beni confiscati
bèni confiscati locuz. sost. m. pl. – Capitali mobili, immobili e aziende confiscati dallo Stato alle mafie. La normativa in merito è stata introdotta nel 1982, sull’onda emotiva dell’omicidio mafioso del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, avvenuto pochi mesi dopo di quello del padre putativo della legge, il deputato comunista Pio La Torre (l. 646/1982, cosiddetta legge Rognoni-La Torre). D’importanza strategica nel colpire i patrimoni dei mafiosi, la legge, tuttavia, aveva un limite nel mancato riutilizzo di tali beni. La battaglia di Libera, associazione antimafia fondata nel 1995 da don Luigi Ciotti, ne ha potenziato in senso pratico e simbolico l’efficacia. In pochi mesi, raccogliendo oltre un milione di firme a sostegno di una nuova legge che destinasse ad uso sociale beni immobili e aziende confiscate, si è creato uno dei principali strumenti della lotta antimafia in Italia, tuttora all’avanguardia nel mondo (l. 109/1996). Negli anni questa scelta ha permesso allo Stato di riappropriarsi di risorse sottrattegli illegalmente generando attività innovative e legali laddove sembrava prevalere la dominanza mafiosa. La volontà di destinare ville, alloggi, terreni appartenuti ai boss mafiosi a fini sociali per creare scuole, servizi, cooperative fu una scelta dirompente, niente affatto scontata. Non di rado, infatti, terreni e immobili confiscati sono stati e sono oggetto di atti vandalici tesi a ritardarne la consegna o a ostacolarne l’attività. Nel corso del 2011 Libera ha promosso una nuova campagna affinché il parlamento dia piena attuazione alla norma, già introdotta nella Finanziaria 2007, che prevede la confisca e il riutilizzo sociale dei patrimoni sottratti anche a soggetti condannati per corruzione. Oggi i beni confiscati sono oltre dodicimila tra aziende e beni immobili. Le regioni con il più alto tasso di confische sono Sicilia, Campania, Calabria e Lombardia. Dopo essere stati confiscati, i beni sono presi in carico dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati (ANBSC), una struttura centralizzata, istituita nel 2010, con sede principale a Reggio Calabria, in grado di gestire le procedure di assegnazione del bene per fini sociali.