benedetto
. Con l'accezione di " santo " qualifica innanzi tutto la Divinità o ciò che ad essa si riferisce direttamente, come in Pd XI 33 colui ch'ad alte grida / disposò lei col sangue benedetto, XXIV 2 O sodalizio eletto a la gran cena / del benedetto Agnello, e Vn XL 1. Con indicazione di santità qualifica le creature angeliche (Pg XV 34 Poi giunti fummo a l'angel benedetto); la Vergine (Vn XXVIII 1 di quella regina benedetta virgo Maria); le celesti protettrici del poeta (If II 124 poscia che tai tre donne benedette / curan di te); i santificati dalla Chiesa (Pd VI 16 'l benedetto Agapito, che fue / sommo pastore); e tutte le varie forme che i beati assumono agli occhi del pellegrino, come in Pd XII 2 l'ultima parola / la benedetta fiamma per dir tolse; XIX 95, XX 9, 86 e 146, XXIV 31.
Due volte nella Vita Nuova la locuzione questa benedetta (come anche questa gloriosa, XXXII 1) designa Beatrice: XXXII 2 accorgendomi che questi dicea solamente per questa benedetta, sì li dissi di fare ciò che mi domandava lo suo prego, e XLII 1; e vale a esprimere il concetto di santità ovvero il sentimento di adorazione cui giunge l'amore di D. dopo la morte di Beatrice; eguale effusione sentimentale, e quasi una finale aureola di certa santità, si realizza quando, nell'ultimo paragrafo dell'opera (XLII 3 la mia anima se ne possa gire a vedere la gloria de la sua donna, cioè di quella benedetta Beatrice), la locuzione si completa, quasi ad abundantiam, del nome di lei, e quindi l'aggettivo, che già nel precedente commento (con ciò sia cosa che lo nostro intelletto s'abbia a quelle benedette anime si come l'occhio debole a lo sole, XLI 6) era stato indicativo dell'eccelsa misura della santità, ritorna, in latino, all'interno di una sacra formula tradizionale, che fa balenare sulla gloria di Beatrice l'incontro con l'ineffabile verità di Dio: la quale gloriosamente mira ne la faccia di colui qui est per omnia saecula benedictus (XLII 3).
L'aggettivo significa un supremo grado di sacralità, in Pg X 64 Lì precedeva al benedetto vaso / ... l'umile salmista, come attributo dell'Arca Santa, e in XXXII 26 e 'l grifon mosse il benedetto carco, in quanto riferito al mistico carro della Chiesa e ai suoi celesti personaggi.
Si affianca all'aggettivo ‛ divino ' in Cv IV XX 7 se l'anima è imperfettamente posta, non è disposta a ricevere questa benedetta e divina infusione, ma la coppia di attributi non sembra scindibile in due distinte qualificazioni: b. comunque sta a significare la preziosità e l'alta valutazione che si riconosce alla divina infusione di grazia nell'anima.
In IV V 19 se quel benedetto Scipione giovane non avesse impresa l'andata in Africa, l'attributo non va inteso soltanto nel senso, opinabile, della protezione divina, perché è nell'intero capitolo che si afferma, prescindendo dalla qualità delle persone e delle cose, l'immediato intervento delle mani di Dio a proteggere Roma nelle occasioni più cruciali; ma va inteso anche nel senso della pietas di Scipione, non trascurando la leggenda secondo la quale egli era solito frequentare il tempio e avervi misteriori colloqui con Giove.