BENI AMER (Benī ‛Āmir; in lingua begia Amär-or)
Tribù eterogenea occupante la vasta vallata del Barca e dei suoi affluenti, dai contrafforti abissini del Dembelàs fino al mare. Indubbiamente il nucleo fondamentale della tribù è di stirpe begia; molte frazioni parlano tuttora la lingua begia, e il Seligman ravvisa appunto nei Beni Amer il più puro tipo etnico dei Begia. Ma, disseminate nel vasto territorio, si trovano numerose frazioni originarie dell'altipiano stesso, immigrate nella vallata in momenti opportuni, passate poi sotto l'egemonia dei Begia ma conservanti la lingua tigrè. La tribù prende nome da un leggendario ‛Amer ben Qunnù, e da tempo immemorabile è costituita a regime aristocratico: frazioni vassalle e famiglie dominanti.
A capo della tribù è un diglal; e molto verosimilmente appunto un capo di Beni Amer era il re dei Begia, che qualche geografo arabo medievale rammenta stabilito in Suachin. A fianco del diglal è un rappresentante dei nobili o nebtàb, chiamato con voce araba sheikh el-mashā'ikh. La massima parte dei Beni Amer è nomade, e vive di pastorizia, vagando in piccoli accampamenti di tende di stuoie coi suoi ricchi armenti di cammelli e di buoi; talune frazioni si sono stabilite definitivamente col diglal nel suo accampamento (digghé, degà), che, per opera degl'Italiani, è divenuto stabile presso Agordat, e si vanno volgendo all'agricoltura; alcune altre frazioni hanno parimenti stabile sede alle pendici dell'altipiano, e anche esse coltivano il suolo, al quale proposito merita rilievo il fatto che tra esse vi sono frazioni a stretto tipo begia e a lingua begia, insediatesi nell'estremo sud-est del territorio della tribù (Ad Salah, Ad Taule). I Beni Amer sono passati da secoli all'islamismo, pur conservando molte antiche credenze e superstizioni pagane. Anche gl'istituti giuridici islamici vanno diffondendosi fra loro. Ma, come presso gli antichi Begia, nella costituzione famigliare la donna conserva ancora eccezionali privilegi.
Bibl.: W. Munzinger, Ostafrikanische Studien, Sciaffusa 1864; L. Reinisch, Die Bedauye Sprache in Nordost-Afrika, Vienna 1893-95.