BENEVENTANO DEL BOSCO, Francesco Giuseppe Federico, barone della PIANA
Nacque a Scicli (Ragusa) il 14 apr. 1824. Per volontà del padre studiò legge all'università di Napoli, ma abbandonò presto gli studi giuridici per dedicarsi alla musica. Allievo per il canto di G. Guglielmi, debuttò nella donizettiana Linda di Chamounix (Remigio) al Teatro S. Carlo di Napoli nella stagione invernale del 1843. Il successo del giovane barìtono fu lusinghiero a tal punto che, secondo il Regli, V. Battista scrisse per lui l'opera Anna la Prie, rappresentata (quaresima del 1843) nello stesso teatro. Nell'estate il B. fu scritturato dal teatro napoletano del Fondo, dove interpretò Adolfo di Gewal ossia I montanari svedesi di A. Bruno, I ravvedimenti di un ladro di L. Cammarano e Mattia l'invalido di D. Mayo.
Cantò poi a Vienna, ma nel gennaio 1844 fece ritorno a Napoli per eseguire al Teatro S. Carlo Caterina Cornaro di G. Donizetti e a quello del Fondo Matilde di Monforte di P. Fodale e Ettore Fieramosca di M. Manzocchi. Nell'autunno del 1845 vi interpretò pure Il Vascello di Gama di S. Mercadante (opera che il Regli dice composta per lui). Ottenuta poco dopo una scrittura al Teatro alla Scala di Milano, vi eseguì fino al marzo 1846 con buon esito opere di Donizetti (Roberto Devereux, Linda di Chamounix e Anna Bolena), di G. Rossini (Otello ossia Il Moro di Venezia, nella quale gli venne adattata la parte tenorile di Jago) e di Mercadante (Il Bravo), partecipando anche alla prima di Estella di Murcia (21 febbraio) di F. Ricci. Nel luglio 1846 ebbe un buon successo al Teatro Riccardi di Bergamo nella Linda di Charnounix, mentre nel settembre il suo canto nell'opera Luigi Rolla di Ricci fu giudicato un po' "arrugginito".
Alla fine dell'anno 1846 il B. sì recò in America. A New York fece parte della compagnia A. Sanquirico-S. Patti-C. Pogliani, dapprima, dal gennaio al giugno 1847, all'Opera House di F. Palmo (dove, oltre all'usuale repertorio, venne eseguita per la prima volta Linda di Chamounix) e poi all'Astor Place Opera House; infine, in quest'ultimo teatro, dal novembre 1849 al novembre 1850, fu nella compagnia di M. Maretzek. Particolare ricordo meritano l'insolita rappresentazìone della Parisina di Donizetti, che il B. interpretò a fianco del soprano Teresa Truffi (22 nov. 1847, Astor Place Opera House) e la prima newyorkese del Nabucco verdiano (4 apr. 1848). Cantò in seguito all'Avana, auspice l'impresario cubano F. Marty y Torens, e al Messico, e si trattenne in America fino al 1856 riscuotendo, tuttavia, successi piuttosto apparenti. Accoglienza discorde ebbe anche a Londra, dove nel 1856 furono ammirate la sua patetica voce e le sue doti di attore (fu il primo Giorgio Germont nella Traviata di Verdi data allo Her Majesty's Theatre il 4 maggio 1856), che non lasciarono, però, profonda e duratura memoria. In successive tournées il B. cantò a Madrid, a Lisbona, a Barcellona, incontrando più caldi consensi. Dì ritorno in Italia nel 1859, apparve al Teatro Regio di Torino nella stagione di carnevale-quaresima (1859-60) per cantare alcune opere di Rossini (L'Assedio di Corinto e Guglielmo Tell), di Donizetti (Lucia di Lammermoor) e di Verdi (I due Foscari). Da Torino il B. passò, dall'aprile al giugno dello stesso anno 1860, al Theater auf der Wieden di Vienna, poi a Budapest.
Nella stagione di cartievale-quaresima 1860-61 fu di nuovo alla Scala di Milano e, dopo una breve parentesi a Parigi, in quella successiva 1861-62, più applaudito nella Favorita di Donizetti (5 genn. 1861) e nell'Espiazione di A. Peri (7 febbraio) che nella Lucrezia Borgia di Donizetti (2 genn. 1861), nel Barbiere di Siviglia di Rossini (21 febbraio) e nella Jone di Petrella. Discreto successo ottenne al Teatro Apollo di Roma, insieme con il soprano L. Bendazzi-Secchi, per diverse stagioni di carnevale (1864-65, 1865-66, 1868-69). Piacque in special modo la sua interpretazione di Matilde di Shabran di Rossini (26 dic. 1865).
Ritornato in Sicilia, il B. prese parte ancora alla prima esecuzione dell'opera Gonzales Davilla di V. Moscuzza al Teatro Epicarmio di Siracusa (20 ag. 1869).
Dopo questa data non v'è più traccia sicura della sua attività, poiché non si hanno elementi probanti la sua identificazione con quel "Filippo Beneventano" cantante al Teatro Carolino di Palermo nelle stagioni di carnevale 1867-68 e 1869-70. Il B. morì nella sua città natale l'8 nov. 1880.
La sua voce - che il Regli non esitava a chiamare "unica, poiché oltr'essere estesa e tonante..., si piega[va] mirabilmente all'agilità e alla dolcezza" - permise al B. di eseguire in modo soddisfacente opere verdiane e con più felice adeguatezza quelle, da lui predilette, di Mozart, di Donizetti e soprattutto di Rossini, per le quali necessitava il fiorito stile di canto virtuosistico. Gli venivano, però, rimproverate certe esagerazioni di canto (specialmente eccentricità di "variazioni" e sforzi eccessivi nelle note acute producenti voce velata e tremolio) o di mimica. In complesso egli fu artista di molti mezzi, uno dei niigliori baritoni interpreti del vecchio repertorio belcantistico italiano.
Fonti e Bibl.: F. Florimo, La scuola music. di Napoli e i suoi conservatori, IV, Napoli 1881, pp. 315, 317, 389, 391; G. Sacerdote, Teatro Regio di Torino. Torino 1892, pp. 1405.; A. Cametti, Il Teatro di Tordinona poi Apollo, II, Tivoli 1938, pp. 519, s., 521 s., 528 s.; G. E. Schiavo. Italian-American History, I, New York 1947, pp. 69 s., 79, 81, 84, 248; O. Tiby, Il Regio Teatro Carolino e l'Ottocento palermitano, Firenze 1957, pp. 444 s.; H. Weinstock, Donizetti and the World of Opera in Italy, Paris and Vienna. New York 1963, pp. 361 s.; C. Gatti, Il Teatro alla Scala nella storia e nell'arte (1778-1963), Milano 1964, I, pp. 123 s., 134 s.; II, pp. 45 s., 52 s.; F. Regli, Diz. biogr. dei più celebri poeti ed artisti melodrammatici..., Torino 1860, p. ss; C. Schmidl, Diz. univ. dei Musicisti, I, p. 154; Encicl. dello Spett., II, col. 247.