Mercante e ammiraglio genovese (m. 1307). Consigliere del Comune di Genova (1256), nel 1264 fu inviato in missione diplomatica presso la corte bizantina. Ma si dedicò soprattutto a fortunate speculazioni commerciali, fino a quando, attorno al 1267, ottenne dall'imperatore d'Oriente Michele VIII Paleologo Focea, con le sue ricche miniere di allume, che esportò imponendo il proprio monopolio in tutto l'Occidente, ed estendendone poi il commercio verso Trebisonda, Caffa e la Russia. Ammiraglio della flotta genovese contro Pisa (1284-87) fu il vero vincitore della Meloria. Passato al servizio di Sancio IV di Castiglia come almirante mayor, sbaragliò a Marzamosa (1291) la flotta marocchina e cooperò alla presa di Tarifa. Probabilmente nel 1294 divenne comandante della marina francese e, per Filippo il Bello, ideò un piano di guerra per mare e per terra contro l'Inghilterra, e poi un altro di blocco dell'isola. Rientrato a Genova, preparò fra il 1300 e il 1301 un piano di crociata con meta Tripoli di Siria, che fallì per l'intervento contrario di Bonifacio VIII. Più tardi, per garantire la sicurezza di Focea dai pirati, s'impadronì dell'isola di Scio, centro della produzione del mastice, la cui esportazione aggiunse a quella dell'allume estesasi ormai alla Francia e alla Fiandra.