Musolino, Benedetto
Patriota e uomo politico (Pizzo di Calabria, Catanzaro, 1809 - ivi 1885). Proveniente da una famiglia di idee liberali e antiborboniche, nel 1834 fondò a Napoli la setta dei Figliuoli della Giovine Italia. Arrestato nel 1839, fu liberato nel 1843, ma nel 1846 fu nuovamente imprigionato. Scoppiata la rivoluzione del 1848, fu eletto deputato al Parlamento napoletano e fu uno dei capi della sollevazione calabrese. Condannato a morte in contumacia dal governo borbonico, partecipò alla difesa di Roma e riparò poi a Londra e a Parigi. Nel 1860 raggiunse Garibaldi in Sicilia e combatté al Volturno. Deputato dal 1861 al 1880, militò nelle file della Sinistra occupandosi prevalentemente di problemi di politica estera. Tra le sue opere La rivoluzione del 1848 nelle Calabrie (pubblicato postumo nel 1903) e Gierusalemme ed il popolo ebraico (pubblicato anch’esso postumo nel 1948) in cui propugnava la creazione di uno Stato nazionale ebraico in Palestina. Senatore dal 1881.