SESTINI, Benedetto Maria Giuseppe
– Nacque a Firenze il 20 marzo 1816, da Gaetano e da Anna Verità.
Entrato il 30 ottobre 1836 nella Compagnia di Gesù, studiò al Collegio romano, dove fu allievo del matematico Andrea Caraffa (1789-1845) e dell’astronomo Francesco De Vico (1805-1848). De Vico era anche direttore dell’osservatorio del Collegio e Sestini, attento osservatore, abile in matematica e nel disegno, ne divenne assistente nel 1839.
Ordinato sacerdote nel 1844, Sestini insegnò inoltre matematica superiore al Collegio romano dal 1846 al 1848; per qualche tempo, fu anche cappellano del carcere di Castel S. Angelo. È di questi anni il suo principale lavoro astronomico, un catalogo contenente la descrizione colorimetrica di oltre 2500 stelle della volta celeste da +90° a −30° di declinazione, pubblicato nelle Memorie dell’Osservatorio del Collegio romano degli anni 1845 e 1847.
Sestini effettuò tali ricerche nel doppio intento di scoprire gli eventuali cambiamenti di colore delle stelle che si fossero manifestati nel tempo e di provare che fossero dovuti a effetto Doppler. Quello di Sestini fu il primo catalogo colorimetrico; esso fu più tardi riesaminato e ripubblicato, nel 1911, dal direttore della Specola vaticana, Johann Georg Hagen (1847-1930), che dimostrò l’accuratezza del lavoro del gesuita fiorentino.
La prima memoria di Sestini, corredata da dodici carte celesti, venne inclusa nella seconda, la cui stampa rimase però incompleta. Nel 1848, infatti, a causa dei moti risorgimentali, i gesuiti lasciarono Roma e si dispersero, andando in esilio volontario in altri Paesi. Con lo stesso De Vico e con altri confratelli, tra cui Paolo Rosa (1825-1874) e Angelo Secchi (1818-1878), Sestini riparò prima a Parigi, poi a Londra, infine emigrò in America, dove con molti altri gesuiti italiani rifugiati, trovò accoglienza presso il Georgetown College di Washington. Sestini rimase negativamente impressionato dai costumi dei gesuiti d’Oltreoceano, che gli apparivano non convenzionali e scandalosi, alla luce della formazione da lui ricevuta negli ambienti romani.
Nei primi anni del suo soggiorno a Georgetown, dove ricoprì la cattedra di matematica e scienze naturali, aveva programmato di portare a termine il suo catalogo colorimetrico di stelle, estendendolo a tutto il cielo australe. Insieme a De Vico, infatti, avevano portato con loro, da Roma, l’obiettivo del telescopio Cauchoix del Collegio romano per utilizzarlo all’osservatorio del Georgetown College. Tuttavia, nel 1849, si ristabilirono condizioni politiche favorevoli in Italia e i gesuiti emigrati furono richiamati al Collegio romano, tra le proteste dei rettori dei collegi americani, che avevano investito risorse e contavano sull’apporto dei gesuiti europei, soprattutto nell’insegnamento delle discipline scientifiche. Sestini dovette riconsegnare l’obiettivo del telescopio Cauchoix, rinunciando così definitivamente alle sue ricerche di colorimetria stellare, ma chiese e ottenne di poter restare in America, considerando quasi una missione quella di tentare di ristabilire l’ortodossia nel troppo disinvolto, a suo giudizio, cattolicesimo statunitense. Preoccupato dalla scarsa formazione di novizi e seminaristi alla vita spirituale e comunitaria e dalla mancanza di disciplina e di regole nelle comunità dei gesuiti – soprattutto nelle parrocchie di campagna, dove la condotta dei suoi confratelli aveva non di rado provocato problemi – nel 1859 collaborò all’ispezione delle comunità gesuitiche statunitensi dell’East Coast, proponendo una riforma delle stesse.
A Georgetown, Sestini si occupò inizialmente anche di studi sulle macchie solari; questo lavoro, che gli fu finanziato per contratto dal governo federale americano, faceva parte di un più ampio progetto di ricerche sulla correlazione tra attività solare e meteorologia terrestre. La serie di quarantaquattro tavole contenenti le incisioni dei disegni delle macchie solari osservate da Sestini dal 20 settembre al 2 novembre 1850 all’osservatorio del Georgetown College fu poi pubblicata nel 1853 dall’U.S. Naval Observatory di Washington.
Noto come uno dei migliori scienziati del Collegio, dopo il 1850, tuttavia, Sestini praticamente abbandonò le ricerche astronomiche per dedicarsi alla stesura di numerosi libri di testo per l’insegnamento della matematica. Tra il 1852 ed il 1878 pubblicò infatti diversi trattati di geometria, algebra, trigonometria, geometria analitica, calcolo infinitesimale e altre discipline correlate: tutti lavori meritevoli, ma che non ebbero particolare successo, a causa del metodo e dell’approccio teorico, poco consoni al pragmatismo americano, nonché per la scarsa qualità dell’edizione, spesso stampata in proprio, e poco attraente rispetto ad altri libri di testo. I suoi libri vennero pertanto principalmente utilizzati come dispense per i suoi studenti.
A parte brevi docenze al Gonzaga College di Washington (1857-59) e al Boston College (1860-63) in Massachusetts, Sestini rimase al Georgetown College di Washington fino al 1869, quando venne fondato il Woodstock College, il seminario gesuitico (scolasticato) più antico degli Stati Uniti. Sestini vi fu chiamato a insegnare matematica e scienze naturali e supervisionò gran parte della costruzione del Collegio, inclusa la biblioteca e il museo scientifico, che furono da lui affrescati (sul tetto della prima, raffigurò il sistema solare in scala). In effetti, Sestini coltivò anche interessi di tipo artistico. Fu infatti architetto della chiesa di S. Luigi Gonzaga, edificata nel 1859 a Washington, e amico del celebre pittore Costantino Brumidi (1805-1880), che affrescò la cupola del Campidoglio, sede del Congresso degli Stati Uniti. L’unico lavoro di carattere astronomico di questo periodo – e l’ultimo della sua carriera – fu un articolo sull’eclisse totale di Sole del 22 luglio 1878 osservata a Denver, in Colorado, contenente un suo disegno della corona solare.
Esponente di un cattolicesimo molto devozionale, Sestini teneva in alta considerazione la venerazione di reliquie e le pie pratiche. Nel 1866 fondò la popolare rivista Messenger of the Sacred Heart, nell’intento di diffondere la pia devozione al Sacro Cuore in riparazione dell’ostilità e dell’indifferenza verso la religione che circolavano negli ambienti americani. Dopo il suo trasferimento, la rivista fu pubblicata presso il Woodstock College ed egli ne fu editore fino al 1885. Negli stessi anni, con le stesse finalità di diffusione devozionale, fu anche responsabile e attivo promotore dell’Apostolato della preghiera negli Stati Uniti.
A causa della salute, divenuta malferma, nel 1885 fu prima trasferito nella chiesa del Gesù a Philadelphia, in Pennsylvania, poi nel noviziato di Frederick, nel Maryland, dove a causa di una progressiva paralisi si spense il 17 gennaio 1890.
Di lui si disse che aveva due passioni: la pura matematica e la pura religione cattolica.
Opere. Memoria seconda intorno ai colori delle stelle del catalogo di Baily, Roma 1847; On the colors of stars, in The astronomical journal, 1850, 1, p. 88; A treatise of analytical geometry, Washington 1852; Observations on solar spots, made at the observatory of Georgetown College, sep. 20 to nov. 6, 1850, forty-four diagrams, in U.S. Naval observatory observations for 1847, Appendix A, Washington 1853; Elementary algebra, Baltimora 1854; A treatise on algebra, Baltimora-Pittsburg 1855; Elements of geometry and trigonometry, Baltimora 1856; Manual of geometrical and infinitesimal analysis, Baltimora 1871; Elements of theoretical mechanics, Woodstock 1873; Principles of cosmography, Woodstock 1878.
Fonti e Bibl.: W.H. Smyth, Aedes Hartwellianae, or Notices of the manor and mansions of Hartwell, Londra 1851, pp. 291-298; C. Sommervogel, S. (Benoît), in Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, VII, Bruxelles-Paris 1896, pp. 1159 s.; J.G. Hagen, Colori stellari osservati a Roma negli anni 1844-1846 da Benedetto Sestini, Roma 1911; J.B. Hearnshaw, The measurement of starlight: two centuries of astronomical photometry, Cambridge 1996, pp. 41-43; G.P. Fogarty, Sestini, Benedetto, in Diccionario histórico de la Compañia de Jesús, a cura di C.E. O’Neill - J.M. Domínguez, IV, Madrid 2001, p. 3562; A. Udìas, Searching the heavens and the earth. The history of jesuit observatories, Dordrecht 2003, pp. 183, 221; G.L. McKevitt, Brokers of culture: italian jesuits in the American West, 1848-1919, Stanford 2007; Id., Italian jesuits in Maryland: a clash of theological cultures, in Studies in the spirituality of jesuits, 2007, 39, 1, n. monografico, pp. 5, 9 s., 20, 32, 34; E.I. Devitt, Benedetto Sestini, in Catholic encyclopedia, XIII, New York 1912, s.v., http://www.newadvent.org/ cathen/13738a.htm (17 aprile 2018).