PEYRONEL, Beniamino
Nacque il 10 aprile 1890 a Riclaretto, comune di Perrero (Val Germanasca, Torino), da Jacques e da Caterina Viglielmo.
Compì gli studi classici al liceo di Torre Pellice e iniziò gli studi universitari a Torino nella facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali. Si laureò però in scienze naturali a Padova nel 1913 - con una tesi su I germi atmosferici dei funghi con micelio -, sotto la guida dell’eminente micologo Pier Andrea Saccardo, di cui fu l’ultimo stimatissimo e assai caro discepolo.
Nello stesso anno ebbe inizio la sua carriera di ricercatore a Padova, con una borsa di studio per il perfezionamento in micologia. Nel 1915 divenne assistente alla Regia Stazione sperimentale di patologia vegetale di Roma e in questa città conseguì la libera docenza in patologia vegetale.
Nell’anno accademico 1927-28 vinse il concorso a cattedra di biologia vegetale presso l’Istituto superiore agrario e forestale di Firenze, passando in seguito alla cattedra di patologia vegetale. Nel 1937 si trasferì sulla medesima cattedra della facoltà di agraria dell’Università di Torino, di recente costituzione. Infine nel 1951 fu chiamato alla cattedra di botanica della facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali di Torino e alla direzione dell’Istituto e orto botanico, incarico che tenne fino al 1960, anno della sua collocazione fuori ruolo. Nel 1965 fu nominato professore emerito e gli fu conferita la medaglia d’oro per il suo lungo servizio presso l’Ateneo torinese.
Convinto della grande importanza teorica e pratica della micologia del terreno, settore a quel tempo pressoché ignorato particolarmente in Italia, nel 1950 Peyronel riuscì a far istituire dal Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) il Centro di studio sulla micologia del terreno, dando alla città di Torino un organo di ricerca unico a quei tempi in Italia.
Per anni il Centro, grazie ai suoi indirizzi di ricerca e a collaborazioni con analoghe istituzioni straniere, fu un punto di riferimento per problemi di sistematica fungina, per lo studio di simbiosi fra piante e funghi e l’utilizzazione di queste simbiosi in piante d’interesse agricolo e forestale. Attualmente, il Centro costituisce la sezione micologica dell’Istituto per la protezione delle piante del CNR.
Nella sua lunga carriera Peyronel ricoprì numerosi incarichi ufficiali: membro del Comitato nazionale per l’agricoltura e la zootecnia e della Commissione per la protezione della natura del CNR; presidente dalle origini fino al 1955 della sezione di Torino del Movimento italiano per la protezione della natura (ora Pro Natura); per parecchi anni rappresentante del ministero dell’Agricoltura e Foreste in seno al consiglio di amministrazione del Parco nazionale del Gran Paradiso; socio di parecchie accademie italiane e membro di società scientifiche straniere; preside della facoltà di agraria di Torino; commissario dell’Accademia di agricoltura di Torino; membro e direttore di sezione dell’Accademia delle scienze di Torino; presidente della sezione piemontese della Società botanica italiana dal 1960 e presidente onorario dal 1972.
L’attività scientifica di Peyronel interessò essenzialmente il campo della micologia pura e applicata e quello della patologia vegetale.
La sua tesi di laurea, originalissima a quel tempo sia per l’argomento (che negli anni seguenti avrà un grande sviluppo per lo studio degli inquinanti atmosferici), sia per le innovazioni metodologiche, è di grande valore scientifico. Infatti, a differenza del suo maestro Saccardo che studiava i funghi sulle matrici naturali, Peyronel per primo li coltivò su substrati artificiali a base vegetale, seguendone accuratamente lo sviluppo e studiandone nei dettagli le caratteristiche morfologiche. Nella tesi di laurea descrive 29 specie fungine nuove per la scienza. Altre nuove entità (complessivamente 67 specie e 15 generi) la maggioranza delle quali sono tuttora valide, verranno da lui descritte nel corso degli anni.
Fondamentali furono le sue ricerche sulle micorrize. Per primo nel 1923 identificò il simbionte fungino delle micorrize arbusculari (AM), riconoscendolo correttamente di tipo ficomicetoide, attribuendolo al genere Endogone e formulò l’ipotesi che le ife esterne delle Endogonaceae fossero di primaria importanza nell’assorbimento degli elementi minerali da parte della radice ospite. La veridicità di tale ipotesi fu confermata in anni successivi. Il sequenziamento del genoma del primo fungo AM ha ora definitivamente confermato la relazione filogenetica dei funghi AM con i funghi basali, ora chiamati Mucormicotina (i ficomicetoidi del 1923).
Peyronel studiò i rapporti ectomicorrizici tra Basidiomiceti e Fanerogame arboree e molti dei casi di simbiosi da lui stabiliti in campo, seguendo i collegamenti ifali tra il fungo e le radici della pianta, furono poi confermati dallo svedese Elias Melin con sintesi in vitro e altri lo saranno negli anni successivi. Fin dal 1940 stabilì che l’entità dell’infezione micorrizica aumenta con la quantità di luce, specialmente nei terreni poveri di humus, anticipando un argomento di grande interesse ecofisiologico. Gli ultimi lavori sulla micorrizia descrivono per la prima volta casi di ectomicorrize in Leguminose (Cesalpinioideae) arboree africane. L’esame minuzioso dell’apparato radicale di un gran numero di piante convinse Peyronel dell’esistenza di «una micoflora normale delle radici delle Fanerogame» in cui comprendeva «funghi micorrizici, parassiti facoltativi, saprofiti più o meno effimeri ed anche Schizomiceti». Questa popolazione poco invasiva sarebbe in grado di colonizzare i tessuti della pianta divenuti senescenti, dando l’avvio alla demolizione della sostanza organica vegetale nel terreno e alla formazione dell’humus. Nel 1960, al congresso internazionale sulle micorrize di Weimar, riassunse le tappe delle sue più importanti osservazioni e nel 1969, con James Trappe e Anna Fontana, propose i nuovi termini di ectomicorrize, endomicorrize e ectendomicorrize, in sostituzione di micorrize ectotrofiche, endotrofiche ed ectendotrofiche, termini che potevano travisarne il reale significato funzionale.
Nel campo della patologia vegetale, Peyronel studiò molte micopatie, alcune nuove, altre poco note, identificandone gli agenti e a volte scoprendone la forma perfetta, portando preziosi contributi alla conoscenza della sistematica, della biologia dei funghi fitopatogeni e delle relazioni che si stabiliscono tra essi e i relativi ospiti. Così ad esempio descrisse tre nuovi interessanti generi di funghi patogeni: Chalaropsis, Rhacodiella e Valdensia, le cui specie tipo sono agenti di vari casi di marciumi.
Come riconoscimento della sua figura scientifica gli furono dedicati da eminenti micologi i generi fungini Peyronelia, Peyronellaea, Peyronellula e Peyronelina .
Beniamino Peyronel fu anche un appassionato naturalista, un valente botanico e profondo conoscitore della flora alpina, e seppe trasferire le sue conoscenze e l’amore per la natura ai suoi allievi. Le sue lezioni, ricche di contenuto e di riferimenti bibliografici, spiccavano per chiarezza e logica di esposizione e per originalità di interpretazione.
La sua vivacità intellettuale rimase integra anche quando, terminati gli impegni accademici, si ritirò a Torre Pellice, dove continuò ad approfondire i suoi studi preferiti, occupandosi anche di altri argomenti a lui cari, quali lo studio dei dialetti delle sue valli e del provenzale antico.
Beniamino Peyronel fu un maestro indimenticabile per il rigore scientifico e per la disponibilità in ogni fase della ricerca, un uomo di intransigente onestà, di inflessibile coraggio morale e di assoluto disinteresse.
Morì a Moncalieri (TO), il 15 gennaio 1975.
Dalla moglie Adelina Pasquet, aveva avuto un figlio, Bruno, anch’egli noto botanico.
Fonti e Bibl.: E. Castellani, In memoria dell’accademico prof. B. P., in Annali dell'Accademia di agricoltura di Torino, 1975-76, vol. 118, pp. 415-427; A. Ceruti - S. Scannerini, Il contributo dei botanici italiani alla micologia. 100 anni di ricerche botaniche in Italia (1888-1988), Firenze 1988, pp. 367-387; Funghi, piante e suolo: quarant'anni di ricerche del Centro di studio sulla micologia del terreno nel centenario della nascita del suo fondatore B. P., a cura di A. Fontana, Torino 1991 (con l’elenco delle pubblicazioni); A. Fontana, B. P., in La Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali di Torino, 1848-1998, II, I docenti, Torino 1999, pp. 145-150.