleria, II, in Rassegna stor. toscana, XXIX (1983), 2, p. 158; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, X, pp. 594 s.