BENEDETTO
Nulla si sa della sua vita, salvo i pochi e scarni accenni che egli dà nel suo Liber Politicus. All'inizio della lettera dedicatoria, infatti, si ha il nome e l'ufficio ecclesiastico di cui era investito: "Benedictus Beati Petri Apostoli indignus canonicus et Romanae Ecclesiae cantor". Apparteneva quindi a quel gruppo di canonici della Basilica vaticana che officiavano alla Messa all'altare di S. Pietro, i quattro cantori appunto che Gregorio Magno aveva istituito a questo scopo, come B. stesso dice, accennando a questo pontefice nella lista dei papi. Dalla sua opera si ricava anche che egli visse nella prima metà del sec. XII.
Il Liber Politicus infatti venne ideato e scritto dietro richiesta del cardinale Guido di Castello e fu condotto a termine prima della sua elezione al soglio pontificio col nome di Celestino II, cioè tra gli anni 1128-1143; l'accenno nell'opera ai restauri di S. Maria in Trastevere, condotti nel 1140 da Innocenzo II, permette poi di fissare con più esattezza i termini dell'opera tra il 1140 e il 1143. A tale data l'autore non doveva essere più giovane, se egli dice: "Quod... de ecclesiastico Officio tocius anni per multa temporum spatia vidi... scribere curabo".
Fu dunque un'esistenza, quella di B., intenta all'esercizio del culto e all'osservazione attenta e amorosa delle solenni celebrazioni liturgiche e delle manifestazioni religiose e popolari romane. Frutto di essa è l'interessantissima opera, che resta ancor oggi prezioso documento, non solo della liturgia, ma anche del folclore religioso romano del sec. XII.
Il nucleo centrale del Liber è costituito dall'Ordo Romanus, ilprimo in ordine di tempo e il più importante del sec. XII, con quello di Cencio Camerario e di Albino vescovo di Albano, che da B. attinsero. Seguono tre liste: delle feste nelle quali è coronato il papa, delle stationes notturne e diurne nella basilica di S. Pietro, dei papi fino a Innocenzo II; il cerimoniale della presa di possesso dei cardinali; un testo delle Laudes cantate in Roma nei giorni di festa; feste popolari romane con testo di laudi latine e greche cantate dal popolo in alcune ricorrenze liturgiche; descrizione delle regioni di Roma nel sec. IV, dal titolo "Curiosus"; le "Mirabilia urbis Romae"; un estratto della collezione canonica del cardinale Deusdedit; il tutto preceduto da una lettera dedicatoria al cardinale Guido di Castello.
Come si vede c'è tutto ciò che può interessare il clero romano nell'esercizio delle sue mansioni liturgiche, o meglio che può dare preziose informazioni alchierico forestiero che, incardinato al clero romano attraverso l'elezione al cardinalato, abbia bisogno di un manuale direttivo che lo inserisca nella vita della città. Tale ci pare lo scopo per cui il cardinale con tanta insistenza, come dice la lettera dedicatoria, richiese la compilazione dell'opera, e proprio a B. che, per aver passato tutta la sua vita senza altro impegno che osservare e vivere tali cerimonie e feste, attenendosi con cura agli usi e alle leggi del clero romano, meglio di chiunque altro poteva diligentemente soddisfare le sue richieste.
Fonti e Bibl.: Le Liber politicus de Benoît, in Le Liber censuum de l'Eglise romaine, a cura di P. Fabre e L. Duchesne, II, Paris 1905, pp. 141-177; non esistono vere biografie del B.: ipochi, incompleti accenni ricavati dall'opera sitrovano nell'introduzione all'edizione citata dei Liber Censuum, I, 1, Paris 1889, pp. 3 ss.