Benedictus qui venis
L'acclamazione popolare al Messia o al trionfatore in genere era un'espressione gioiosa e sacrale nello stesso tempo. I fatti storici e ‛ tipici ' nell'Antico Testamento sono innumerevoli e spesso hanno un'intonazione messianica. Nel Nuovo Testamento il passo assume un valore particolare perché si doveva adempire quanto era stato detto dal Profeta: " Dicite filae Sion, ecce rex tuus venit tibi mansuetus ", e tutto il popolo acclamava Gesù dicendo: " Hosanna filio David, benedictus qui venit in nomine Domini " (cfr. Luc. 19, 38; Matt. 21, 5 e 9). Liturgicamente si cominciò ben presto a rievocare il fatto nella domenica delle Palme con una processione che andava dal monte degli Olivi a Gerusalemme; inoltre la frase è recitata nella Messa al Sanctus, prima cioè della ‛ ripresentazione ' di Cristo al momento della consacrazione.
In Pg XXX 19 l'arrivo di Beatrice è salutato dagli angeli con le stesse parole con le quali Cristo, entrando in Gerusalemme, fu salutato dagli Ebrei (Matt. 21, 9; Marc. 11, 10; Luc. 19, 38; Ioann. 12, 13): Tutti dicean: ‛ Benedictus qui venir '; infatti Beatrice rappresenta per D. ciò che Cristo rappresentava per l'umanità: la redenzione dal peccato e l'aiuto soprannaturale per conseguire la salvezza eterna.
Bibl. - M. Righetti, Manuale di storia liturgica, II, Milano 19552, 144-150; D. Balboni, Il rito della benedizione delle palme (Vat. lat. 4770), in Collectanea A. Albareda, città del Vaticano 1962, 55-74.