JARNÉS, Benjamín
Narratore e critico spagnolo, nato a Codo (Saragozza) nel 1888, morto a Madrid nel 1950. Dopo una intensa e feconda attività sia narrativa sia saggistica e critica (si vedano per quest'ultima le due serie di saggi: Ejercicios, 1927 e Rúbricas, 1931), emigrò nel Messico in seguito alla guerra civile e rientrò in patria dopo un decennio.
La parte più vera del temperamento artistico di J. si esprime in quella forma narrativa più vicina alla prosa lirica che alla struttura romanzesca, di cui attestano opere come El profesor inútil (1926), Viviana y Merlín (1930), frutto delicatissimo di un gusto che si va disimpegnando dal decadentismo dei primi anni del secolo e tende a più squisite stilizzazioni, a un esercizio concettuale illuminato spesso da una trasparente ironia, che non ha il vigore (né, forse, il proposito) di elevarsi a satira di costume vera e propria.
Fra le altre opere di questo tipo, si ricordino ancora: El convidado de papel (1928), Paula y Paulita (1929), Locura y muerte de Nadie (1929), Escenas junto a la muerte (1934), Lo rojo y lo azul (1932), Libro de Esther (1935), Tántalo (1935), Eufrosina o la gracia (1948). Notevole anche il contributo critico su Bécquer: Doble agonía de Bécquer (1936).