BOZECCO (Bozecchi), Benjamin Ben Jehūdāh
Si deve considerare il maggiore rappresentante della scuola grammatico-esegetica fiorita a Roma tra la fine del Duecento e il principio del secolo successivo. Apparteneva a famiglia eminente di ebrei romani, forse distaccatasi da quella più nota degli 'Ānāw e poi ricongiuntasi con essa verso la fine del Trecento. Al nome dei Bozecco era intestata a Roma una sinagoga, citata in un documento del 1280. Gli anni intermedi della vita del B. sono da porsi fra il 1280 e il 1330; quegli estremi non sono noti.
Un breve profilo del B. si trova in una delle Composizioni del poeta Immanuel ben Shělōmōh Romano, detto anche Manuello Giudeo, suo contemporaneo. Il B. vi è descritto come maestro nella matematica e nelle scienze naturali, come un penetrante grammatico ed un eccellente conoscitore delle Sacre Scritture; inoltre non era alieno dal riprendere i suoi contemporanei con satire e prediche moralistiche. Per quello che rimane della sua opera, è possibile giudicarlo principalmente come chiosatore di alcuni libri della Bibbia. In tale veste egli preferiva prendere lo spunto dal significato letterale delle parole bibliche e dai loro nessi lessicali, tenendosi invece lontano da interpretazioni più congetturali, come quelle basate sulla Haggādāh. Prima del 1312 egli compilò un commento al libro delle Cronache e ai Proverbi di Salomone, che si conserva in vari codici; condusse poi a termine il commento al libro dei Re, lasciato interrotto da Isaia da Trani il Vecchio. Sono anche da attribuirsi a lui alcune brevi glosse ad altri libri della Bibbia, raccolte da uno dei suoi discepoli. Invece non gli appartiene il commento ai libri di Esdra e di Neemia, che va spesso sotto il suo nome ma che è opera di autore più antico.
Di argomento più strettamente grammaticale sono altri due suoi lavoretti: un avviamento (Haqdamāh)allo studio della fonetica ebraica, pubblicato nel 1546 da Bomberg a Venezia quale preambolo al volume Ha-Diqduqīm (Studi grammaticali) di altro autore, e poi ristampato di sovente; una introduzione alla grammatica (Mebō ha-Diqdūq) che, oltre a una breve grammatica, comprende anche un rifacimento del precedente lavoro. Controversa è l'attribuzione al B. di alcune poesie liturgiche, mentre minori dubbi sussistono intorno ad altre poesie di argomento matematico.
Bibl.: G. B. De' Rossi, Diz. storico degli artisti ebrei, Parma 1802, I, pp. 72 s.; A. Berliner, Pletāt Sōfěrīm, Breslau 1872, pp. 11s.; H. Vogelstein-P. Rieger, Geschichte der Juden in Rom, I, Berlin 1895, pp. 388-92; Jewish Encyclopedia, III, col. 344; Encyclopaedia Judaica, IV, coll. 997 s.; Encyclopedia Hebraica, VII, col. 925.