PAGAGNOTTI, Benedetto
PAGAGNOTTI, Benedetto. – Nacque a Firenze intorno al 1443 da Cristoforo dell’Opera.
Emise la professione domenicana a S. Marco il 23 agosto 1461. Diversi anni più tardi figura tra i docenti di teologia e astrologia dello Studio fiorentino. Il 28 febbraio 1485 diventò vescovo di Vaison, in Provenza, ma continuò a risiedere a Firenze, dove fu suffraganeo dell’arcivescovo e, a partire dal 1492, si trasferì a S. Maria Novella.
Nel 1496 collaborò con il cardinale Oliviero Carafa, protettore dell’ordine domenicano ma anche dei vallombrosiani, per contrastare le tendenze riformiste e scissioniste fomentate da Girolamo Savonarola all’interno di quest’ultimo ordine. Fu infatti uno dei due giudici incaricati da Carafa di risolvere le tensioni originate dal provocatorio intervento di Savonarola, il quale si era «impacciato circa e’ frati di Valembrosa per farli separare dal generale [Biagio Milanesi]» al fine di vedere la sua riforma espandersi (Villari, 1910, II, p. CXCVI). Lo stesso Carafa gli affidò l’esecuzione delle censure canoniche comminate ai ribelli capeggiati da Gabriele Mazzinghi. Pagagnotti fu protagonista di una tesissima riunione capitolare dell’ordine, al termine della quale Carafa chiese a lui, oltre che all’altro giudice di fede savonaroliana Francesco Salviati e ai seguaci del generale Milanesi, di stendere una relazione sull’accaduto. La vicenda si concluse con una mediazione dello stesso Carafa.
Dopo l’arresto e i primi due processi a Savonarola il papa indirizzò proprio a Pagagnotti la lettera con cui comunicava l’imminente arrivo a Firenze dei suoi due commissari Gioacchino Torriani e Francesco Remolines. In quell’occasione Pagagnotti degradò fra Girolamo e dopo l’esecuzione accompagnò i due commissari papali di fronte ai cadaveri per il compimento della procedura di rito.
L’episodio della degradazione di Savonarola compiuta da Pagagnotti è notissimo a biografi e cronisti, al punto che tutti riportano il dialogo de verbo ad verbum: «Essendo poi condotti li tre Padri dinanzi al Commissario del Papa, et al vescovo de’ Pagagnotti, et al Generale di San Domenico per digradargli, sendovi anco presenti alcuni canonici di Santa Maria del Fiore [...] il detto Vescovo cominciò a fare le solite cerimonie. Dove che, errando in alcune cose, il p. f. Girolamo l’hebbe da avvertire; et dicendo poi che lo privava della Chiesa militante, et triomphante, ancora il Padre f. Girolamo riprese le parole, et disse: “Monsignore voi errate; ché non havete a dire, se non della militante. Della trionfante, sta a Dio”. Et così il buon vescovo si rimesse» (Filipepi, 1898, pp. 504 s.). Fra Benedetto Luschino nei Vulnera diligentis riferisce che il dialogo tra Savonarola e Pagagnotti fu raccontato direttamente dal vescovo, come confermò anche in un un’altra occasione (1548, c. 96r): «Tale fu la forza che Dio dette al frate, che quando venne alla degradatione et che el vescovo gli dixe: “Separamus te ab Ecclesia”, subito gli rispose el detto Benedetto frate et dixe: “Militanti sed non triunfanti. Hoc tuum non est”. Et questo particulare io l’hebbi dalla boccha del proprio Episcopo che lo digradò, che è vescovo di Vasona, chiamato per soprannome Pagagnotti» .
Alcuni anni più tardi Pagagnotti è attestato a Prato (1509), Lucca (1510-11), dove fu priore, e Siena (1513), dove consacrò le chiese di S. Domenico, S. Romano e S. Spirito.
Morì il 4 febbraio 1523 in località ignota.
La successiva attribuzione a Pagagnotti di una miracolosa guarigione, il cui racconto ebbe enorme diffusione attraverso le varie versioni del Trattato dei miracoli di Savonarola, lascia dedurre che la storiografia piagnona lo abbia perdonato per quel gesto compiuto prima dell’esecuzione del frate ferrarese. Lo stesso Serafino Razzi (1596, p. 113) lo ricordò come «padre molto humano, e di honesta conversazione». Questa la versione narrata nel Trattato: «Hor non andò poi molto che il detto vescovo infermò incurabilmente di tisico, et più volte gli si ruppe la vena del petto. Et una volta gli si ruppe di tal sorte, che poco mancò che gli non passasse di questa vita. Trovandosi dunque solo una volta nel letto per riposarsi un poco, vidde venire a sé tre frati di San Domenico. L’uno de’ quali che pareva il principale si pose a sedere a piedi del letto stando gli altri due ritti dinanzi a lui [...] Onde andati più su dinanzi a lui, et stando ritti uno di loro gli disse: “Monsignor conosceteci voi?”. Rispose il vescovo: “Padre io non vi conosco”. Soggiunse quel frate: “Guardate pure se voi ci conoscete”; rispose di novo: “Padre io non vi conosco”. Disse il frate: “Bene è cosa di meraviglia che voi non ci conosciate, noi ve lo vogliamo dire chi noi siamo: Questo qui è il Padre Fra Girolamo Savonarola da Ferrara, questo altro è il Padre Fra Silvestro Maruffi et io sono Fra Domenico da Pescia che voi degradaste quando andammo alla morte”. Et detto così voltossi poi al Padre Fra Girolamo et li disse: “P.F. Girolamo habiamo noi a render mal per male o ben per male?”. Rispose il P.F. Girolamo: “Noi habbiamo a rendere bene per male, et non male per male”. Dipoi stendendo la mano et dandogli la benedittione gli disse: “Nel nome di Dio tu sii sanato”. Et così detto tutti disparvero, et il vescovo rimase sano et libero da ogni sua infermità. Questo miracolo fu narrato dal vescovo proprio a’ frati nostri» (Benavent, 1997, pp. 103 s.). Anche lo Pseudo-Burlamacchi raccontò la vicenda, ma in questo caso l’apparizione dei tre domenicani non era casuale, dal momento che fu lo stesso vescovo, in punto di morte, a raccomandarsi a loro (La vita del beato Ieronimo Savonarola, 1937, pp. 218 s.). Ancora, secondo Giovanni Pico Pagagnotti raccontò che il frate defunto gli era apparso e l’aveva rimproverato per il suo peccato. A testimonianza di una memoria comunque segnata da luci e ombre, Pagagnotti fu inserito da Razzi tra i personaggi di spicco del convento di S. Marco, ma il suo nome e le righe che lo riguardano sono state successivamente sbarrate e cancellate, con una sorte analoga a quella riservata ad Ambrogio Catarino Politi (Razzi, Cronica, c. 113r).
Fonti e Bibl.: Firenze, Biblioteca nazionale, Convento soppressi, I.VII. 28:Vita Beati Hieronymi, martiris, doctoris, virginis ac prophetae eximii, c. 62r; Ibid., Biblioteca Medicea Laurenziana, S. Marco, 370: R. Ubaldini, Annalia Conventus S. Marci de Florentia, c. 166r; 873: S. Razzi, Cronica della provincia romana dell’ordine dei frati predicatori, c. 32r-v; B. Luschino, Postille al Discorso del Catarino, in A. Catarino Politi, Discorso contra la dottrina et le profetie di fra Girolamo Savonarola, Venezia, Gabriel Giolito di Ferrarij, 1548, c. 96r; S. Razzi, Istoria de gli huomini illustri così nelle prelature, come nelle dottrine, del sacro Ordine de gli predicatori, Lucca, per Vincentio Busdraghi, 1596, pp. 113 s.; G. Pico della Mirandola, Vita r. p. fr. Hieronymi Savonarolae Ferrariensis Ord. praedicatorum, a cura di J. Quétif, Paris 1647, pp. 151, 165; G. Cambi, Istorie, in Delizie degli eruditi toscani, XXIII, Firenze 1786, p. 126; I. Nardi, Istorie della città di Firenze, a cura di L. Arbib, I, Firenze 1842, pp. 160 s.; F.T. Perrens, Jérôme Savonarole d’après les documents originaux, Paris 1859, p. 399; L. Landucci, Diario fiorentino dal 1450 al 1516 continuato da un anonimo fino al 1542, Firenze 1883, p. 177; S. Filipepi, Estratto della cronaca novamente scoperto dell’Archivio Vaticano, in Scelta di prediche e scritti di fra Girolamo Savonarola, a cura di P. Villari - E. Casanova, Firenze 1898, pp. 504 s.; C. Eubel, Hierarchia catholica, II, Münster 1898, p. 263 B. Redditi, Breve compendio e sommario della verità predicata e profetata dal r.p. fra Girolamo da Ferrara, in J. Schnitzer, Quellen und Forschungen zur Geschichte Savonarolas, I, München 1902, p. 60; P. Parenti, Istorie fiorentine, ibid., IV, Leipzig 1910, pp. 280 s.; P. Villari, La storia di Girolamo Savonarola e de’ suoi tempi, II, Firenze 1910, pp. CXCVI, 219, 240 n., 242; G. Schnitzer, Savonarola, II, Milano 1931, pp. 126, 146 s., 161; La vita del beato Ieronimo Savonarola scritta da un anonimo del sec. XVI e già attribuita a fra Pacifico Burlamacchi, a cura di P. Ginori Conti, Firenze 1937, pp. 181 s., 218 s.; R. Creytens O.P., Santi Schiattesi O.P. disciple de S. Antonin de Florence, in Archivum fratrum praedicatorum, XXVII (1957), p. 298; R. De Maio, Savonarola e la Curia romana, Roma 1969, pp. 90-94, 198, 209, 214; A.F. Verde, Lo Studio fiorentino 1473-1503. Ricerche e documenti, II, Firenze 1973, pp. 122-125; P. Ricozzi O.P., Necrologio di S. Maria Novella (1505-1666), in Memorie domenicane, n.s., XI (1980), p. 232; F. Cordero, Savonarola, IV, Roma-Bari 1988, pp. 656 s.; La “cronaca” del convento domenicano di S. Romano in Lucca, a cura di A.F. Verde O.P. - D. Corsi, in Memorie domenicane, n.s., XXI (1990), p. 21; Epistolario di fra Vincenzo Mainardi da San Gimignano domenicano (1481-1527), a cura di A.F. Verde O.P. - E. Giaconi, ibid., n.s., XXIII (1992), p. 226 n. 47; B. Cerretani, Storia fiorentina, a cura di G. Berti, Firenze 1994, p. 251; J. Benavent, El Tratado de milagros de fra Girolamo Savonarola, ibid., n.s., XXVIII (1997), pp. 15, 37, 44 s., 48, 53, 68; S. Dall’Aglio, Riflessioni sulla figura di Benedetto di Paolo Luschino, ibid., n.s., XXIX (1998), p. 481; G. Pico della Mirandola, Vita di Hieronimo Savonarola. Volgarizzamento anonimo, a cura di R. Castagnola, Firenze 1998, pp. 53, 61; B. Luschino, Vulnera diligentis, a cura di S. Dall’Aglio, Firenze 2002, pp. XXXIII, LVII, 384-386.