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BENNO

di Cosimo Damiano Fonseca - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 8 (1966)
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BENNO

Cosimo Damiano Fonseca

Si ignora la data di nascita di questo vescovo comense.

Per quanto riguarda il luogo, il Ballerini e l'Ughelli sostennero la sua origine tedesca attribuendogli come patria Meissen; ma il Bresslau, pur aderendo alla tesi dell'origine tedesca, avanzò dubbi sul luogo di nascita. Egli ritenne che il Ballerini e l'Ughelli avessero confuso tra B., vescovo di Como, e Benno vescovo di Meìssen, morto nel 1106.

B. successe, per designazione imperiale, nella sede comense a Litigerio, molto probabilmente nel 1049. Scarsi sono i documenti riguardanti il suo episcopato. Nel febbraio 1054 fu presente a un placito imperiale riguardante una controversia patrimoniale tra il monastero femminile di S. Teodata di Pavia e il vescovo Ubaldo di Cremona.

Nello stesso anno B. donò un mulino alla chiesa e alla canonica di S. Eufemia. In questo atto di donazione, la cui autenticità è peraltro dubbia (la pergamena conservata nell'Archivio di Stato di Milano nell'"intitulatio" presenta il - nome del vescovo abraso; nella "subscriptio" si legge "B."), B. è detto "Cumane Ecclesie presul Cumanum honestissime suum regebat populum... cuius iamque iusticia donec vixit in seculo fioruit omnibus rectissima".

Secondo il Tatti e l'Ughelli, B. fondò a Como nel 1050 l'abbazia di S. Giuliano; di questa abbazia benedettina, però, non si hanno documenti anteriori all'inizio del sec. XII: ciò indusse G. Rovelli a collocare questa fondazione nel periodo successivo all'episcopato di Benno.

Pare che i rapporti di B. con l'imperatore Enrico III siano stati piuttosto tesi. Gli atti privati comaschi posteriori al 1049, infatti, non portano l'indicazione dell'imperatore; inoltre in un diploma di Enrico IV del 20 maggio 1065 (la cui autenticità di contro al Quadrio e al Salis sostennero il Bresslau ed il Besta) - con il quale fu restituita al vescovo Rainaldo successore di B. la contea chiavennate con il ponte, con i dazi e con ogni sua rendita - si fa un chiaro riferimento a "quanto contro Dio e la Chiesa comense aveva illecitamente commesso l'imperatore Enrico [III]" e si dichiara anche come, mediante la restituzione, tutto questo "dovesse essere perdonato e per ottenergli misericordia rimediando al malfatto". Al conte Everardo, che da Enrico III aveva ottenuto la contea chiavennate, furono date in cambio da Enrico IV, attraverso una concessione surrogatoria, altre terre.

Non si possono stabilire, comunque, né le ragioni del contrasto né il momento preciso in cui esso ebbe inizio. Molto probabilmente tale contrasto tra Enrico III e B. va collocato dopo il 1055, al rientro, cioè, di Enrico III in Germania: allora i vescovi lombardi iniziarono un deciso moto di riscossa, determinato dall'accentuarsi dei contrasti patrimoniali e giurisdizionali all'interno dei vari episcopati, e dall'inquietudine e dall'insoddisfazione intervenuta negli spiriti religiosamente più impegnati negli ideali di riforma. Nel novembre 1055, d'altra parte, Enrico III aveva rinnovato a B. con un diploma imperiale da Volargne la conferma del contado di Bellinzona con le sue pertinenze, i mercati di Como e di Lugano, la villa di Barzanò, le case porticate di Pavia, la pieve di Lugano con le sue rendite ed i suoi possessi; non si spiegherebbe la concessione di questo diploma se i rapporti tra l'imperatore e il vescovo di Corno non fossero stati normali.

B. fu assassinato in circostanze misteriose nel 1061; forti sospetti circa la sua morte gravarono sul prete Guillando (il titolo di canonico assegnatogli dal Besta e dall'Orsini è del tutto ipotetico); Alessandro II ordinò nel 1063 a Rainaldo successore di B., di procedere in giudizio contro Guillando.

Il Besta collegò l'assassinio di B. alle liti, frequenti nella seconda metà del sec. XI, tra vescovo e canonici a proposito delle concessioni delle chiuse e del ponte di Chiavenna. Successivamente lo stesso Besta collegò la morte di B. ai moti patarini che si sarebbero verificati a Como parallelamente a quelli di Milano. In realtà si tratta di suggestive ipotesi non suffragate da alcuna prova positiva.

Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Milano, Museo Diplomatico. cart. 698; Milano. Bibl. Ambrosiana. G. C. Della Croce, CodexDiplomaticus Mediolanensis ab a. 60 ad a. 1408, l. IV, ff. 33r-34v; Gundechari Liber Pontificalis Eichstetensis, a cura di L. C. Bethmann, in Mon. Germ. Hist., Scriptores. VI, Hannoverae 1846, p. 249; Die Urkunden Heinrichs III, ibid., Diplomata regum et imperatorum Germaniae, a cura di H. Bresslau e P. Kehr, V, Berolini 1931, n. 149, pp. 193 s.; Die Urkunden Heinrichs IV, ibid., ibid., a cura di D. V. Gladiss, VI, n. 318, p. 436; n. 358, p. 487; P.F. Kehr, Italia pontificia, VI, 1, Berolini 1961, p. 400; Alexandri II Bullae et Epistolae, in Migne, Patr. Lat., CXLVI, col. 1406; P. Ballerini, Compendio delle croniche della città di Como, Como1618, p. 124; P. L. Tatti, Degli Armati sacri della città di Como, II, Como 1663, pp. 199, 853; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, V, Venetiis 1720, p. 288; F. S. Quadrio, Dissertazioni criticostoriche intorno alla Rezia di qua delle Alpi, I, Milano 1755, p. 177; F. Salis, Frammenti di istoria politica e diplomatica della Valtellina e contadi di Chiavenna e Bormio, s.l. 1792, p. 77; G. Rovelli, Storia di Corno, II, Milano 1794, pp. 133 s.; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, XI, Venezia 1856. pp. 537 s.; H. Bresslau, Exkurse zu den Diplomen Konrads II., in Neues Archiv, XXXIV (1908), pp. 104-106; G. Schwartz, Dio Besetzung der Bistümer Reichsitaliens unter den Sachsischen und Salischen Kaisern mit den Listen der Bischöfe, 951-1122, Leipzig-Berlin 1913. pp. 48 s.; F. Savio, Gli antichi vescovi d'Italia dalle origini al 1300. La Lombardia, II, 1, Bergamo 1929, pp. 323 L; P. Schaefer, Das Sottocenere im Mittelalter. Ein Beitrage zur Geschichte des Südschweiz und des italienischen Mittelalters, Aarau 1931, pp. 132-204, passim;E. Besta, I diplomi regi e imperiali per la Chiesa di Corno, in Arch. stor. lombardo, n. s., II (1937), pp. 299-343; Id., Dal Comune cittadino alla Signoria, in Periodico storico comense, VII (1951), p. 44; Id., Storia della Valtellina e della Vai Chiavenna. I. Dalle origini alla occupazione grigiona, Milano 1955, pp. 188-192; G. R. Orsini, La giurisdizione... del vescovo di Como, in Arch. stor. lombardo, s. 8, V (1954-55), pp. 148 s., 155, 171 s.; L. Rovelli, Storia di Como, I, Milano 1962, p. 154.

Vedi anche
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