DE VECCHIS, Beniamino
Nacque a Colliano (Salerno) il 23 dic. 1886 da Carlo e da Elisabetta Freda. Si laureò in medicina e chirurgia presso l'università di Napoli nel 1912; avendo deciso di dedicarsi all'odontoiatria, specializzazione allora ardua e pionieristica, si recò negli Stati Uniti, ove frequentò la scuola della Pennsylvania University, diretta da E. Kirk.
Tornato in Italia, durante la prima guerra mondiale prestò servizio nei reparti e negli ospedali stomatologici dell'esercito, e in particolare nell'ospedale Marco Volpe di Udine, diretto da A. Perna, con il quale strinse una salda amicizia. Nel 1920 prestò servizio nel reparto di chirurgia orale dell'istituto di odontoiatria e protesi dentaria dell'università di Napoli, diretto da R. D'Alise. Nel 1922 conseguì la libera docenza e gli venne affidato l'incarico dell'insegnamento di clinica odontoiatrica presso l'università di Messina, che conservò fino al 1926.
Oltre ad insegnare presso questa università, il D. dirigeva la scuola postuniversitaria di applicazione con sede nell'istituto di odontoiatria e protesi dentaria della università di Napoli: da qui iniziò una dura battaglia al fine di evitare che la "pratica dell'odontoiatria" fosse privata dell'obbligo del conseguimento della laurea in medicina e chirurgia come previsto dalla legge. La battaglia sostenuta dal D. - i cui echi si rilevano dalla rivista La Cultura stomatologica (fondata dal D. nel 1924 e ininterrottamente diretta sino al 1930; nel 1931 il titolo mutò in Annali di clinica odontoiatrica) - ebbe pieno successo: la legge Gentile venne infatti abrogata il 9 ag. 1924.
Nel 1926 il D. si trasferì a Torino, avendo vinto il concorso di primario dell'ospedale Maria Vittoria, sede che non mantenne però a lungo, essendo stato chiamato, già nel 1927, a ricoprire il posto di incaricato di clinica odontoiatrica presso l'università di Perugia.
Nel 1928 pubblicò a Torino un Manuale di odontoiatria e protesi dentaria e l'anno successivo, sempre a Torino, Dentisti, artisti, pazienti nella storia, nelle lettere, nella vita privata, con prefazione di A. Perna. Pubblicò inoltre, nella rivista La Cultura stomatologica, numerosi saggi in cui espresse il suo impegno diretto ad accrescere la dignità scientifica della branca specialistica, nonché il suo vivo interesse per la storia dell'odontoiatria.
Nel 1929 il D. si trasferì a Roma quale assistente presso la clinica odontoiatrica, dove nel 1932 vinse il concorso di aiuto ordinario. Nel 1935 fu nominato vicedirettore dell'Istituto superiore di odontoiatria G. Eastman e primario della prima sezione di ortodontia. Fu anche membro dell'Accademia medica di Roma sin dal 1936.
Il '36 fu un anno particolarmente fecondo per il D.: vide infatti la luce il primo dei due volumi del Trattato analitico di ortodontia (I, Roma 1936; II, ibid. 1938), con cui pose le basi per lo studio della materia, sino ad allora argomento di rari articoli monografici o al più di qualche capitolo nei trattati generali di odontoiatria. Con quest'opera egli analizzò per la prima volta in Italia gli apparecchi di Laurie, Case, Simon, i monoblocchi di Robin, le cerniere di Herst, stabilendone le modifiche e le indicazioni elettive. Ma con esse volle dare anche una panoramica sui fondamenti dottrinali, le finalità, i limiti, le basi dell'insegnamento dell'ortodontia e il succedersi delle sue esperienze, dagli albori (fonti di Castalia, scuola salernitana) fino agli studi di N. W. Kingsley, di W. B. Farrar, di Case e del geniale E. H. Angle.
Nella sua qualità di aiuto ordinario, il D. allo scoppio della guerra entrò a far parte del Collegio medico legale della Sanità militare. Nel 1944 conseguì la cattedra di odontoiatria nell'università di Pisa, dove rimase sino al 1948.
Nel 1946 iniziò la stampa della rivista Clinica odontoiatrica e subito dovette riaffrontare il problema degli accessi alla professione. La vecchia legge del 1923, che era stata abrogata con il suo determinante contributo, era stata di nuovo presentata all'alto commissario per l'Igiene e la Sanità pubblica dai dirigenti dell'Associazione italiana odontotecnici. La rivista ebbe lunga e fortunata sopravvivenza, e si estinse solo nel 1957, assorbita in un'altra: Annali di stomatologia e dell'Istituto superiore di odontoiatria "G. Eastman".
Nel 1949 il D. fu chiamato alla cattedra di clinica odontoiatrica dell'università di Roma. Collocato fuori ruolo nel 1957, diresse fino al 1962 la scuola di perfezionamento di odontoiatria dell'università di Roma.
Morì a Roma il 3 nov. 1972.
Nella sua lunga carriera aveva pubblicato oltre 150 lavori apparsi in tutte le riviste italiane di medicina e di odontostomatologia e nelle principali riviste odontoiatriche francesi, inglesi e tedesche. I suoi studi hanno affrontato e messo a fuoco in modo originale i principali temi della sua branca. Il D., che era nato nell'anno in cui Crispi aveva promulgato la legge che "vietava l'esercizio dell'odontoiatria nelle pubbliche piazze", concluse la sua carriera scientifica inaugurando l'istituto di clinica odontoiatrica di Roma.
Bibl.: A. Pazzini, La storia della facoltà medica di Roma, II, Roma 1961, p. 484; Scrittiin onore di B. D. nel 75º suo compleanno, Roma 1963.