STAY, Benedetto
Filosofo e poeta, nato nel 1714 in Ragusa (Dalmazia) da famiglia che aveva dato uomini insigni alla cultura e alle armi; morto a Roma nel 1801. Educato nella sua città dai gesuiti, si fece ecclesiastico.
Ebbe profonde cognizioni di matematiche e di filosofia; fu padrone della lingua latina, nella quale verseggiò con facilità. In seguito ai ripetuti e autorevoli richiami di alcuni suoi concittadini e del fratello Cristoforo si trasferì nel 1746 a Roma, dove fu accolto con onori e ottenne in seguito, tra l'altro, la cattedra di eloquenza alla Sapienza. Sotto i pontificati di Clemente XIII e Clemente XIV, di Pio VI e Pio VII ebbe insieme con il fratello varie e importanti cariche.
Molti sono i suoi versi giovanili, le orazioni d'occasione dalla forma sicura e impeccabile, ma la sua fama è dovuta soprattutto ai due poemi didascalici: il primo sulla filosofia del Cartesio, Philosophiae versibus traditae libri VI; il secondo sulle dottrine newtoniane: Philosophiae recentioris versibus traditae libri X, uscito definitivamente a Roma nel 1792. Nell'uno e nell'altro, con versi armoniosi ed eleganti, rese eccessibili, anzi dilettevoli, teorie, dottrine e concetti difficili e astrusi tanto da far dire a M. Cesarotti, che evidentemente esagerava, che i lavori dello St. facevano ricordare e insieme dimenticare il meraviglioso poema di Lucrezio.
Bibl.: Fr. M. Appendini, Notizie istorico-critiche sulle antichità, storia e letteratura dei Ragusei, Ragusa 1802; N. Tommaseo, Studi critici, Venezia 1843; S. Gliubich, Dizionario biografico degli uomini illustri della Dalmazia, Vienna 1856; M. Šrepel, Stay prema Lukreciju (Stay in relazione a Lucrezio) in Rad, Zagabria 1895; A. Tamaro, La Vénétie Julienne et la Dalmatie, Roma 1919; I. L. Tacconi, I poemi filosofici latini di B. St. il Lucrezio Ragusino, in La Rivista dalmatica, 1934 e 1935.